Update! E un progetto artistico ed iniziatico.
Update! Per evocare una volta ancora il mio interesse per lo shock permanente delle culture di massa,
Un progetto come un grande punto interrogativo sull’immaginario di un grande mondo,
Un progetto ritratto dell’uomo-molteplice, uomo-dio, uomo-culto, uomo di riti e di tabù,
Update! come uno sconvolgimento visuale di credenze e tradizioni,
Una testimonianza plastica che mescola suoni ed immagini, forme e odori, un’Art-chitettura costruita come rivelatore al cuore dei costumi attuali,
Update! è l’incertezza, ed è anche e forse solo l’incomprensione.

(Pascale Marthine Tayou)

Con queste parole Pascale Marthine Tayou introduce Update!, la nuova mostra personale che realizza per Galleria Continua dove presenta, oltre ad una serie di recenti lavori, opere concepite ad hoc per gli spazi espostivi dell’ex cinema teatro di San Gimignano.

E’ difficile trovare una definizione per identificare il processo poetico che Pascale Marthine Tayou mette in atto, sempre sospeso tra il racconto eccentrico e colorato del quotidiano e la necessità di mescolare situazioni, peculiarità umane e geografie. Per l’artista l’opera nasce in stretta contiguità con la vita; le sue installazioni hanno origine nelle sue personali esperienze e dall’assunzione di materiali o di immagini trovate; e hanno a che fare con la circolazione continua degli individui e degli oggetti nel mondo. Il viaggio, l’incontro, l’energia, la spontaneità e la casualità vi hanno un ruolo fondamentale.

La mostra che Pascale Marthine Tayou realizza per Galleria Continua esplora l’idea del viaggio così come la capacità di misurarsi con una realtà in continua trasformazione. Consapevole di una geografia che si fa sempre più mobile l’artista concepisce il viaggio non solo come condizione di vita, ma come dimensione psicologica capace di sovvertire i rapporti sociali, gli assetti simbolici e psicologici, politici, economici del vivere. “Molta della gente che ho incontrato pensa che io sia un "artista”, ma io mi considero più come un viaggiatore. Traghettatore del vuoto e cercatore del nulla, delinquente di lusso alla ricerca dei piaceri. Io sono un insaziabile e ho sempre voglia di svelarmi. A volte mi nascondo nel mio specchio e spesso lo rompo, lo infrango, ogni giorno muto e ogni giorno che passa spero di essere il contrario del mio io nell’anima di quelli che pensano di sapere chi io sia. È una certezza che viaggiare è la speranza di incontrare la magia che nasconde i misteri del razionale umano”. Questo rispondeva Tayou alla richiesta di un giornalista di dare una definizione del termine ‘viaggio’. In Update! il viaggio è evocato dalle cartoline di Menu Familial, dalla piccola moto francese – «mobylette» – rivestita di oggetti e materiali africani e ancora, da opere come Landscape o Terres Riches, rappresentazione onirica e al contempo realistica di una terra ricca e lontana.

Immaginario della migrazione, intraducibilità di culture lontane tra loro, paradossi e soluzioni inventive che nascono nell’ambito di processi di appropriazione. Questi sono i temi che sviluppano le Falling Houses. Queste opere ci danno l’immagine di un mondo nuovo e capovolto, una forma di carnevale dove i poveri diventano ricchi, dove i bambini del Camerun si vestono con i costumi di personaggi della cultura occidentale. Lo stesso accade in altre opere in mostra, come ad esempio nelle stampe su legno L’Ecole des Clowns e nei Poupées Pascale, risultato dell’ibridazione di tradizioni diverse: quella europea, con la tecnica del cristallo soffiato, e quella africana con la forma del feticcio. La mimesi culturale operata da Tayou parte dall’identità tribale, per arrivare ad una lettura dei personaggi in chiave contemporanea e globale. Raffinati e coloratissimi, i Poupées rappresentano un ponte tra spirito e materia, rappresentano uno spazio fluido dove i confini geografico-culturali si annullano per parlare di sacralità e di vita.

Nel contesto della cultura di massa, la mescolanza e lo sviluppo anarchico possono condurre a situazioni di crisi, creando problematiche che mettono in pericolo l’intera umanità. Tra queste problematiche Update! fa emergere l’inquinamento del pianeta, ma anche l’esaurimento delle risorse energetiche che generano conflitti. I ‘tentacoli’ annodati di Octopus ne sono metafora. Malgrado questi aspetti negativi, Pascale Marthine Tayou non smette di ricordarci che l’incontro è la ragione e l’origine della vita, lo fa con opere che sono vere e proprio celebrazioni della vita, declinazione della poesia e della natura fisica del sentimento amoroso, come Graffiti neon e Scene of Life.

