Le risorse che lo yoga ci mette a disposizione sono davvero tante, a volte penso infinite. Quello che ho intuito poco dopo aver iniziato a praticare con costanza è che fare yoga sarebbe stato utile per gestire meglio lo stress delle mie giornate. Dopo alcuni mesi, ho capito che, oltre al mio corpo, stava cambiando anche la mia mente e il mio approccio agli eventi della vita di tutti i giorni. Quello che ho imparato a distanza di anni è che lo yoga può avere un reale potere trasformativo sulle nostre vite.

Quando mi avvicinai per la prima volta a questa disciplina ne sentii parlare negli stessi termini da persone più esperte di me, che già praticavano da anni. All'inizio non capivo il senso delle loro affermazioni e come fosse possibile che un lavoro sul corpo potesse portare cambiamenti nello stile di vita. Sembrava assurdo. Cosa c'entravano le abitudini alimentari, le scelte di vita, la salute emozionale con una disciplina che io all'epoca vedevo solo come poco più che fisico-motoria? Per esperienza ho poi imparato che, grazie a tutte le risorse dello yoga, lavorando sul corpo con la giusta attenzione, si vanno a modificare i nostri meccanismi mentali e il nostro livello di consapevolezza, come spesso si dice, aumenta in modo naturale con un effetto impattante sul nostro quotidiano. Quando lo stress aumenta o non riusciamo a sbloccare vecchie dinamiche lo yoga e il tappetino sono lì pronti ad aiutarci e a insegnarci ogni giorno qualcosa di importante per superare ostacoli, blocchi e ripetizioni di meccanismi inconsci.

Da tempo mi sento ferma sul miglioramento di certi asana. È chiaro che non si tratta di performare alla perfezione posizioni che richiedono tempo, costanza, dedizione, magari anche di anni. Ognuno di noi ha i suoi blocchi fisici, ma quello che è straordinario dello yoga è che, lavorando per migliorare sempre ciascun asana, ci si rende conto che il blocco prima che fisico è sempre anche mentale. Aver paura di cadere da una verticale è normale all'inizio, ma quello che si va costruendo, ripetizione dopo ripetizione, è la fiducia, è il superamento di quella specifica paura, che è solo nella nostra testa. Non riuscire a stendere le gambe quanto si vorrebbe può significare, per esempio, che per qualche ragione profonda in quella posizione non riusciamo a rilassarci davvero. Più impareremo a rilassarci più i muscoli si allungheranno.

Se un giorno all'improvviso non riusciamo più a tenere posizioni di forza sulle braccia, non solo metterò alla prova la mia capacità di accettazione dei miei personali limiti, ma imparerò al contempo che non tutti i giorni sono uguali e che quello che un giorno riesce il giorno dopo magari no. Accettazione significa dirsi: “Va bene così”. La vita non è mai uguale un giorno dopo l'altro. Ce lo insegna l'esperienza e l'osservazione della natura. Ci sono sempre dei motivi per cui dei blocchi ci si presentano e anche senza doversi interrogare su quali siano e da dove derivino, praticando yoga possiamo sperimentare il lasciar andare, possiamo imparare a smetterla di accanirci, possiamo provare a mollare la tensione proprio quando ci verrebbe da fare il contrario o, viceversa, ad attivare la nostra forza di volontà sopita. Una volta che si impara a farlo tutta l'esperienza risuonerà nella nostra testa anche in momenti inaspettati del vivere quotidiano.

Ecco qui la mia personale top 10 (+ 2 in omaggio) delle più importanti lezioni di vita che lo yoga mi ha insegnato.

I limiti sono prima di tutto nella mia testa

Questo sul tappetino lo si impara in fretta. Perché ripetendo sempre gli stessi asana ci accorgiamo di quanto il corpo cambia e come risponde a seconda dei nostri stati mentali ed emotivi. Il pensare di non farcela a tenere una posizione o credere per esempio che non si riuscirà mai in un asana per noi ostico sono esempi di limitazioni mentali che chiunque pratichi conosce bene. L'esperienza però, grazie alla costanza, alla disciplina, alla ripetizione e al lavoro di ascolto profondo sul corpo, ci insegna che siamo noi e la nostra mente a proiettare queste false credenze e ad autolimitarci. Imparare questa lezione è una delle più importanti esperienze che lo yoga ci offre perché, una volta introiettata questa consapevolezza, ci rendiamo conto che davvero, volendolo, abbiamo la possibilità di cambiare nelle nostre vite molte più cose di quante mai avremmo pensato prima.

