La voce della madre non gli parla solo di Cappuccetto Rosso o di Pollicino: gli parla di se stessa. Un semiologo potrebbe dire che il bambino è interessato, in questo caso, non solo al contenuto e alle sue forme, non solo alle forme dell’espressione, ma alla sostanza dell’espressione, cioè alla voce materna, alle sue sfumature, volumi, modulazioni, alla sua musica che comunica tenerezza, che scioglie i nodi dell’inquietudine, fa svanire i fantasmi della paura.

(Gianni Rodari, Grammatica della fantasia, Einaudi Ragazzi)

Adesso, piccola mia, ci prendiamo un momento tutto nostro. Voglio farti viaggiare sulle ali della fantasia. Ti sistemo sul mio grembo. Con una mano reggo un libro. È uno di quei libri cartonati pieni di colori e grandi figure. Poche le parole ma molta la fantasia.

Prima pagina: un grande prato con fiori colorati ci accoglie. Sulle corolle, api e farfalle, svolazzano allegramente. È il racconto della primavera, quando tutto prende colore.

Seconda pagina: l’azzurro mare calmo accoglie bambini festanti con i loro salvagenti rossi e bianchi. L’estate esplode nella pagina. Colori accesi: il giallo del sole, il rosso dei costumi da bagno, l’azzurro inconfondibile del mare e il dorato della spiaggia.

Terza pagina: il bosco si colora di arancione, rosso e marrone. L’orso peloso, il riccio appuntito e la volpe con la lunga coda morbida, cercano il cibo tra i cespugli e sotto i castagni che perdono i loro frutti. L’autunno veste il mondo di caldi colori.

Quarta pagina: tutto è bianco, luminoso. La neve scende dalle nuvolette grigie e i bambini che solo due pagine fa erano immersi nel caldo mare di agosto, danno vita al loro bel pupazzo di neve, mentre un amico scivola sullo slittino poco distante da loro. L’inverno copre tutto con il suo candido mantello. Si riesce a sentire il freddo.

Giro l’ultima pagina e al centro è scritta in bella grafia la parola “fine”.

Il nostro breve viaggio nella fantasia si è concluso, ma a me piace pensare che in questi pochi minuti io e te siamo state veramente su quel prato oppure nel bosco d’autunno. Nulla, se non un libro, piccola mia, ci permette di attraversare il tempo e lo spazio come vogliamo. La nostra mente viaggia libera, non ci sono barriere qui. È tutto aperto. Tu mi guardi serena. Domani viaggeremo ancora. Andremo a passeggiare sul ponte di una nave e poi ci accomoderemo nella cabina di pilotaggio di un’astronave, pronte a solcare i mari e lo spazio verso mondi nuovi da scoprire. Sarà il nostro esercizio di fantasia quotidiano.

“Per poter parlare dell’importanza della lettura nella prima infanzia, dobbiamo partire da poche e semplici parole chiave”, sottolinea Tito Vezio Viola, bibliotecario, già direttore della Biblioteca comunale di Ortona, vincitrice del Premio Andersen e promotrice di progetti come Cipì (Centro Interattivo Prima Infanzia) e Mamma Lingua, “la lettura è una competenza che ha a che fare con la cittadinanza. La manipolazione dei libri nella primissima infanzia e la lettura ad alta voce dei genitori o di chi si prende cura dei bambini, attivano il senso critico rispetto alla realtà. È una qualità che si attiva intorno al bambino e l’acquisizione del senso critico, fin da piccoli, è un passaggio fondamentale per poter capire il mondo. Attraverso la capacità di leggere, passa la capacità di decifrare ciò che ci circonda. Cosa diventata ancor più essenziale in un mondo che, con l’avvento dei social e dell’informazione via Internet, ci propone continuamente contenuti di ogni tipo. Riuscire a discriminare tra le fonti ufficiali e quelle false diventa fondamentale per costruire una propria idea”.

Negli ultimi anni anche la ricerca va in questa direzione e numerosi sono gli studi che legano la lettura precoce allo sviluppo neuronale. “Negli ultimi 10-15 anni, si è scoperto che lo sviluppo neuronale avviene nei primissimi anni di vita”, aggiunge Viola, “la lettura precoce è quindi uno dei migliori investimenti per consentire ai bimbi di apprendere meglio. Si è visto che ha un impatto significativo anche sulla riduzione dell’abbandono scolastico, crea un rapporto cognitivo-emotivo con gli adulti di riferimento che permette ai bimbi di proseguire sul cammino dell’apprendimento, fornisce gli strumenti per limitare i comportamenti devianti. I bambini che leggono sono più sensibili ma sono anche maggiormente capaci di percepire il significato delle metafore del mondo. L’atteggiamento di chi non ha viaggiato tante storie è privo dell’educazione emotiva”.

Gli ultimi dati sulla lettura presentati al Salone di Torino 2021 dall’AIE (Associazione Italiana Editori), in collaborazione con Cepell (Centro per il libro e la lettura), dimostrano la presenza di una spaccatura: la vendita dei libri, infatti, è in crescita ma cala bruscamente il numero dei lettori passando dal 65% del 2019 al 56% del 2021. Questo risultato è dovuto al fatto che i cosiddetti lettori forti, cioè le persone che leggono almeno 14 libri all’anno, acquistano e leggono ancora di più arrivando a 17 libri all’anno nel 2021. Dall’indagine emerge che la lettura tra bambini e ragazzi è aumentata nelle fasce di età più piccole. Tra i 0 e i 3 anni si è passati da un 59% del 2018 ad un 77% del 2021.Ovviamente in questa fascia d’età è fondamentale l’apporto degli adulti di riferimento che forniscono ai piccoli gli stimoli per la manipolazione dei libri più adatti alla loro età e che s’impegnano nella lettura ad alta voce. La fascia dei giovanissimi fra i 15 e i 17 anni è quella dove si è registrato il calo più evidente durante la pandemia: dall’85% al 51%.

“Se si costruisce fino ai 10 anni un percorso basato sulla narratività del mondo, riesci anche a leggere l’impoverimento lessicale e concettuale che stiamo vivendo”, sottolinea Viola, “al contrario utilizzi le poche parole del web per costruire gli stereotipi. La velocizzazione nei social significa semplificazione. Se non hai gli strumenti per decifrarle, le assimili come verità assoluta data dalla semplicità della costruzione. Se ti formi, invece, ti fai delle domande”.

È molto importante, naturalmente, anche la qualità dei libri che si propongono ai bambini più che la quantità e, in questo discorso, possiamo sottolineare che sono fondamentali le illustrazioni sia per i bambini più piccoli che per gli adolescenti. “Abituarsi ad una lettura di qualità dipende dagli adulti”, continua Viola, “educazione alla lettura quindi sì per i bambini per le competenze di cittadinanza, ma sì anche per gli adulti che devono essere preparati per poter proporre libri di qualità ai bambini. Il problema è che ci sono troppe poche biblioteche che sono gli unici luoghi dove esercitare questo tipo di educazione alla lettura. Negli ultimi otto anni, in Abruzzo, hanno chiuso il 60% delle biblioteche pubbliche. Non c’è ancora un piano di sviluppo e di sostegno per le piccole biblioteche che costituiscono l’asse portante di una educazione comune”.

Come sottolinea Rodari nella Grammatica della fantasia:

L’ascolto è un allenamento. La fiaba ha per lui, [il bambino, N.d.R.], la stessa serietà e verità del gioco: gli serve per impegnarsi, per conoscersi, per misurarsi.