Ci sono certi momenti che si attendono per una vita intera. Nico Hulkenberg ha aspettato ben cinquemila e cinquecento novantatré giorni per il momento in cui avrebbe potuto finalmente provare la sensazione di salire su un podio di Formula Uno. 5593 giorni, 239 gare, mai un podio per il trentenne tedesco. Un record per la storia di questo sport, ma non il più glorioso da avere, a suo dispiacere. È il Gran Premio di Silverstone del 2025 ad avere l’onore di interrompere questa catena ed offrire a Nico gli allori e il bottino – un trofeo dalla firma Lego.
Il tedesco ha avuto una carriera complessa, non avendo mai posseduto una monoposto capace di poter mostrare al massimo le capacità del pilota; spesso costretto a lottare nelle retrovie della griglia. Una costante lotta per qualche punto in recenti anni, niente di più. Nel 2020, Hulkenberg rimase in Formula Uno solamente come un pilota di riserva per la squadra Racing Point (l’attuale Aston Martin), il suo sedile in Renault ceduto al francese Esteban Ocon; e si trovò in una tale posizione fino al 2023, quando riuscì a tornare sulla griglia a tempo pieno, grazie al sedile a stelle strisce dell’americana Haas, al fianco del danese Kevin Magnussen. Oggi, egli guida per la Sauber – dove era già passato, nel 2013.
La gara, quella domenica di luglio, non sembrava iniziare in suo favore. Qualificatosi diciannovesimo, Nico partiva dall’ultima fila della griglia; e certamente, il sogno di un podio era più che lontano in quel pomeriggio inglese. È stata la pioggia a permettere alla vettura svizzera di tornare in competizione, di tornare a sognare. Una gara magistrale da parte dell’intera squadra, degli ingegneri e del pilota tedesco, capace di prendere le giuste decisioni strategiche e di mettere in atto una delle più impeccabili performance della carriera, riuscendo a tenere dietro di sé il sette volte campione del mondo, Lewis Hamilton, nella sua Ferrari.
“È stato un tempismo perfetto. Ma direi che tutte le soste che abbiamo fatto oggi, non avrebbero potuto essere migliori. Abbiamo fatto i pit stop al momento perfetto, il che è molto difficile da fare, la squadra è stata impeccabile” ha spiegato il pilota, rammentando la gara, decantando e porgendo i complimenti più grandi alla sua squadra. È stato un trovarsi al posto giusto, al momento giusto, solamente grazie al duro lavoro di un’intera scuderia, che ha celebrato questo podio come se fosse una vittoria – ed è più che comprensibile, si potrebbe aggiungere!
Dal momento in cui le vetture si son fermate nel parc fermé un coro ha celebrato Nico Hulkenberg. Il suo nome ha colmato lo spazio sotto il podio britannico, illuminato dai colori vivaci della squadra, e risuonato nell’estesa campagna di Northamptonshire. “Il podio più atteso nella storia della F1 e il primo dal Giappone nel 2012”, ha affermato il team principal Wheatley dopo la gara, ricordando l’ultimo risultato di grande livello della squadra, quando Kamui Kobayashi aveva tagliato il traguardo in terzo posto. “Questo è stato un fine settimana di alti e bassi, ma alla fine, abbiamo tirato tutto insieme e quando l'opportunità era lì, abbiamo afferrato con entrambe le mani.”
È un momento che segna la storia della Formula Uno, che unisce i più diversi tifosi dello sport, che non può che far commuovere. Un’attesa così lunga che il pilota quasi temeva di essersi dimenticato come si celebrasse – e la sua confusione, a tratti, era quasi evidente, ma riscalda il cuore di chi osserva.
È stato bello, mi sono ricordato cosa fare, la coppa, lo champagne e tutto il resto. Lo facevo spesso nelle gare junior, ma poi ho dovuto aspettare un bel po'.
È un momento che segna non solo gli animi di chi lo vive e di chi lo osserva, smuovendo i moti interiori dei più sensibili, ma anche le classifiche punteggi. Grazie ad un punteggio del genere, la Kick Sauber ha collezionato ben 41 punti, saltando dal nono posto nella classifica costruttori al sesto; con il pilota tedesco, invece, che si piazza a sua volta al nono posto su ventuno, superando la Haas di Ocon.
Un intero paddock si abbraccia, stappa bottiglie di champagne – regalate dalle squadre avversarie, poiché completamente mancanti negli inventari della svizzera Sauber, talmente inaspettato questo risultato! L’amore e affetto verso gli uomini e le donne della squadra si fa sentire più che forte, tra i sorrisi e le lacrime. Il brasiliano Gabriel Bortoleto attraversa la distanza tra il proprio garage e il parco fermo di corsa per la semplice, commuovente, possibilità di essere il primo a riuscire ad abbracciare il compagno di squadra.
È un momento che, decisamente, tanto quanto è stato atteso, sarà difficilmente dimenticato. Ed è proprio questa la bellezza dello sport. L’amore, la passione, la capacità di non mollare mai, anche quando tutto sembra difficile. Anche quando la fortuna e il caso sembrano remare contro. La forza di esserci, di lottare. Nico Hulkenberg può dire di avercela fatta. Dopo tutto questo tempo, nonostante tutto.