Siamo felici di annunciare una mostra personale di Chung Eun-Mo (Seoul, 1946) negli spazi al piano terra della galleria Monica De Cardenas a Zuoz. Le opere occuperanno ambienti di forte identità architettonica: l’antico ingresso voltato e l’ex-fienile retrostante, uno spazio verticale e arioso in cui il soffitto sale da cinque a oltre otto metri d’altezza. In questo contesto, l’incontro tra l’opera di Chung Eun-Mo e l’architettura storica della galleria non è solamente un dialogo, ma una costruzione condivisa dell’esperienza visiva: lo spazio modella la percezione dell’opera, e l’opera, a sua volta, attiva una nuova lettura dello spazio.

Per la mostra Shape of light Chung ha selezionato un nucleo di opere sagomate, realizzate principalmente a partire dagli anni Ottanta all’inizio dei Duemila. La scelta non è casuale: questi dipinti, definiti da forme geometriche asimmetriche e da campiture cromatiche pure, si relazionano in modo diretto con l’architettura circostante. Le tele sagomate parlano con i volumi dell’ambiente, rispondendo agli archi, alle aperture e alla grande vetrata che inonda di luce naturale l’interno della galleria. L’ampia parete bianca diventa una sorta di campo neutro che accoglie e rifrange le geometrie cromatiche delle opere, creando un ritmo visivo che si estende nello spazio. Le composizioni entrano così in risonanza con gli elementi architettonici, generando un’esperienza percettiva che è insieme pittorica e spaziale.

Al cuore della pratica di Chung Eun-Mo vi è una concezione del colore come manifestazione di luce. Per l’artista, la luce non è un soggetto da rappresentare, ma una qualità intrinseca della materia cromatica. Sagomando i dipinti, Chung ne rende visibile la capacità di emettere, riflettere e modulare luce: il colore diventa struttura, e la forma pittorica diviene architettura. In questo senso, le sue opere sembrano dare forma alla luce stessa: non una luce naturale, descrittiva, ma una luce percepita attraverso la relazione fra forma e colore.

Trasferitasi in Italia negli anni Ottanta, Chung Eun-Mo ha sviluppato un rapporto intenso e continuativo con la pittura rinascimentale. La sua relazione con la storia dell’arte italiana non si esprime attraverso citazioni dirette, ma si configura come un metodo di visione e di costruzione visiva. Sebbene la sua pittura sia astratta, mantiene un legame profondo con la tradizione figurativa, che si riflette nella composizione rigorosa, nell’equilibrio tra pieni e vuoti e nell’uso del colore come elemento strutturale e relazionale. In questo senso, l’interesse di Chung per il lavoro di Piero della Francesca non è casuale, bensì punto saldo nella sua formazione visiva e pittorica: in entrambi, lo spazio è anche mentale, organizzato secondo principi di chiarezza e proporzione. La luce è costruita per rapporti interni, e il colore agisce come strumento di articolazione spaziale. I lavori di Chung Eun-Mo evocano spazi mentali e atmosfere sospese: alcune composizioni sembrano alludere a paesaggi o a strutture archetipiche, dove silenzio, misura e tensione formale prendono il posto della narrazione. Il risultato è una pittura che, pur essendo radicalmente non figurativa, conserva una risonanza percettiva: genera immagini nella mente, più che rappresentarle.

(Testo di Micola Clara Brambilla)