Ogni giorno non è mai uguale a un altro

Lo sappiamo tutti, ma imparare a ricordarselo e tenerlo presente nei momenti di difficoltà non è così semplice. Questo vale prima di tutto per il mio corpo che ogni giorno cambia e risponde in modo diverso alle sollecitazioni della pratica. Sul tappetino lo si sperimenta di continuo perché l'asana che ho eseguito alla perfezione solo il giorno prima potrebbe non riuscirmi allo stesso modo il giorno dopo e viceversa. Sembra impossibile, ma sperimentarlo sulla propria pelle significa imparare ad accettarsi per come siamo in quel dato momento. Anche questa lezione presto si traduce in un senso di maggiore fiducia nel quotidiano, perché quello che non mi riesce oggi non è detto che non mi riesca domani o dopo. La vita è in costante movimento, capirlo e accettarlo può diventare una grande risorsa.

Smettere di giudicare

Coltivando l'accettazione per i nostri limiti fisici impariamo in fretta anche a smettere di giudicarci, o anche solo ad accorgerci più spesso di quando lo stiamo facendo. Spesso siamo severi con noi stessi e non riuscire in una determinata posizione di allungamento o equilibrio, per esempio, ci mette di fronte al nostro senso di frustrazione. Man mano che si pratica si imparerà ad essere sempre più grati per il tempo che ci siamo dedicati e per l'impegno che abbiamo messo, indipendentemente dal nostro giudizio su come sia andata. Questo lavoro si rifletterà poi anche nel nostro approccio quotidiano al giudizio verso noi stessi e gli altri. Lo yoga ci insegna di continuo che siamo già perfetti così e che è solo il giudizio su noi stessi a renderci vittime e a limitarci.

Scopri te stesso

Grazie alla pratica posso scoprire qualcosa di nuovo di me ogni giorno, posso sfidarmi volendo, posso cercare di migliorare anche solo di un millimetro in più da una volta con l'altra, oppure posso imparare a rilassarmi, a non esagerare nello sforzo, a trovare il mio punto di equilibrio. Lavorare con costanza su tutti questi aspetti ci permette di sperimentare gli equivalenti passaggi di consapevolezza anche nel quotidiano. Diventeremo più pazienti e ci interrogheremo di più su come agire/reagire di fronte agli eventi della vita. Sarà un processo naturale proprio perché il nostro cervello non si spegne mai e non fa grosse distinzioni tra prima, durante o dopo lo yoga quando si tratta di associazioni neuronali e meccanismi psico-emotivi.

Posso coltivare qualità che portano armonia nella mia vita

Chiunque abbia visitato anche solo una classe di yoga avrà senz'altro sentito nominare almeno una di queste parole: compassione, amore, unione, ascolto, pazienza, accettazione, non violenza. Lo yoga è anche una profonda dottrina etica che si fonda su principi atti a guidare ciascun individuo verso la migliore versione di sé. È una parte dello yoga che si può coltivare a vari livelli, ma che di sicuro può cambiare il nostro approccio alla vita in un'ottica di maggiore consapevolezza su chi siamo rispetto agli altri e al mondo.

Le risorse che abbiamo sono più numerose di quanto crediamo

Migliorare negli asana è una delle più belle esperienze che si possano fare. A volte ci vogliono anni, a volte molto meno, ma sentire che è possibile eseguire con il proprio corpo qualche cosa che si credeva impensabile prima, non solo ci riempie di fiducia, ma ci permette di andare oltre quelli che sono i nostri più comuni limiti mentali. Questo presto si traduce in un senso di maggiore autostima e fiducia sulle possibilità che abbiamo nella vita e su percorsi alternativi che possiamo intraprendere. Spesso ci sentiamo sfiduciati e impossibilitati a cambiare, ma sperimentare col corpo che possiamo sempre migliorare, anche solo di un millimetro e che millimetro dopo millimetro si può arrivare a sciogliere il corpo come non avremmo mai immaginato, è qualcosa che ci rende molto più forti anche a livello psicologico.

Vivere di più il presente

Stai nel qui e ora è uno dei principali insegnamenti dello yoga come sappiamo. Dagli esercizi di respirazione alla esecuzione degli asana, fino alla meditazione, ogni aspetto della pratica ci richiede di continuo di portare attenzione al nostro inspiro/espiro. Questo semplice lavoro, sia in movimento (asana), che da fermi (meditando), ci abitua sempre più all'osservanza del momento, a ricordarci che siamo fatti di respiro e che tutto quello che abbiamo è il momento presente. Per questo diventa così prezioso e rendersene conto in modo sempre più profondo può fare la differenza non solo a livello di approccio verso il vivere quotidiano, ma anche rispetto alle scelte che facciamo.

