Pitti uomo inaugura, ma come sempre è la settimana della moda milanese che dà il via alla creazione di una nuova figura: l'uomo del domani. Le case di moda ci mostrano la loro “visione” passando da un look romantico a uno più severo, urbano, un mix di contrasti che soddisfa tutti, dando valide alternative a ogni tipo di mood.
Chi ha attirato la nostra attenzione
Se si parla di fashion week, uomo o donna che sia, non si può non soffermarsi sulla passerella di Giorgio Armani. La maison “grigia” per eccellenza propone un uomo virile, rigoroso ma dalle linee sempre pulite, e semplici all'apparenza: i tessuti preziosi ( come il cashmere, ad esempio) usati per le giacche corte ed aderenti, quasi fossero una seconda pelle, si legano indissolubilmente al pantalone sartoriale, che si ispira a quello anni Trenta: vita alta, morbido sui fianchi, che va a stringersi sul fondo, rigorosamente sopra la caviglia. L'uomo Armani utilizza giacconi in montone rovesciato e tagliato a laser, cabanne in mohair peloso e maglie in jacquard morbidissime. La “comfort zone” del brand si arricchisce di blazer avvitati e maglioni dal collo alto e voluminoso, quasi a simulare la presenza di un'ampia sciarpa. I tessuti in lana non sono mai piatti ma sembrano stuoie, e le camicie dal taglio corto si posano fuori dal pantalone. Un look completato magistralmente dai cappelli che ricordano paesi lontani e dalle maxi borse in tessuto pregiato, rigorosamente nei toni del grigio, come l'intera collezione, che si avvicina però anche ai toni del marrone e del verde smeraldo.
Simile, ma decisamente diverso, si presenta l'uomo Prada. Un uomo dalle forme geometriche, lineari, un uomo “rigido” in tutte le sue sfaccettature. I suoi accenti industriali si mescolano ai tessuti “ must” della maison: nylon, lana e cotone. Tutto molto leggero ma assemblato con grande severità. Pantalone slim e camicie con colletto rigido e manica corta, anche qua rigorosamente fuori; giacche doppio petto e scarpe con la vistosa para colorata animano la catwalk che ha come palette la tavola periodica, su cui si mescolano colori ed elementi. Capi da uomo che piacciono anche alle donne, sempre alla ricerca di quella semplicità mai banale, questo il concetto che ha voluto trasmettere la designer per la nuova moda.
La location di piazza Oberdan ha visto invece l'uomo Gucci, presentato dal nuovo direttore creativo Alessandro Michele, successore della storica Frida Giannini. La maison si differenzia dalle altre osservando l'uomo con una lente alternativa: romantico,ma con un fit quasi femminile, il mood proposto è quello bohemien. Alle fantasie floreali anni settanta e ai colori sgargianti si mescolano pizzo, pelliccia e fiocchi, facendo del basco un elemento iconico della collezione, alla quale non mancano i completi gessati, magnificamente realizzati. Un look androgino che quasi permette di integrare l'outfit con alcuni capi di lei.
Un uomo urbano e immerso nella città in cui vive, sono gli elementi che hanno in comune Fendi e Bikkembergs. Il primo propone comfort e leggerezza senza dover rinunciare al lusso, concentrandosi sui materiali e sulle lavorazioni: montone lavorato che assume le sembianze del velluto, pelle e gessati con motivi 3d tagliati a laser. Un look pratico in cui sono inseriti i biker jackets in pelle con maniche in pelliccia e giacche patchwork di suede, con una palette che da fredda si sposta pian piano su toni più caldi.
Dirk Bikkembergs invece vede l'uomo in versione climber, in cui l'imbracatura da arrampicata diviene parte dell'outfit e i moschettoni aggiungono funzionalità ai capi. Tessuti tecnici e performanti mettono in mostra il fisico atletico, la pelle scamosciata esalta la silhouette in una palette di colori che ormai è riconducibile al brand: rosso, blu, verde e i toni scuri utilizzati per gli outfit più formali. Lo zaino si mescola a borse e borsoni divenendo parte integrante di un mood sportivo che non rinuncia però allo stile.
Optano per un'atmosfera più “familiare” gli stilisti Dolce e Gabbana, #DGFAMILY appunto, che ci mostrano un look sempre più vicino a quello degli “uomini di una volta”: vecchi capi che rivisitati prendono nuova vita, diventando attuali ma con quell'inconfondibile ricongiungimento alle radici, concetto che i due designer siciliani non perdono mai di vista. Restano i toni scuri negli eleganti abiti per la sera, che si intrecciano alle felpe con stampata la “foto di famiglia”, nei toni più chiari. L'esempio di chi canta fuori dal coro, un po' in tutti i sensi, vista anche la recente rottura con la camera della moda milanese.
A farsi largo sotto i riflettori c'è anche la casa di moda veterana del settore, Diesel, che nel prossimo autunno/ inverno decide di vestire un uomo giovane, ribelle, il classico cattivo ragazzo dai cui star lontane: capelli più lunghi davanti, camicia slim, felpa con cappuccio e maglioni jacquard abbinati a jeans strettissimi, usurati e strappati, è questo l'identikit. Le giacche da college e i blazer in principe di Galles vengono stravolti da spille da balia e stemmi, i capi spalla ricoperti da borchie, e non mancano naturalmente i biker jackets in pelle. Un look di ispirazione inglese ben visibile anche dal ritorno delle chelsea boot, tipiche scarpe dei rockers anni settanta.
Tante sfaccettature di un uomo, quello del domani, che non smette mai di evolversi, senza dimenticare le proprie radici.