Due artisti con linguaggi creativi e approcci differenti che dialogano sorprendentemente tra loro. Artista eroe, il potere è il nome dell’esposizione artistica di Eleonora Orlando e Antonio Calascibetta, inaugurata il 16 ottobre 2025, alla galleria In via Cluverio Officina a Palermo, diretta dall’artista francese e curatrice d’arte, Josephine Flasseur. Più di 90 lavori che illustrano il rapporto dei due autori palermitani con il potere, la loro visione politica, la loro determinazione nel creare e rivelare imponendosi con gesti di critica, di denuncia, di forza e di libertà in senso ampio, che nulla può fermare. Da una parte ci sono le opere ironiche, taglienti, colorate, dirompenti di Momò Calascibetta, dall'altra i colori della realtà fissati da un occhio attento, curioso, a volte malinconico, che è quello della fotografa, Eleonora Orlando. Ieri e oggi.

Il tutto per descrivere il Potere e dare senso al potere dell'arte che, quando utilizzato bene, è come il potere di un supereroe perché può smascherare ipocrisie e soprusi. Fotografa, allieva di Letizia Battaglia, Eleonora Orlando ha vissuto per oltre 15 anni tra la Francia e il Canada, arricchendo la sua prospettiva artistica, per poi ritornare a Palermo. Ha esposto in Italia e all'estero e nel 2023 è stata premiata alla Widc Women Artists Exhibition tenutasi in Turchia. Oggi espone nella sua città mostrando molti scatti mai esposti prima, comprese foto più private. Cresciuta a contatto con la politica, Eleonora ha dovuto imparare molto presto a custodire la propria interiorità dalle scosse e dalle deflagrazioni del potere in un momento storico difficile per la città di Palermo. Le sue 40 opere fotografiche, compongono una sorta di archeologia del presente e antropologia visiva di Palermo: il popolo, la sua gioventù, i salotti, gli abiti, le posture. Infiltrandosi negli interstizi della società, Orlando coglie i simboli e gli eccessi di una borghesia irrigidita, rivelando ciò che si incrina dietro le apparenze. Il suo gesto artistico è una forza di emancipazione: tenera ma incisiva, la sua fotografia denuda senza mai umiliare.

Rose (2025), l’opera scelta come immagine della mostra, ritrae una donna in abito da sera tempestato di paillettes, senza volto, colta nel movimento sinuoso delle braccia. Un ritratto sognante di bellezza, ambiguità, lontana da ogni gravità che attraversa il mondo e su cui lo sguardo di Orlando si posa con leggerezza e senza alcun compiacimento. Amico di scrittori come Leonardo Sciascia, Vincenzo Consolo e Gesualdo Bufalino, Antonio Calascibetta, in arte Momò (scomparso nel 2022, all’età di 73 anni) ha prodotto le sue tele tra Palermo e Milano attraversando varie fasi creative che trovano rappresentazione nelle opere selezionate: dalla serie Comiso park (1984) con cui denunciò con l’irriverenza della satira i pericoli della guerra e di una base missilistica a Comiso, in Sicilia, al Giardino delle delizie (2020) che rappresenta pregi e vizi della società contemporanea, alla crudezza di disegni come Codice a barre (2018): i piedi di un uomo affiorano da sotto un lenzuolo con un cartellino appeso tra le dita, ciò che rimane di un’esistenza. I suoi 50 dipinti, alcuni inediti resi disponibili dai famigliari, sono rappresentati da pitture, disegni e acquarelli , realizzati dagli anni Sessanta al 2022. Per Calascibetta, ogni tela è uno spazio di insubordinazione. “Insolente fino all’ultimo respiro, ha dipinto le smorfie, le farse, i percorsi oscuri intrapresi dalla politica. Artista-eroe dei tempi moderni, Momò non aveva altra armatura che le sue visioni e il suo stupefacente talento”, scrive Josephine Flasseur nel testo critico che accompagna l’esposizione.

All’origine della scelta del tema della doppia personale c’è la visione sull’arte della curatrice: “In quanto francese – spiega la curatrice - ho sempre interiorizzato l’idea che l’arte debba essere politica. Prima di scoprire Palermo, ero ben preparata da tutta la mitologia politica e sociale legata alla Sicilia e alla città, ma non avevo ancora percepito come l’identità e la storia potessero incarnarsi qui nell’arte contemporanea. Forse è audace, in quanto francese, fare una mostra a Palermo su questo tema e mettere i piedi nel piatto… Abbiamo una storia politica europea comune e, in quanto paesi vicini, mi sembra che ci siamo confrontati con difficoltà simili. Mi sento molto coinvolta nelle questioni della politica italiana. Ma non mi sono davvero posta la domanda in questi termini: agisco secondo ciò che mi sembra giusto, d’istinto, senza giudizio o intenzione di divisione, anzi. Piuttosto con la gioia di presentare questi due artisti partendo dal principio che la bellezza scuote, la bellezza unisce…”. Un percorso capace di far dialogare questi due artisti attorno al tema del potere permettendo di confrontare due punti di vista e due pratiche differenti ma anche la stessa sete di libertà e un impegno artistico incrollabile. La mostra ha il sostegno e il patrocinio dello studio legale Palmigiano e associati che, con il progetto “Palmigiano e Associati per l’Arte”, promuove iniziative che uniscono legalità, creatività e valorizzazione del territorio, offrendo supporto concreto a talenti emergenti e realtà artistiche di valore. he di valore.