Il termine καλός per i Greci si riferiva non solo a ciò che era "bello" per il suo aspetto sensibile, ma anche a quella bellezza che era connessa al comportamento morale "buono", dando origine alla kalokagathìa, l'ideale di perfezione fisica e morale dell'uomo. Il tuo leitmotiv “Dentro l’anima, oltre la forma” riprende questo ideale?

Sì, il mio leitmotiv riprende esattamente questo ideale. Credo che la vera bellezza non risieda solo nell’apparenza esteriore, ma nel modo in cui ci muoviamo nel mondo, nei gesti, nelle scelte, nelle connessioni che creiamo ogni giorno. È un equilibrio tra ciò che si vede e ciò che si sente. Oggi più che mai, credo che l’identità sia un terreno delicato, un luogo in cui serve coraggio. Esprimere sé stessi è diventato un atto di forza: significa accettare di mostrarsi per ciò che si è, con le proprie vulnerabilità, in un contesto che spesso tende a giudicare più che comprendere. Viviamo in un mondo che perdona poco e accoglie con riserva ciò che non rientra nei canoni, e proprio per questo essere autentici diventa una forma di resistenza.

Identità, per me, è libertà interiore: la capacità di rimanere fedeli alla propria essenza anche quando il mondo spinge verso l’omologazione. In TheVerticaLine, vogliamo che ogni sneaker sia un’estensione di questo pensiero: un oggetto che non si limita a essere esteticamente piacevole, ma che porti con sé un racconto, un’attitudine, una filosofia. Ogni linea, materiale e dettaglio nasce per esprimere identità, quella verticale tensione verso l’alto che per noi significa evoluzione, autenticità e libertà di essere sé stessi.

Questa collezione segna il debutto ufficiale di TVL nel panorama fieristico internazionale, in collaborazione con Lineapelle Designers Edition, progetto ideato per valorizzare la creatività Made in Italy legata alla pelle. La creatività del vostro brand in cosa si riconosce?

Sono grata a Lineapelle per questa opportunità: debuttare in un contesto così prestigioso ha rappresentato per TheVerticaLine un passaggio strategico importante per rafforzare il nostro posizionamento sul mercato italiano. Credo che momenti come questo diano respiro e visibilità a giovani realtà che, come la nostra, cercano di crescere nonostante le difficoltà concrete che oggi accompagnano il fare impresa, soprattutto per le nuove generazioni. La partecipazione al progetto “Lineapelle Designers Edition” è stata per me più di una semplice presenza durante la Milano Fashion week: è stato un atto di manifestazione della visione che guida TVL | TheVerticaLine. La creatività del brand si riconosce in ogni dettaglio, in ogni scelta di forma, materia e significato e trova in questa collaborazione il modo migliore per essere ascoltata. Con Lineapelle e UNIC, ho potuto trasporre l’identità del mio lavoro in un contesto che valorizza pelle, artigianato e innovazione. Il logo, il mio signature elemento - la linea verticale - non è solo un segno grafico: è un gesto di rottura, un monolite verticale che sfida la simmetria convenzionale e diventa simbolo di equilibrio e identità. Laddove molti nascondono, noi esponiamo; laddove molti si conformano, noi ci definiamo.

L’uso dei materiali segue la stessa logica di ricerca. Texture nate da sperimentazioni, contrasti studiati, accostamenti che interrogano la tradizione e guardano al futuro. Il risultato è una sneaker con silhouette classica, ma capace di evo¬care emozioni e ricordi: ogni modello è un racconto, un frammento di vita intrecciato alla “linea verticale” che unisce chi lo indossa al mondo che lo ha generato. Grazie alla tecnologia integrata, ogni modello diventa un’esperienza. Non solo una calzatura, ma un dialogo: tra chi la indossa e ciò che rappresenta — movimento, connessione, consapevolezza. Credo che il palcoscenico di Lineapelle Designers Edition è stato il momento giusto per il mio debutto ufficiale: un’opportunità di mostrarsi davanti a un pubblico selezionato di addetti ai lavori, tra press, buyer.

È stata l’occasione per raccontare chi sono e cosa rappresenta TheVerticaLine, in un contesto dove pelle, visione e sperimentazione dialogano. In quel contesto urbano e vibrante, la verticalità del mio progetto, simboleggiata dal logo, dalla ricerca materica, dalla tecnologia invisibile, è diventata linguaggio visibile, interpretabile, attivo. È lì che ho potuto far emergere il fil-rouge che lega la mia radice artigianale e il desiderio di superare confini.

