Mousiké Téchne: tra folk ed elettronica, Corrado Ciervo campiona anche la voce dell'indimenticabile Concetta Barra.

Un titolo evocativo come Mousiké Téchne rimanda subito alla Grecia antica, eppure l'album è immerso nel suono contemporaneo: è una contraddizione?

Della musica dei Greci effettivamente possiamo dire nulla o quasi, possiamo però provare a capire quanto fosse importante e, per dirla alla Massimo Mila, quanto i Greci fossero più sensibili di noi all'ascolto. Sono partito da qui.

Questo tuo lavoro solista esce a quattro anni da Fonexènos della Rua Catalana. Quali differenze ci sono rispetto alla poetica del gruppo?

Fonexénos è stato un nuovo inizio, ha gettato le basi del percorso che ho intrapreso successivamente anche con questo disco. Mousiké è qualcosa di ancora più personale: ho provato a mettere in musica i miei ultimi anni di vita vissuta, le esperienze all'estero ma anche l'esser diventato un docente.

Il violino, tuo compagno di viaggio e veicolo espressivo, è uno dei più "umani" tra gli strumenti. Che tipo di approccio "tecnico" ma anche emotivo hai messo in campo?

Beh, devo dirti non ho sempre amato questo strumento, da piccolo ero molto più preso dalle percussioni, ho dovuto per anni soffrire perché era difficile inserirlo nella musica che mi piaceva. Cerco di rifarmi a miei stati d'animo, mi faccio trasportare da quello che sento; la tecnica è una conseguenza, mi piace lavorare con i pizzicati e gli armonici. Il violinista che più ammiro e più mi ha segnato nel mio percorso artistico è Warren Ellis.

Il brano Concetta è un vero e proprio architrave per Mousiké Téchne. Ci racconti la genesi?

Volevo utilizzare una voce che evocasse un luogo, dopo vari ascolti di vecchi vinili ci siamo imbattuti in una traccia della straordinaria Concetta Barra rielaborata da Roberto De Simone, forse troppo poco conosciuta, che mi ricordava la mia infanzia. Si tratta di Madonna dell’Arco, ritrovata su un vecchio album Record Bazaar del 1976 intitolato Napoli e il suo folk. Abbiamo campionato la voce e anche in questo mio fratello, che ho coinvolto nella produzione del disco, passa al setaccio tutto quello che produco e mette parecchio ordine sonoro. È una ricerca condivisa cominciata da tanto. Concetta è un mio piccolissimo omaggio ad una voce che mi ha segnato sicuramente.

Prima con i longevi Musicalia, poi in chiave bluegrass con La Terza Classe, hai avuto un confronto storico con la musica popolare. Qual è secondo te la chiave per farla vivere oggi?

Ho avuto la fortuna di cominciare a suonare quando anche in Italia esisteva una scena solidissima di musica popolare e per anni anche una struttura poggiante, in pochi anni è quasi scomparsa perché credo non si sia saputo sempre riscriverla nel proprio tempo, cosa accaduta negli anni ‘70. Credo che l'unica strada sia la rielaborazione nel proprio tempo, non penso basti il folklorismo, ma qui il discorso potrebbe farsi lungo… Dico solo che forse come Paese siamo stati poco accorti nel racconto della nostra identità culturale: tutto sommato i canti di mietitura e il blues sono la stessa cosa! Avevano lo stesso ruolo.

Dopo tanti anni di musica in studio e dal vivo, tra palchi importanti in Italia e all'estero, pensi che il tuo Sannio esprima un mondo musicale degno di interesse?

Il Sannio ha delle personalità validissime in campo musicale, purtroppo poco tutelate come del resto il nostro territorio.