Tornabuoni Arte Firenze presenta la mostra Arte povera: la bellezza dell’essenziale, un omaggio al movimento, teorizzato dal critico d’arte Germano Celant, che ha segnato profondamente l’arte della seconda metà del Novecento, riunendo alcuni dei capolavori storici dei suoi principali protagonisti, tra cui Alighiero Boetti, Pier Paolo Calzolari, Jannis Kounellis, Mario Merz, Giulio Paolini, Pino Pascali, Michelangelo Pistoletto, Gilberto Zorio.

“L’opera poverista” è contrassegnata dal punto di vista organico, fisico, dalla simultanea presenza di vuoti e di pieni, evidenzia Bruno Corà, critico d’arte e presidente della Fondazione Alberto Burri, nel suo contributo all’interno della pubblicazione Arte Povera, Dialoghi (Forma Edizioni, 2024). “Un’opera aperta” che lascia spazio all’intervento dello spettatore che contribuisce alla determinazione e al completamento del messaggio estetico, come nel lavoro di Pino Pascali, di Michelangelo Pistoletto e di altri artisti rappresentati in questa sede.

Un linguaggio visivo al tempo stesso eterogeneo e inclusivo, di protesta e poetico, che ha anticipato alcune delle questioni più urgenti del nostro tempo, come la nozione di belle arti, l’ecologia e il colonialismo, e continua ad avere un impatto significativo sulla creazione artistica contemporanea.