Mazzoleni presenta Tracciare il pensiero. 2002–2025, la prima mostra personale a Torino di Iran do Espírito Santo.
Il progetto ripercorre gli ultimi vent’anni della carriera dell’artista brasiliano e presenta nuove opere site-specific negli spazi del piano nobile della galleria in un dialogo intimo con l’architettura circostante.
Artista di fama internazionale, le cui opere sono già conservate in importanti collezioni, tra cui quelle del MAXXI di Roma, del Museum of Modern Art (MoMA) e del Solomon R. Guggenheim Museum di New York, Espírito Santo ha concepito la mostra come riflessione sulla propria produzione degli ultimi due decenni, con un focus su due concetti chiave della sua ricerca: la luce e la scala.
Il percorso simbolico di Tracciare il pensiero si apre con Untitled (Key hole) (2002), opera che l’artista ha deciso di esporre dopo aver visto la struttura della galleria e la sua serie di stanze in sequenza lungo un asse centrale: il corridoio suggerisce “un’esperienza visiva quasi cinematografica” che guida lo sguardo e dialoga con le opere in ogni stanza, spiega do Espírito Santo.
Il tema della scala è indagato sia in senso semantico che oggettivo: la scala degli oggetti, la proporzione, ma anche la scala cromatica, come in Switch (2025). Questa nuova opera sitespecific appartenente a una delle serie più iconiche e riconoscibili dell’artista: i dipinti murali realizzati con 56 sfumature di grigio. Spiega do Espírito Santo:
“Le opere murarie (disegni e pitture) giocano un ruolo importante nella mia produzione. Per me, sono “opere di resistenza”, che esistono nonostante una società ossessionata dal consumo. La loro natura effimera diventa parte della condizione stessa della loro esistenza, e forse aggiunge un ulteriore strato poetico, come un’arte del tempo oltre che dello spazio.”
La scala — intesa come unità di misura e proporzione — è esaltata anche in due straordinari nuovi lavori prodotti per la mostra: Metro e compasso. Come spesso accade nelle opere di Espírito Santo, entrambe le opere sono costruite esattamente come gli omologhi reali, ma in scala monumentale: il compasso, ad esempio, misura 1,80 metri di altezza. L’artista riflette qui sull’aura e sulla funzione dell’oggetto, trasformandolo in metafora della condizione umana. Le opere appaiono come intrappolate tra il mondo delle idee (i principi geometrici e di misura che riproducono in scala) e la realtà, il desiderio di divenire oggetti funzionali.
Completano la mostra opere storiche come la serie Globe, 2011 (sculture eteree in marmo bianco), Reflexive Windows 10, 2020 (granito nero che evoca i riflessi delle finestre al tramonto), e la serie Curtains, 2025, qui presentata in una nuova e inedita versione verticale: disegni meticolosi ispirati al dettaglio di un tendaggio, composti da linee ripetute a intervalli di un millimetro. Queste linee disegnano ritmi di scala e proporzione che trasformano la bidimensionalità della pagina, proponendo una riflessione concettuale sulla tensione tra leggerezza e peso, tra il mondo delle idee e la materia — piccole variazioni che generano uno spostamento nella percezione, per l’artista come per lo spettatore.
“Dico spesso che un’immagine che diventa opera funziona come un sogno ricorrente, un pensiero invasivo che chiede di essere interpretato. Un oggetto che vedi ovunque e che “ti parla”, conquistando il tuo campo d’attenzione. Il disegno ha un ruolo importante in questo processo: è l’inizio della materialità, o ciò che la precede. Disegno moltissimo, per necessità psicologica e fisica. Ma quando disegno “sul serio”, con un fine preciso, è come costruire qualcosa che ha massa, ma allo stesso tempo è parzialmente liberato dalla tirannia della fisica.”
In occasione della mostra sarà pubblicato il catalogo con testo critico di Jacopo Crivelli Visconti, un volume che presenterà le opere della mostra a Torino e della successiva esposizione presso Mazzoleni Milano dal 21 gennaio al 28 marzo 2026.
Nel corso della progettazione della mostra, nella primavera del 2025, Iran do Espírito Santo ha accolto il team Mazzoleni nella sua casa a San Paolo. Circondato dall'atmosfera meticolosamente composta del suo spazio abitativo e dalle zone montane nelle quali ha attivamente partecipato alla riforestazione negli ultimi anni, l'artista ha aperto le porte del suo studio, offrendo uno sguardo raro sul suo processo creativo e condividendo riflessioni personali sulla sua pratica. Il video realizzato per Mazzoleni dalla regista Flora Del Debbio sarà presentato dal 9 al 12 ottobre per la 30a edizione di Artecinema, il festival internazionale di film sull’arte contemporanea a Napoli.















