La stampa d'arte e il mondo dell'autoproduzione stanno vivendo un processo di profonda trasformazione dovuto al contatto con nuovi mezzi di espressione visiva, nuove modalità per realizzare, combinare, moltiplicare e divulgare le immagini e le parole, reso possibile dalla presenza di tecnologie a costi accessibili sia moderne, come stampanti e macchine fotocopiatrici, che antiche, come tirabozze, presse e vecchie macchine tipografiche, utilizzate per dare corpo a elaborati grafici che combinano vari linguaggi.

A ciò si aggiunge l'introduzione di metodi di stampa atossica che hanno provocato e stanno consolidando un diverso approccio al lavoro e un rinnovato utilizzo dei materiali. A questo panorama di sperimentazione e quindi di movimento, appartiene l'incontro fra alcune antiche tecniche fotografiche utilizzate nell'Ottocento e il mondo della stampa e dell'incisione, fra la kallitipia, la cianotipia, la gomma bicromata e l'acquaforte, l'acquatinta, la linoleumgrafia, la tipografia dai caratteri mobili.

C'è un filo conduttore che lega questi mondi, la possibilità di elaborare le immagini lentamente, osservandole man mano che prendono forma reagendo alle emulsioni fotosensibili nel primo caso e alla chimica nel secondo, ma anche il ricorso alla stampa manuale, alla sperimentazione di supporti, alla contaminazione delle procedure. Si può, così, ricorrere a metodi antichi per elaborare immagini del passato rinnovandone però la forma e, di conseguenza, il contenuto. Come è successo per la serie di cartoline Se a Bologna ci fosse il mare: pubblicate negli anni Sessanta, ritraggono Bologna come Venezia, grazie al ricorso di azzardate sovraimpressioni a colori di canali, gondole e ragazze in costume che contemplano il mare dalle Due Torri o che solcano Piazza Maggiore immersa in un notturno Strum und Drang. Una bizzarria effetto della pratica del fotomontaggio nel contesto della produzione di “carte povere”, ovvero di quei prodotti a stampa dalla tipologia variabile usati sempre più frequentemente dalla seconda metà dell'800 nel mondo della reclame prima e della pubblicità poi.

La rielaborazione artistica di questa serie, operata dalle mani degli artisti che frequentano l'atelier Le MagnificheEditrici e resa possibile dal ricorso alla kallitipia e alla cianotipia, è confluito nella creazione di una tiratura speciale di stampe fatte a mano in blu e in bruno, in cui viene restituito tutto il sapore rétro degli originali, condito, però, da una nota sensuale e ironica al tempo stesso. Stessa sorte per i ritratti di famiglia, che in virtù di questa nuova dimensione artistica, diventano accostabili alla vista e al cuore perché meno impregnati del senso greve del tempo trascorso.

Anche il segno di un pastello, di una matita, di una calligrafia o di un carattere tipografico in legno si prestano al gioco della trasformazione, così come quello di un'acquaforte, di una puntasecca o della sgorbia sul linoleum: sottoposte a un'operazione artistica di “viraggio”, queste tracce vengono attualizzate e traghettate verso una dimensione di maggiore leggerezza e contemporaneità. I viaggi nel ricordo familiare o i ricordi di un viaggio familiare possono così diventare souvenir personalizzati, frutto dell'ibridazione che nasce dall'incontro di tecniche e produzioni del passato, posti al servizio di nuove e soggettive sensibilità.

Le MagnificheEditrici

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