In un angolo di Italia sorge Vietri sul Mare. Cittadina campana che, come la vicina Cava De’ Tirreni, produce e conserva manufatti in ceramica di valore inestimabile.
Vietri sul Mare, non è solo un luogo geografico ma è patrimonio collettivo.
Qui,ogni bottega è un tempio che onora la memoria e numerose realtà imprenditoriali tengono viva un’arte antica, rendendo la ceramica uno dei pilastri dell’economia e dell’identità locale.
Lo storico manufatto viaggia dall’essere elemento decorativo e arriva a configurarsi anche come pilastro fondante di uno spazio narrante, che attraverso un materiale, comunica.
Si parte dall’argilla, si passa dalle mani e poi la cottura, la smaltatura e come in un rito antico la tecnica incontra la sensibilità artistica.
Uno degli strumenti fondamentali nel processo di realizzazione dell’artigianato ceramico è il tornio, che costituisce l’incontro tra la tecnica e l’intuizione.
Per chi cresce in un’epoca caratterizzata da ritmi accelerati, è complesso accettare le tempistiche della creazione artigianale con le sue relative attese.
L’apprendimento non è rapido ed il risultato non è immediato: serve tempo, errore e memoria corporea.
Il tornio oggi chiede di fermarsi ed ascoltare la materia, abitando il processo e di conseguenza trova con fatica uno spazio nelle nuove generazioni mettendo a rischio il domani di un mestiere antico che caratterizza il processo di realizzazione del manufatto ceramico.
Attraverso questo strumento meccanico, all’artigiano è concesso plasmare l’argilla, modellandola in forme che prendono vita da questo rito antico e di trasformazione.
In alcune botteghe di Vietri sul Mare, il tornio è ancora oggi il centro pulsante della tradizione che si rinnova a partire delle proprie origini con precisione e lentezza.
Ogni pezzo di ceramica diventa una parte della nostra casa che racconta chi siamo.
Abitare non è occupare spazi, ma vivere profondamente radicandosi e le ceramiche costituiscono una forte impronta identitaria.
Abitare significa circondarsi di oggetti pregni di memoria, di mani, tempo e radici.
Abbiamo bisogno di ambienti che ci rispecchino e ci accolgano; necessitiamo di perimetri in grado di raccontare chi siamo.
Un manufatto, una volta completato, non è alla fine di un processo ma nell’incipit di uno nuovo.
Dalla tazzina alla piastrella: il processo di creazione degli artigiani, infatti, consente di dar vita ad oggetti con la capacità di insinuarsi con naturalezza nella quotidianità degli individui.
Questi prodotti, diventano veri e propri diari materiali, testimoni silenziosi del nostro abitare, in grado di raccontare storie ed evocare memorie.
Di conseguenza, ogni elemento diviene consueto oggetto ma anche protagonista silenzioso, perfettamente integrato nella trama delle storie di vita.
Nulla è neutro, tutto comunica, quindi, oggi più che mai, è importante dire che architettura e l’arredamento degli interni non si limita alla funzione ma assume un ruolo attivo nel favorire lo stato di salute totale.
Alcuni studi neuroscientifici lo dimostrano: l’ambiente in cui viviamo, compresi i colori, le disposizioni spaziali e la presenza naturale negli interni sono in grado di impattare il nostro benessere emotivo e fisico.
La casa dunque, smette di essere sfondo: diventa protagonista del nostro benessere quotidiano.
Prendersene cura significa anche contribuire a scrivere la propria storia, un dettaglio alla volta.
Respirare questa realtà è un privilegio, perché mi ricorda che nella frenesia del mondo corrente, esistono ancora mani che comunicano dando forma alla materia.
Come in un viaggio di ritorno alle radici più antiche del fare umano, la manualità ci accompagna dalla notte dei tempi.
Sapere che in un angolo del sud tra le tante realtà artigianali ce ne sia una che centralizzi gli sforzi affinché il fattore umano non sia marginalizzato, dando ancora spazio all’attesa, al tempo lento, alla cura mi ricorda che in fin dei conti è nel processo di ogni creazione che questi acquisisce profondità.
Di conseguenza prende forma la certezza di una sacralità attorno al rito della creazione umana, perché in sé è in grado di racchiudere la presenza viva, di chi ha saputo lasciare nella materia, un traccia di se stesso.
L’identità si fa spazio nel materiale, nel relativo colore e nell’umana imperfezione, facendo sì che ogni singolo manufatto per quanto possa esser costruito in serie abbia una specifica caratteristica: l’irripetibilità.
Ogni ceramica racconta qualcosa della storia di chi l’ha creata e di chi l’ha richiesta, facendo in modo che ogni forma diventi spazio di relazione.
L’artigianato acquisisce maggiore valore quando si configura come un’alternativa sostenibile alla produzione di massa dominante sul mercato.
Ogni pezzo realizzato artigianalmente come frutto di un processo lento e attento valorizza le risorse locali ed esalta le tecniche tramandate da generazioni.
Attraverso la ceramica, le comunità locali preservano la propria storia e la rinnovano continuamente.
L’identità, viva e mutevole, si trasmette di mano in mano, come un linguaggio che evolve mantenendo storicamente se stessa e da questo angolo di Sud le ceramiche compiono un viaggio che non ha confini, che dal locale si insinua al globale.
Attraverso l’esportazione queste opere artigianali rappresentano la costiera amalfitana nel mondo.
Custodendo echi di intrecci che valorizzano un fare umano che parla d’essere.
E cosi mediante l’argilla e i colori che parlano de mare e della storia di una terra, Vietri sul Mare, diviene molto più di un luogo.
Configurandosi come messaggio che arriva lontano, facendosi portavoce di un modo di vivere aperto ma radicato.