Pascale Marthine Tayou nasce a Nkongsamba, in Camerun, nel 1966. Vive e lavora a Gent. L’opera di Pascale Marthine Tayou, oltra a mediare diverse culture e a porre in relazione uomo e natura, si configura come costruzione sociale, culturale o politica. Le sue opere si compongono attraverso un processo di accumulazione tra elementi eterogenei. Gli ambienti ai quali l’artista dà vita nei suoi progetti espositivi, sono coinvolgenti e variopinti, carichi di stimoli, sollecitazioni visive, pensieri, parole, personaggi e mettono in atto /attivano veri e propri cortocircuiti tra immaginazione e realtà.

Attivo dalla metà degli anni Novanta, l’artista ha preso parte a importanti esposizioni e rassegne internazionali a partire da Documenta 11 (Kassel, 2002) e Münsterland Skulptur Biennale (Münster, 2003), per arrivare alle Biennali di Istanbul (2003), Lione (2005), Venezia (2005 e 2009), L’Avana (2006). Numerose le mostre realizzate in importanti musei e prestigiosi spazi espositivi di tutto il mondo (Kunsthalle di Vienna, Museum of Contemporary Art di Chicago, Grand Palais di Parigi, SFAI di San Francisco, Talpiot Beit Benit Congress Centre di Gerusalemme, Tate Britain di Londra, Musée d'Art Moderne et Contemporain di Toulouse, Hayward Gallery di Londra).

Tra le mostre personali ricordiamo: MACRO (Roma, 2004 e 2013), S.M.A.K. (Gent, Belgio, 2004), MART (Herford, Germania, 2005), Milton Keynes Gallery (Milton Keynes, UK, 2007), Château de Blandy-les-Tours, (Blandy Les Tours, Francia 2008), Benedengalerie Culturcentrum (Kortrijk, Belgio, 2009), International Film Festival (Rotterdam, Olanda, 2010), Malmö Konsthall (Malmö, Svezia), Gare Saint-Sauveur, lille3000 (Lille, Francia), Goethe Institut Johannesburg (Johannesburg, Sud Africa) nel 2010, MAC (Lione, Francia), Mudam (Luxembourg) nel 2011, La Villette (Parigi) nel 2013 e KUB (Bregenz) nel 2014.

Galleria Continua

Via del Castello, 11
San Gimignano 53037 Italia
Tel. +39 057 7943134
info@galleriacontinua.com
www.galleriacontinua.com

Orari di apertura

Lunedì - Sabato
Dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 14.00 alle 19.00

Immagini correlate
  1. Pascale Marthine Tayou, Home Sweet Home, 2014, gabbie di metallo, vestiti|metal cages, dresses , dimensioni variabili | variable dimensions, Courtesy the artist and Galleria Continua, San Gimignano / Beijing / Les Moulins, Photo by Ela Bialkowska, Okno Studio
  2. Veduta generale della mostra | General exhibition view, Courtesy the artist and Galleria Continua, San Gimignano / Beijing / Les Moulins, Photo by Ela Bialkowska, Okno Studio
  3. Pascale Marthine Tayou, Cloth paintings, 2013, tessuto su legno/tissue on wood, 166 x 213 x 9 cm, Courtesy the artist and Galleria Continua, San Gimignano / Beijing / Les Moulins, Photo by Ela Bialkowska, Okno Studio
  4. Pascale Marthine Tayou, Sauveteurs / Couple de supporters, 2012, cristallo, materiali vari, crystal, mixed media, 150 x 40 x 40 cm and 130 x 40 x 40 cm, Courtesy the artist and Galleria Continua, San Gimignano / Beijing / Les Moulins, Photo by Ela Bialkowska, Okno Studio (detail)
  5. Pascale Marthine Tayou, Menu Familial, 2000-2009, cartoline, espositore/postcards, postcards holder , 180 x 41 x 41 cm, Courtesy the artist and Galleria Continua, San Gimignano / Beijing / Les Moulins, Photo by Ela Bialkowska, Okno Studio
  6. Pascale Marthine Tayou, Plastic Tree; 09C, 2014, rami, sacchetti di plastica/branches, plastic bags, dimensioni variabili | variable dimensions, Courtesy the artist and Galleria Continua, San Gimignano / Beijing / Les Moulins, Photo by Ela Bialkowska, Okno Studio