Tra le perle del mare cinese meridionale è spuntata l’isola artificiale di Layang Layang, nell’Arcipelago delle Spratly, 310 km a nord-ovest di Kota Kinabalu (Sabah), creata per fare innamorare i subacquei: un ambiente intatto, ricco di curiosi e rari squali, grossi pelagici, sconfinate foreste di gorgonie e una straordinaria visibilità, superiore a 50 metri. Il lussuoso Layang Layang Island Resort, ideato per una clientela esigente, è composto da un’ottantina di superbi bungalow in teak, piscina olimpionica, un eccellente ristorante con cucina prevalentemente cinese e occidentale, il bar, una sala lettura con biblioteca e sala video.

Layang Layang in lingua malese indica un uccello simile alla rondine, che qui è solito nidificare, al pari di altre migliaia di volatili, tra cui sterne dal ciuffo, gabbiani e sule. Atollo oceanico nel cuore del Mar Cinese Meridionale, aspramente conteso dalle nazioni confinanti fino agli anni novanta (vedi di seguito), Layang Layang è emerso alla superficie grazie a un incredibile lavoro di ingegneria e alla gittata di enormi quantità di cemento e sabbia. All’arrivo, in aereo dal cielo, si ha una magnifica visione d’insieme dell’anello oblungo del reef (di circa 7 km) e della piatta e assolata isola, che dà la sensazione metallica di atterrare su di una portaerei sulla quale: una striscia d’asfalto tagliata sul mare per 1200 metri con accanto la base della marina militare e il complesso del resort, circondato da qualche timida macchia di verde. Il molo d’attracco è rivolto verso le acque tranquille della laguna. In effetti, il motivo del successo di questo luogo desolato e remoto, risiede nella straordinarietà della sua incredibile struttura corallina, che nel corso dei millenni si è arrampicata fino alla superficie da una profondità di circa 2000 metri. Sulle pareti di questo enorme torrione si radunano le meraviglie subacquee, che ripagano ampiamente il visitatore delle fatiche e dei costi del viaggio. I fondali incontaminati per migliaia di anni, lontani dalla piattaforma continentale, garantiscono una straordinaria presenza faunistica e una biodiversità marina, tale da regalare forti emozioni. Essendo il ring la risultanza geologica di 13 diversi tipi di reef saldatisi assieme, i 14 siti principali, tutti posti lungo il perimetro esterno della barriera, differiscono tra loro per i paesaggi e l’habitat sottomarino. Per visitarli tutti, anche con le tre immersioni quotidiane previste, occorrono almeno una decina di giorni.

Nel caso di permanenza breve - come una semplice escursione individuale da Kota Kinabalu - tra i siti prioritari da non perdere c’è il Gorgonian Forest, a nord-est del resort, un precipizio che scende ripido fino ai pianori, che si susseguono fra i 20 e i 40 metri, coronati da gorgonie gigantesche, ciuffi di corallo nero, corallo a frusta rosso carminio ed enormi spugne a barile. Grandi potenzialità macro, con l’attenzione interrotta anche da migliaia di carangidi dai riflessi metallici e poi tonni, pesci pappagallo giganti dalla fronte gibbosa e squali martello. Poco a sud, s’incontra il colle sottomarino, denominato The Point, un osservatorio privilegiato, perennemente frustato dalla corrente. Fra i 20 e i 50 metri di profondità si vedono passare grossi banchi di tonni dente di cane, tonni pinna gialla, squadriglie di barracuda, squali martello smerlati, squali grigi, rari squali volpe, mante, aquile di mare, lucci di mare, pesci pipistrello, fucilieri, chirurgo e altre favolose meraviglie.

Simile per il genere di avvistamenti, il vicino Dog Tooth Lair, in prossimità del villaggio turistico. Il suo nome ("tana del dente di cane") deriva dai numerosi tonni omonimi, che abitualmente qui stazionano. La topografia della barriera di corallo inizia a circa 8 metri e discende a quote proibitive, intervallata da lievi terrazzi. Attenzione alla corrente! Può capitare di dover fare decompressione lontani dalla parete, in acqua libera. Tuttavia, grazie alla medesima corrente, portatrice di nutrimento, che attrae a catena i predatori, potrete gustarne la visione spettacolare. Nella parte opposta, all’estremità occidentale dell’atollo, si trova il D’ Wall, un burrone che comincia a 5 metri di profondità ed è interrotto, attorno ai 25-30 metri, da alcune balconate di sabbia, abitate da razze marmoreggiate, squali leopardo, nudibranchi, ghiozzi e ancora corallo nero, alcionari e ventagli di gorgonie. Le pareti di Layang Layang scendono ripide, ma al contempo in modo digradante e quasi mai a precipizio; esse comportano un livello di difficoltà con il quale possono misurarsi anche i principianti. Poco più a nord, c’è The Valley, il sito più facile da visitare, perché conduce dolcemente al fondale pianeggiante, situato a 20 metri e indicato per la macro. Ancora più a nord, invece, si trova la Wrasse Strip, un giardino di corallo ricco di vita policroma e multiforme. Il gradino panoramico lo trovate a 25 metri. I bassi fondali della laguna sono, in genere, esplorati nelle immersioni in notturna. La straordinaria visibilità, consente spesso di realizzare buone foto senza l’utilizzo di luci artificiali.

