“Li vedi? Sono tanti, ma pensa che potrebbero essere ancora di più. È che oggi c’è il Napoli allo stadio e anche loro ormai sono napoletani, quindi vanno nei centri scommesse e si fermano a guardare la partita in tv”. Lo afferma Luigi Musella, da decenni in strada nella città di Partenope con la Comunità di Sant’Egidio per dare sollievo e aiuto ai senzatetto, mentre serve i pasti ai bisognosi nei pressi della Stazione Centrale di Napoli. Si tratta di quella vasta fascia di popolazione italiana senza un nome e senza un volto che vive ai margini delle città. Chi più, chi meno, ogni città ha il suo bacino di senzatetto o “clochard”.

Comprendere il numero reale dei senzatetto in Italia è difficile, visto che molti non si segnalano all’anagrafe e tanti altri vengono considerati “senza fissa dimora”. Questi ultimi, infatti, non sono sempre anche senzatetto, spesso sono infatti solo persone che viaggiano molto o che non hanno esigenza di avere una dimora stabile. Ci ha provato l’Istat, l’istituto nazionale di statistica, nel 2022 a dare i numeri. Secondo l’Istituto, infatti, ci sarebbero almeno 96167 senzatetto o senza fissa dimora. Lo studio, secondo gli esperti, è molto importante, anche se inserisce le due categorie nell’analisi senza fare una distinzione.

Secondo quanto rilevato, tuttavia, la maggioranza è composta da uomini (il 38% è rappresentato da cittadini stranieri, per la metà africani). Tutto il campione è stato rilevato in 2.198 comuni italiani, ma la concentrazione è per il 50% in 6 Comuni: Roma (23%), Milano (9%), Napoli (7%), Torino (4,6%), Genova (3%) e Foggia (3,7%). In particolare: a Roma ci sarebbero almeno 22000 senzatetto o senza fissa dimora, a Milano 8541, a Torino 4444, a Foggia 3521 e a Napoli 6601. Di questi, secondo Benedetta Ferone, dirigente della Comunità Sant’Egidio di Napoli, almeno 2000 sarebbero senzatetto. In questa fascia di popolazione ci sono sia stranieri che italiani, sia donne che uomini e, a volte, anche bambini. A Napoli, per esempio, secondo l’Istat, il numero di donne sarebbe maggiore rispetto alle altre città.

Ma, nella pratica, in questa analisi non vengono inseriti tutti quelli che una casa ce l’hanno e comunque hanno necessità di un pasto caldo, come ad esempio residenti dei campi Rom, uomini disoccupati, donne senza famiglia e tanto altro. Tutte queste sfaccettature fanno comprendere quanto la galassia della “povertà” in Italia sia davvero di difficile comprensione e delineazione. Dietro alla scelta di vivere per strada, nonostante le opportunità di privati e istituzioni, c’è spesso un atteggiamento che dovrebbe essere corretto invece che condannato. Gli “operatori della solidarietà" lo sanno bene, comprendono quanto sia delicato il rapporto che proprio i senzatetto hanno con la strada, a volte vista come unica via di scampo dalle difficoltà della vita in società. È pur vero, tuttavia, che allo stesso tempo governi e società civile spesso sono ciechi dinanzi alle esigenze di queste persone, alzando lo sguardo solo quando il quotidiano diventa cronaca.

È il caso, ad esempio, di Vaclav Briza, senzatetto della Repubblica Ceca conosciuto come “Sascha” che a Nola, in provincia di Napoli, fu picchiato selvaggiamente da una banda di ragazzini che uccise anche il suo cane. Il fatto fece grande scalpore ma, con il passare degli anni, il ricordo si affievolì e riaffiorò solo nel 2018, tre anni dopo, quando venne diffusa la notizia della sua morte. In quegli anni, nonostante le cure della Diocesi e di alcune associazioni del luogo, Vaclav curò le sue ferite fisiche ma non quelle dell’anima e, alla fine, rifiutò di tornare nella società e scelse di vivere fino alla fine ai margini, in strada, dove forse si sentiva più in famiglia e più al sicuro.

Ma in Italia di esempi del genere, purtroppo, ce ne sono stati diversi. Morti violente o morti di stenti e di freddo. Tra il 2022 e il 2023 sono stati infatti 700 i senzatetto morti in strada, senza contare gli 11 delle prime due settimane del 2024. Una vera e propria emergenza. Il freddo e il caldo in Italia uccidono come le armi e gli incidenti in strada ma le amministrazioni locali sembrano non riuscire (o non volere) a trovare una soluzione. Nel frattempo la vita scorre e, tra le luci degli uffici e i led dei grandi brand, in strada c’è una marea silenziosa che si agita nel buio. 700 morti, 700 invisibili che ora sono usciti allo scoperto, per l’ultima volta.