La collezione Primavera/Estate 2026 è stata intitolata “L’equilibrio imperfetto”: ogni sneaker racconta un’estetica contemporanea che fonde il gesto umano all’imperfezione digitale, celebrando l’asimmetria, il contrasto, la vibrazione visiva e tattile e l’accostamento inaspettato. Se ti guardi indietro quale è stato l’accostamento inaspettato che ha cambiato la tua vita o modificato le tue scelte di vita? In questa fase ti senti più in equilibrio con te stessa?

Mi pongo continuamente domande e mi metto costantemente in discussione: non mi accontento mai di ciò che ho raggiunto, perché credo che ogni traguardo sia solo un punto di passaggio verso qualcosa di nuovo. I festeggiamenti durano il tempo di un pensiero, il giorno dopo sento già il bisogno di ripartire, di creare, di cercare un’altra vetta da raggiungere. Prima di lanciarmi in un progetto mio ho sempre lavorato per altri, imparando a riconoscere la qualità con gli occhi e con le mani, a comprendere le logiche del prodotto, del ritmo produttivo, dello stile. Quell’esperienza è stata la mia palestra: mi ha insegnato la precisione, ma anche i limiti di restare dentro i confini di qualcun altro. Quando ho deciso di creare TVL | TheVerticaLine, è stato come aprire una porta verso l’ignoto, uscire dalla comfort zone e imparare, giorno dopo giorno, a essere imprenditrice oltre che creativa.

Cerco il disequilibrio non per instabilità, ma come condizione necessaria alla crescita. È nel momento in cui tutto sembra incerto che riesco a vedere con più chiarezza chi sono e dove voglio andare. Le scelte che hanno davvero cambiato la mia vita sono sempre state quelle che mi hanno costretta a lasciare il terreno sicuro per seguire un’intuizione, anche quando non avevo garanzie. È da quella spinta, da quel coraggio di mettermi in gioco, che nasce anche TheVerticaLine: un progetto che riflette il mio modo di vivere la creatività come evoluzione continua, come desiderio di imparare, migliorare e dare sempre qualcosa in più, a me stessa e a chi sceglie di condividere questo percorso.

Quanta tecnologia e innovazione digitale è stata utilizzata in questa collezione?

In questa collezione abbiamo voluto spingerci oltre, portando avanti la ricerca tecnologica che caratterizza i nostri modelli. Ogni sneaker integra un chip su entrambi i lati, nella linguetta del piede sinistro e del piede destro: un dettaglio invisibile ma fondamentale, che crea un dialogo autentico tra il prodotto e chi lo indossa. È una tecnologia pensata non come ornamento, ma come estensione dell’esperienza, estensione espressiva: un ponte tra artigianalità e futuro. L’obiettivo è trasformare la sneaker in qualcosa di vivo, capace di connettersi, raccontare, evolvere insieme alla persona. Dietro questo progetto c’è anche Revibes, una start-up che condivide con noi la stessa visione di innovazione sensibile e umana.

Insieme abbiamo sviluppato una tecnologia che non si limita a stupire, ma che aggiunge significato, un modo per far dialogare mondi diversi, quello del design e quello del digitale, mantenendo sempre l’essenza di ciò che è fatto a mano. Tutto questo senza rinunciare alla nostra radice più profonda: la manifattura italiana. Ogni modello è realizzato con la cura e la precisione di mani esperte, in un equilibrio costante tra tradizione e innovazione. È in questa unione, tra tecnica, emozione e design, che TheVerticaLine trova la sua vera identità.

Tessuti selezionati per questa collezione?

Abbiamo scelto materiali sorprendenti e raffinati, capaci di raccontare la nostra idea di eleganza contemporanea. Ogni tessuto, ogni pelle, è il risultato di una ricerca attenta e di una sensibilità materica che parte dall’artigianalità italiana e si apre alla sperimentazione. Raffia intrecciata in diverse lavorazioni, cotone operato gommato e satinato, suede jungla e smerigliato, lino naturale, pelle nubuck, denim serigrafato e vitello intrecciato: elementi diversi che convivono in armonia, creando contrasti tattili e visivi. Il loro incontro dà vita a sneaker che non si limitano a seguire le tendenze, ma le reinterpretano con una personalità propria. Ogni superficie diventa un linguaggio, ogni finitura un segno distintivo: un equilibrio sottile tra naturalezza e tecnologia, tra comfort e carattere.

