Le proteine sono uno dei macronutrienti principali per l’organismo umano, accanto a carboidrati e grassi. Hanno un’importanza particolare essendo, dopo l’acqua, le molecole più presenti nelle cellule. A livello biologico lunghe sequenze di amminoacidi unite da legami peptidici formano le proteine, e proprio la disposizione dei vari “mattoncini” della catena peptidica ne definisce il ruolo nell’organismo. Otto degli amminoacidi che possono comporre le proteine sono detti ‘essenziali’, ovvero non sintetizzabili autonomamente dal corpo umano nelle quantità necessarie, e vanno quindi assunti tramite l’alimentazione.
Possiamo trovare le proteine sia in alimenti animali che in quelli vegetali, con una grande differenza nel valore biologico delle stesse, ovvero la quantità di amminoacidi essenziali presenti, che rendono complete le proteine di origine animale e carenti quelle di origine vegetale. Fortunatamente per chi sceglie di seguire un’alimentazione totalmente vegetale non va considerata l’assunzione di proteine da un singolo alimento, ma l’introduzione di tutti gli amminoacidi essenziali nel corso dell’intera giornata. Risulta quindi valida, oltre all’assunzione di carne, pesce, uova, latte e derivati, anche un’alimentazione che comprenda legumi, cereali, semi, frutta a guscio e alghe.
Nel corpo umano le proteine svolgono funzioni fondamentali, come dare struttura a tessuti, prendere parte alle difese immunitarie o trasportare l’ossigeno nel sangue; perciò, è importante che il fabbisogno giornaliero venga soddisfatto. L’apporto consigliato varia nell’essere umano in base all’età, sesso, livello di attività fisica, abitudini alimentari e corredo genetico. In generale negli adulti in buono stato di salute il fabbisogno ammonta a 0.83 g di proteine per kg di massa corporea, maggiore è invece in bambini e donne incinta.
Oggi nella maggioranza dei casi seguire una dieta mediterranea permette di avere un equilibrato apporto di proteine, raramente inferiore ai valori consigliati. È infatti più frequente che si verifichi un abuso di alimenti ricchi in proteine, complici le tendenze atletiche, le tecniche di dimagrimento in voga e il marketing.
Per comprendere il perché la dieta iperproteica trova così tanto riscontro, sono da analizzare gli aspetti positivi che tale alimentazione può apportare all’organismo umano: aiuta a sviluppare e mantenere la massa muscolare, con grande apprezzamento da parte degli sportivi, a discapito invece della massa grassa, costituendo quindi un vantaggio per chi ha necessità di perdere peso. Inoltre, i tempi di dimagrimento seguendo un’alimentazione ad alto contenuto proteico diminuiscono notevolmente se confrontati con quelli conseguenti da diete ipocaloriche equilibrate.
Ma quali sono i rischi derivanti dall’abuso di proteine?
In termini di calorie le proteine apportano lo stesso introito calorico dei carboidrati; pertanto, una dieta non correttamente calibrata con un’assunzione eccessiva di alimenti ricchi in proteine a discapito di cibi con elevati carboidrati può comportare un aumento di peso. Da considerare è anche l’effetto sull’idratazione; lo scarto prodotto dal metabolismo delle proteine va infatti eliminato tramite le urine, con possibile disidratazione in caso di eccesso. Ultimo aspetto da non sottovalutare è il rischio sull’apparato cardiocircolatorio se l’assunzione di proteine deriva principalmente da alimenti di derivazione animale spesso ricchi in grassi saturi.
Vi è quindi una controindicazione nel seguire diete iperproteiche in soggetti con patologie al fegato o all’apparato cardiocircolatorio, per evitare di affaticare ulteriormente gli organi interessati. E in generale è sconsigliata una dieta con elevato consumo di carni rosse e carni trasformate; vi è infatti una correlazione tra eccesso di proteine e in particolare di carni rosse e stimoli infiammatori, alterazione del microbiota e abuso di grassi, che possono essere cause del tumore al colon-retto. Studi dimostrano che la probabilità che si verifichi tale patologia sono ridotte in soggetti che decidono di sostituire fonti proteiche di origine animale con cibi di origine vegetale, in particolare se alimenti a basso indice glicemico.
La tendenza verso i cibi proteici è comunque, da parte dei consumatori, una scelta orientata al benessere e al miglioramento del proprio stato di salute. Nonostante il rischio sia, come già esposto, quello di introdurre una quantità eccessiva di proteine, affaticando fegato e reni, e di assumere zuccheri semplici e additivi alimentari oltre i limiti consigliati, anche l’industria alimentare si è pian piano adeguata alla richiesta.
È così che sugli scaffali dei supermercati è sempre più facile trovare barrette, yogurt, creme e dessert a base di latte, ma anche crackers e biscotti, conclaims che pubblicizzano l’alto contenuto in proteine e grafiche e packaging studiati appositamente per un target sportivo: confezioni nere, con elementi che richiamano il fitness, la parola protein e grammi di proteine contenute (spesso nell’intera confezione e non nella singola porzione) ben in vista completano l’identikit del prodotto.
Leggendo attentamente le etichette e i valori nutrizionali si può invece dedurre che l’alimento in questione è ugualmente proteico nella sua versione non sponsorizzata come tale, o talvolta con un contenuto leggermente maggiore, anche se in quantità irrilevanti.
È importante quindi che il consumatore sia informato ed educato, consapevole delle scelte in fase di acquisto e che si affidi alla consulenza di professionisti qualificati. Seguire una dieta personalizzata, che non assecondi soltanto le tendenze o mode del momento, può garantire un’alimentazione sana e bilanciata.