Oggi vorrei iniziare parlarvi di uno tra i luoghi più suggestivi di Firenze, il convento di San Marco. Si tratta di uno di quei siti che ha visto la presenza di personaggi che hanno fatto la storia di Firenze e dell’Italia rinascimentale, tra i quali i più importanti sono sicuramente Beato Angelico, Fra Bartolomeo, Savonarola e Fra Antonino Pierozzi. Andiamo con ordine e guardiamo come nacque questo fantastico complesso.
Una prima struttura si formò già alla fine del Duecento, ad opera di alcuni monaci della congregazione benedettina dei silvestrini, fondata da Silvestro ad Osimo nel 1177. Vi si stabilirono e vi rimasero fino al 1436, quando Papa Eugenio IV, che si trovava a Firenze, protetto dalla famiglia Medici, decise di trasferirli nella chiesa fiorentina di San Giorgio alla Costa. A San Marco andarono i domenicani, gran parte dei quali proveniva dalla chiesa di San Domenico a Fiesole.
La decisione del Papa non fu casuale fu la contropartita per la protezione offerta da Cosimo il Vecchio; i domenicani, infatti, erano molto più importanti e rappresentativi dei silvestrini e San Marco si trovava nel quartiere, che stava già trasformandosi nella sede dei Medici con relativo palazzo di famiglia.
La protezione offerta da Cosimo a Eugenio IV Papa era motivata soprattutto dalla sua intenzione di piazzare un membro di famiglia nelle più alte sfere religiose e come sorta di espiazione dei suoi peccati di banchiere, quale prestatore di denaro ad interessi.
Eugenio IV, eletto al soglio pontificio nel 1431, era dopo Martino V, il secondo Papa unico eletto a Roma, dopo un periodo che aveva visto la presenza simultanea di tre papi, uno eletto nella capitale, uno ad Avignone ed uno a Bologna. Poi nel 1417 con Il concilio di Costanza, convocato per porre fine allo scisma d'Occidente, si decise di deporre i tre papi esistenti ed eleggerne uno unico, Martino V. Roma però come sede era molto pericolosa meglio spostarsi in altre città, e Firenze fu una di queste anche perché Cosimo garantiva una bella protezione.
Eugenio IV chiese a Cosimo di finanziare anche la ristrutturazione del convento e della chiesa di San Marco, ed il Medici affidò l’incarico al suo architetto di fiducia Michelozzo.
I lavori iniziarono nel 1437 e si protrassero fino al 1447 circa ed il risultato è quello che possiamo ammirare ancora oggi visitando il convento.
Iniziamo quindi il nostro “viaggio” all’interno di questo complesso ed andiamo a scoprire tutte le varie parti che lo compongono con le loro opere d’arte.
Passata la biglietteria entriamo nel primo dei tre chioschi, quello dedicato a San Antonino. Chi era Sant’Antonino innanzitutto? Egli fu per Firenze una figura rilevante perché legatissimo alla città, visitava spesso le parrocchie, di cui sponsorizzava l’autonomia e soprattutto invitava Cosimo il Vecchio a contribuire sempre di più ai lavori di restauro delle varie chiese, facendogli presente che ciò si rendeva necessario per la remissione dei peccati !!Fra Antonino divenne priore di San Marco nel 1439 fino al 1445 e dal 1446 fu arcivescovo di Firenze.
La decorazione del chiostro fu affidata nei primi anni del Seicento ad alcuni tra i più rinomati pittori di Firenze, tra i quali Bernardino Poccetti, Matteo Rosselli e Fabrizio Boschi. Essi affrescarono le lunette delle pareti con episodi della vita del santo.
I due affreschi più importanti sono entrambi del Poccetti e oltre ad essere eseguiti in maniera eccellente ci mostrano due testimonianze di edifici storici fiorentini che furono successivamente modificati.
Il primo è quello che ritrae il giovane Sant’Antonino in ginocchio all’interno di Orsanmichele, che all’epoca della gioventù del santo era ancora una loggia aperta, l’altro invece è quello in cui il santo viene eletto arcivescovo di Firenze dal Papa Eugenio IV nel 1446, in quest’affresco vediamo la facciata originale di Firenze, smantellata nel 1577.
Nel chiostro si trovano gli accessi ai siti più importanti del complesso, uno è l’ex ospizio dei pellegrini che è stato trasformato in una piccola pinacoteca monografica del Beato Angelico, il pittore della luce. Qui possiamo infatti ammirare alcune delle sue opere più famose come la Deposizione dalla Croce, eseguita insieme al suo maestro Lorenzo Monaco; il Giudizio Universale in cui colloca gli avelli sul terreno dando un effetto di esplosività incredibile ed infine il Tabernacolo dei Linaioli, la sua prima opera pubblica realizzata intorno al 1434.
L’Angelico fu uno dei primi pittori rinascimentali anche se il suo stile rimase in un certo modo legato al gotico, soprattutto per l’utilizzo forte della luce, necessario per accentuare l’effetto devozionale a lui caro. L’aspetto rinascimentale in lui si coglie soprattutto nelle geometrie delle strutture e nel rapporto tra le figure e lo spazio caratterizzato dall’applicazione della prospettiva lineare. Come gli altri pittori fiorentini aveva un gran disegno, anche perché si era formato come decoratore di codici miniati.