La vostra collezione celebra l’individualità, dove ogni modello è genderless, pensato per chi sceglie di raccontarsi senza etichette. Se dovessi raccontare la tua individualità come la esprimeresti?

La esprimo costantemente con il mio modo di essere, lasciando che ogni decisione nasca da ciò che sento, da un istinto che scelgo di ascoltare fino in fondo. Credo che la vera coerenza sia quella con sé stessi, con le proprie emozioni, con ciò che ci muove davvero e per questo mi lascio guidare senza freni inibitori o calcoli. Dare fiducia alle proprie sensazioni significa permettere alla creatività di fluire liberamente, senza paura di uscire dagli schemi. È così che riesco a trasformare ciò che provo in qualcosa di concreto: in idee, visioni, progetti che portano la mia firma, ma anche la mia parte più autentica. In fondo, è questo il cuore di TheVerticaLine: un percorso che nasce dall’ascolto interiore e si traduce in forme, materiali e dettagli che raccontano emozioni vere.

Durante la Fashionweek milanese per presentare la nuova collezione avete realizzato una vera e propria mostra fotografica, attraverso dieci scatti su tela, che non erano semplici immagini ma traduzioni visive della tridimensionalità della materia: dettagli ingigantiti, superfici rivelate in tutta la loro intensità, visioni che trasformano ciò che è microscopico in esperienza estetica. Come è nata questa idea?

Ho sentito il bisogno di raccontare ciò che spesso rimane invisibile: la vita che scorre dentro ogni dettaglio. Da qui è nata l’idea di una mostra fotografica dedicata all’artigianalità e alla cura dei materiali che rendono TheVerticaLine unica. Insieme al fotografo Stefano Facca, fotografo e visual storyteller, abbiamo costruito un racconto visivo che esplora l’essenza del fare a mano. Il suo sguardo, attento alla materia e alla luce, si sposa perfettamente con la filosofia del brand: dare valore al dettaglio, elevare ciò che è reale, restituire profondità alle cose autentiche. Il lavoro di Stefano nasce dall’osservazione del gesto artigiano e dall’intento di catturare la verità che si cela nelle superfici, nei segni, nei frammenti di luce. La sua sensibilità visiva si intreccia naturalmente con la visione di TheVerticaLine, dando forma a un racconto condiviso di autenticità e ricerca. Attraverso scatti macro abbiamo voluto dare voce a ciò che di solito passa inosservato: le cuciture, le texture, le piccole imperfezioni che raccontano il passaggio delle mani, il tempo, la dedizione.

Ogni immagine è un invito a guardare più da vicino, a riscoprire la bellezza dell’autentico, di qualcosa che potrebbe essere altro, quasi irriconoscibile. Perché in un prodotto artigianale l’imperfetto non è un errore: è la sua anima, la sua firma irripetibile. In quell’imperfezione vive la verità del fare, e forse anche la mia, il desiderio di mostrare che la perfezione, a volte, è semplicemente ciò che è reale. Questo progetto ha un valore anche più profondo, nasce da un dialogo tra due mondi artigianali che si incontrano: il mio e quello di mio padre. Lui è falegname, realizza mobili su misura con la stessa cura con cui io creo le mie sneaker. Nelle sue mani ho ritrovato lo stesso linguaggio fatto di precisione, intuito e rispetto per la materia. La sua esperienza e la sua professionalità sono diventate parte del mio percorso, una presenza silenziosa ma fondamentale, che mi ha insegnato che ogni gesto manuale può essere anche un gesto d’amore. Oltre che un aiuto pratico su task che fanno parte della quotidianità.

È così che TheVerticaLine continua a crescere: unendo generazioni, visioni e sensibilità diverse, quella dell’artigiano, della designer e del fotografo, in un unico sguardo dedicato alla verità delle cose fatte con le mani.

La mostra invitava anche a guardare oltre l’oggetto finito, svelando ciò che normalmente resta invisibile: il know-how, l’expertise e la cura maniacale che rendono ogni pezzo unico. La lente del fotografo Stefano Facca catturava non solo la materia prima ma anche la precisione infinitesimale del gusto artigianale, omaggiando il saper fare italiano. Da italiana cosa ti rende orgogliosa della tua terra e quale parte del patrimonio culturale è importante tramandare?