Essere più paziente

Se non lo si impara sul tappetino non so dove. Il lavoro costante che si fa ripetendo gli asana ci mette di fronte ai nostri limiti fisici, come dicevamo, ai nostri blocchi mentali, alla nostra impazienza e alla nostra voglia di strafare. Educarci in questo senso al rispetto del nostro corpo, all'ascolto di quello che sta accadendo nella realtà prima che nella nostra testa è un qualche cosa che ci permette di lavorare tantissimo sulla nostra capacità di essere pazienti anche nella vita.

Cadere va bene

Quante volte siamo caduti da una verticale, da una posizione di forza sulle braccia, da una di equilibrio? Lo sperimentiamo sempre tutti. Nessuno è perfetto, anche chi pensiamo lo sia. E imparare a cadere da adulti ci può solo ricordare che non abbiamo imparato a camminare in due giorni. Ci abbiamo messo mesi, anni. E così vale per tutto. Si cade e ci si rialza. E di solito se si accetta questo si riparte più forti di prima. Idem nella vita. Come possiamo pretendere di essere perfetti? Di non sbagliare mai? Di non cadere o di non farci male? Cadere va bene a patto che lo si accetti e lo si viva come un momento di passaggio. Il cosiddetto “flow” che si prova passando da un asana all'altro serve anche a questo, a sperimentare i vari momenti della pratica, da quelli più difficili a quelli più facili, esattamente come accade nelle nostre giornate. E va bene così. Sempre. Comunque vada.

Ricordati di respirare

Quando tutto ci sovrasta, lo stress, gli impegni eccessivi, le paure, il vortice di pensieri, l'ansia... tu respira. Non c'è nessun rimedio immediato, nessun farmaco più efficace che portare l'attenzione al nostro respiro. Chiudendo gli occhi per qualche secondo e ossigenando a pieni polmoni il nostro corpo, allungando se necessario la respirazione. In questo modo manderemo un segnale chiaro al nostro cervello che non siamo in pericolo e qualunque sensazione di disagio più o meno forte si allenterà subito. Facciamo yoga dicendo mentalmente inspira/espira in continuazione, per tutta la pratica. È chiaro che più si fa questo semplice lavoro e più l'attenzione a come respiriamo diventerà qualcosa di sempre più naturale da osservare in ogni occasione. Chi pratica lo sa. Sapere come stiamo respirando, per quanto banale possa sembrare, in realtà fa la differenza nella qualità del nostro sentire e percepire. Tutto parte da come respiriamo e imparare a farci attenzione, e all'occorrenza a modificare il nostro respiro, non può che aiutarci a sentirci sempre meglio.

Abbandonare pattern mentali negativi è possibile

Praticando yoga con regolarità ci si rende conto che non solo è possibile superare i propri limiti fisici e mentali, come dicevamo sopra, ma anche che molti dei pensieri negativi che ci accompagnano nella vita di tutti i giorni sono in realtà proiezioni mentali. Questo significa che possiamo imparare a non identificarci con le nostre emozioni negative. Più diventiamo consapevoli dei nostri meccanismi interiori, attraverso l’osservazione, più possiamo lavorare per lasciare andare le emozioni disturbanti e costruire affermazioni positive alternative o pensieri rigeneranti e nutrienti. La fiducia che lo yoga crea in noi è qualcosa che ci rende sempre più forti. Perché è impossibile non migliorare nella propria pratica. Tutti i cambiamenti e i miglioramenti che conquistiamo giorno dopo giorno diventano la base per costruire un profondo senso di fiducia in noi stessi e nelle nostre capacità. E chi non ne sente il bisogno?

Lasciar andare

Forse una delle mie preferite. A volte ci accaniamo su pensieri ossessivi, dinamiche che ripetiamo senza accorgerci, lo stress ci sovrasta e siamo come palline impazzite in cerca di fuga e/o riempitivi. Durante la lezione tutto questo si sente e di fatto dobbiamo farci i conti, appena la nostra mente vaga e ci allontana dall'attenzione che l'asana richiederebbe. La pratica ci costringe a stare nel qui e ora, come dicevamo, e questo significa che, indipendentemente da come ci sentiamo quel giorno, siamo costretti a lasciar andare tutti i nostri pensieri e le nostre preoccupazioni. Quegli stessi che ci sembrano sempre così importanti, prioritari, assoluti e che siamo sempre convinti richiedano la nostra totale attenzione. Alla fine della pratica però tutti prima o poi sperimentano questo favoloso senso di liberazione che si traduce in: “Oh guarda per un'ora e mezza ho staccato la testa e tutti quei pensieri e quelle fissazioni non mi sembrano più così importanti e impellenti. Il mondo non cade se io me ne distacco un momento. Anzi!”. Solo così, infatti, possiamo recuperare la giusta distanza da essi per affrontarli meglio; ma finché non lo si prova non lo si può capire.