Sabato 1 Novembre 2025 alla Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Viareggio (GAMC), si inaugurerà una grande mostra dedicata a Bernardino Luino. Curata da Adriano Primo Baldi, riassume attraverso l’esposizione di circa 100 opere tra quadri ad olio, tecniche miste e 59 opere grafiche nelle diverse tecniche di incisione, un carattere comprensivo dei diversi periodi creativi del maestro.

Un’accurata selezione delle opere, in gran parte provenienti da collezionisti italiani e stranieri, sono il risultato di un impegno rigoroso che ha passato in rassegna un consistente numero di opere realizzate nel corso di cinquant’anni di vita. Ed è proprio quest’anno il cinquantesimo anniversario dall’esordio espositivo di Luino avvenuto a Firenze nel 1975 presso la Galleria Aglaia.

Questa personale è certamente l’esposizione più completa realizzata nel corso della storia artistica del pittore. Le grandi sale espositive della GAMC consentono un adeguato allestimento con la possibilità di dare spazio ai diversi periodi creativi di Bernardino Luino: da quello milanese, a quello americano e francese.

Si tratta di una mostra che si inserisce a pieno titolo tra quelle di grande prestigio realizzate dalla GAMC negli ultimi dieci anni. Mostre che comprendono i grandi nomi della pittura del Novecento e che vanno da Lorenzo Viani, alla collezione Pieraccini: collezione che comprende opere di De Chirico, Carrà, Sironi e altri grandi artisti; senza contare poi le mostre di grande prestigio che il Comune di Viareggio ha realizzato in questi anni: da Émile Lévy a Sandro Luporini; dai Pittori della Metacosa a Giulio Turcato.

L’incisione per Luino è da sempre una forma espressiva della massima importanza così come lo è stata per Giorgio Morandi. Il corposo catalogo di 220 pagine, edito da ADAC (Associazione Diffusione Arte Cultura), contiene due saggi di particolare rilievo degli storici Roberto Cresti e Luca Pietro Nicoletti, più testi critici di Lorenzo Fiorucci, Giuseppe Fusari, Roberto Luciani e Silvia Tomasi. Negli Apparati vi sono interventi critici di importanti storici dell’arte italiani a partire da Philippe Daverio e Vittorio Sgarbi.