Sono profondamente orgogliosa dell’Italia, di ciò che rappresenta, della sua storia e della sua memoria viva. È un Paese che ha saputo insegnarci la bellezza del fare, la forza di trasformare l’esperienza in arte, il passato in ispirazione. In ogni laboratorio, in ogni bottega, si respira una cultura che non appartiene solo al tempo, ma al gesto: quello delle mani che costruiscono, che tramandano, che custodiscono saperi antichi e li rendono attuali.

Credo sia fondamentale non dimenticare questi valori: la perseveranza, la dedizione, la disciplina, il sacrificio. Sono le radici che ci spingono ad andare oltre, a innovare senza smarrire la nostra identità. È da qui che nasce anche TVL | TheVerticaLine: dal desiderio di celebrare ciò che siamo, unendo la tradizione italiana alla spinta verso il futuro, con la consapevolezza che l’eccellenza non è mai un punto d’arrivo, ma un modo di vivere.

Se penso a un esempio che racchiude tutto questo, penso alla mia città, Bergamo. Un luogo dove l’operosità è quasi silenziosa, ma carica di sostanza. Dove le persone costruiscono più di quanto raccontino, e dove dietro ogni gesto quotidiano si nasconde un’anima buona, autentica. Durante la pandemia del 2020, Bergamo è diventata il simbolo di un dolore profondo, ma anche della capacità di rialzarsi. Quella tragedia l’ha portata agli occhi del mondo, e paradossalmente, proprio attraverso quel momento drammatico, molti hanno scoperto la sua bellezza: le mura veneziane patrimonio UNESCO, i vicoli che raccontano secoli di storia, e soprattutto lo spirito delle persone, fatto di resistenza e resilienza. È in questa forza silenziosa che mi riconosco.

Bergamo mi ha insegnato che anche dalle ferite può nascere qualcosa di luminoso, che l’identità non si misura nella perfezione ma nella capacità di restare fedeli a sé stessi mentre si cambia. TheVerticaLine porta con sé proprio questo spirito: la volontà di onorare la nostra eredità culturale e insieme di guardare avanti, trasformando il “saper fare” italiano in linguaggio contemporaneo, vivo, capace di emozionare chi lo incontra.

La Puglia è una regione che ti accompagna costantemente nella creazione delle tue collezioni, cosa ammiri di questa terra e quale la sua unicità che cerchi di trasmettere nel tuo brand?

Sono profondamente orgogliosa dell’Italia, della sua memoria viva e del suo modo unico di trasformare l’esperienza in arte. In ogni laboratorio, in ogni bottega, si respira una cultura che non appartiene solo al tempo, ma al gesto: quello delle mani che costruiscono, tramandano, custodiscono. È da questa eredità che nasce TheVerticaLine: dal desiderio di celebrare la nostra identità artigianale unendola a una visione contemporanea, dove tradizione e innovazione dialogano con naturalezza. Il cuore pulsante del progetto vive in un laboratorio-boutique familiare a Specchia, nel Salento, dove padre e figlio realizzano ogni modello con un approccio profondamente umano. È un luogo di condivisione e silenzio creativo, dove io stessa divento parte della catena di realizzazione, seguendo ogni passaggio, prima e dopo, come un rituale.

La Puglia è una terra autentica, priva di artifici, dove tutto respira verità. Lì il tempo scorre con misura, come se ogni istante avesse un suo ritmo naturale. Ed è proprio da quella calma che nasce la mia ispirazione: un modo di creare che rispetta i tempi della materia, del pensiero e delle mani. Ogni sneaker porta con sé la luce del Sud, la spontaneità del gesto artigianale, la lentezza necessaria per dare forma a qualcosa che abbia un’anima. Le mie radici bergamasche, invece, mi hanno insegnato la forza della disciplina, la concretezza del lavoro e la capacità di rialzarsi. In quel contrasto, tra l’operosità del Nord e la quiete del Sud, ho trovato l’equilibrio di TheVerticaLine: un brand che nasce dall’incontro tra due Italie, due ritmi, due modi di intendere la bellezza. Per noi la bellezza non è mai forzata. È il risultato di un processo sincero, fatto di cura, equilibrio e tempo. Perché solo ciò che nasce con naturalezza riesce davvero a durare.