Antenato dell'odierno “vintage”, in francese antico “vendenge” definiva i vini vendemmiati nelle annate migliori. Più che mai inconsapevolmente fedeli all'origine etimologica del termine, i Collage Vintage di Maria Grazia Preda distillano l'immaginario di un decennio rimasto negli annali come un periodo di estremo ottimismo e rinascita, riassemblandolo in chiave contemporanea attraverso lo strumento dell'ironia.

Gli anni Cinquanta, sotto forma di riviste originali d'epoca pubblicate in Italia, sono infatti il serbatoio da cui l'autrice attinge: immagini, loghi, parole stampate diventano così gli elementi minimi che, ricombinati e incollati a mano su carte pregiate, danno vita ad eleganti pezzi unici caratterizzati da una rara freschezza di gusto contemporaneo, che non dimentica tuttavia il sapore del tempo senza abbandonarsi ad alcuna sterile nostalgia.

In definitiva, tra le altre cose una vera e propria incursione nella storia del costume, della moda e della pubblicità, da cui Maria Grazia dipana tre diverse macro-tematiche: il mondo del food and drink, in cui si legge in filigrana la passione per il lavoro di Armando Testa, l'ambito dei motori, di cui è protagonista indiscussa la Vespa e infine l'immagine femminile, filtrata attraverso lo sguardo delle riviste di moda del tempo.

Proprio la donna è al centro della personale L'ironia è donna. Viaggio nell'immagine femminile degli anni cinquanta, ospitata presso lo spazio Gio Studio dal 14 marzo al 30 aprile. Caratterizzata da una raffinata eleganza, la protagonista dei collage in mostra veste con stile le creazioni degli anni d'oro della moda francese e italiana. All'allure classica delle immagini fa da contrappunto l'elemento testuale, anch'esso recuperato tout court dalle riviste d'epoca, in cui la sensibilità moderna scorge un certo candore. È in questo spazio interstiziale tra presente e passato, amplificato dagli accostamenti inediti di immagini e parole, che agisce l'ironia, restituendo un'immagine di donna che appare essere una sintesi tra due epoche: classicamente femminile, ma anche ironica e indipendente.

Se è vero che un luogo contribuisce a forgiare il carattere di chi ci vive, questo è certamente il caso di Maria Grazia Preda. Spoleto, Parigi e Roma, sono i suoi orizzonti visivi; le tre città che segnano più profondamente la sua formazione. Nata nel 1969, a Spoleto (città del Festival dei Due Mondi), cresce circondata da artisti. Dopo gli studi classici, si trasferisce a Roma per andare all'università e lavorare come indossatrice: è infatti qui, durante le lunghe ore trascorse a lavorare nelle case di alta moda e showroom attorno a Piazza di Spagna che nasce il suo sogno di scavare nel passato glorioso della moda italiana, quando star del cinema animavano la Dolce Vita. In piedi, immobile, mentre stilisti cucivano preziosi abiti di alta moda su di lei, Maria Grazia sviluppa un forte senso per l'estetica. Negli antichi edifici romani e lungo le passerelle italiane, impara le regole della perfezione, profondamente radicate nel passato. A Parigi, dove trascorre un lungo periodo di formazione, la passione per la moda del passato e per il vintage si radica profondamente. Qui dedica il suo tempo alla fotografia e scopre la sua ammirazione per l'arte grafica e per l’espressività contemporanea. Circondata dalla bellezza e dall’arte, inizia a ritagliare le più belle immagini da riviste di moda: semplici ritagli presto si trasformano in collage. Dopo aver scoperto le opere di Mimmo Rotella, che considera una vera e propria rivelazione, Maria Grazia crea il suo primo Collage. Ha trovato il suo vero mondo e la sua espressione preferita. Maria Grazia vive e lavora a Bologna.