I dieci moderni fuoribordo del Resort sono in grado di raggiungere qualunque angolo dell’atollo in pochi minuti di navigazione. Il Diving Centre è gestito da qualificati istruttori PADI. Sono previste 3 immersioni al giorno, a orari fissi. Le immersioni, precedute da un dettagliato briefing, si svolgono il più delle volte in corrente e sempre a coppie con il buddy system e col divemaster al seguito. Viene incoraggiato l’uso del computer da polso. Vengono utilizzate monobombole in alluminio da 15 litri con mono attacco internazionale. Lo staff prepara gav ed erogatori già montati sulla bombola in barca e provvede a smontare e risciacquare il tutto a fine immersione. Al diving sono anche disponibili rubinetti d’acqua dolce per la pulizia degli apparecchi fotografici e video. Flash e accumulatori video possono essere ricaricati in camera (corrente 220v con prese tripolari). Attrezzature subacquee, Scubapro e Apollo, possono anche essere noleggiate sul posto. Non dimenticate di portare con voi la "salsiccia" gonfiabile, per segnalare la vostra posizione in caso di bisogno. Il clima è caldo umido e la temperatura media è intorno ai 26-32 gradi, pertanto l’acqua oscilla tra i 26 e i 29°C. Il periodo migliore per l’avvistamento di grandi pelagici va da marzo a maggio. Da novembre a febbraio, Layang Layang è chiuso a causa del monsone di nord-est.

La contesa delle Isole Spratly

Le Spratly sono un gruppo di scogli e minuscoli isolotti ricchi di petrolio nel Mar Cinese Meridionale, equidistanti dalla costa malese del Sabah e quella del Vietnam. Oltre ai due paesi appena citati, nel contenzioso, che si trascina ormai da decenni, per stabilire a chi spetti la sovranità sull’arcipelago e, soprattutto le concessioni petrolifere, si sono inseriti le Filippine, Taiwan, Brunei e la Cina, che ritiene l’intero mare di sua proprietà. Quest’ultima, in spregio agli accordi internazionali, ha occupato le isole Paracel, nei pressi del Tonchino, e l’isolotto di Mischief Reef (secca di Huangyan), in acque territoriali Filippine. Sin dal 1992, sulle Spratly tutti i contendenti hanno costruito un proprio avamposto: in genere, un porto o un molo d'attracco con stazione meteo e infrastrutture turistiche, per rafforzare la propria presenza politica, militare e scientifica. Si è definita così una situazione di effimero equilibrio tra le forze in campo, una spartizione vagamente analoga a quella dell’Antartide. La competizione si è fatta particolarmente aspra nel settore della ricerca e dello sfruttamento dei giacimenti marini di gas naturale e petrolio. Infatti i fondali di questo mare, oltre ad essere molto pescosi, nasconderebbero cospicui giacimenti di idrocarburi. Inoltre, la posizione geografica delle isole Spratly, sulla rotta delle petroliere giapponesi verso il Medioriente e l’Europa, ne aumenta il valore strategico e commerciale. Oggi la loro importanza militare è molto minore, le posizioni sembrano consolidate e pare del tutto scongiurato il rischio che gli interessi convergenti possono trovare soluzione in una guerra: Layang Layang quindi geograficamente appartiene all’arcipelago delle Spratly e politicamente alla Malaysia.

Per maggiori informazioni:
Interpellare direttamente la sede del Layang Layang Island Resort presso gli uffici di Kuala Lumpur o Kota Kinabalu - www.layanglayang.com - l’isola dista solo un’ora di volo da Kota Kinabalu, su un piccolo aereo da sei passeggeri o su un bimotore leggermente più capiente.
In Italia, diverse agenzie operano con Layang Layang, tra cui la Promoworld Diving Sas (011.3010910); la Evolution Travel (chiedere di Stefano Ribola, 3341544753) e svariate altre. (vedi in internet.) Le camere del resort sono dotate di aria condizionata, bagno con acqua calda, minibar, tv e telefono satellitare. Unico neo: le pareti sono decisamente sottili e bisogna sperare che i confinanti non russino forte o comunque non siano troppo rumorosi. Quando prenotate, se possibile, chiedete di avere una camera di testa.