I piccoli alberi trovano la collocazione ideale negli spazi di dimensione ridotta: giardini, cortili, strade cittadine. Alti da 3 a 10-12 metri, al massimo della loro crescita, sono graziosi e prodighi di doni - fioriture incantevoli, frutti colorati, fogliami autunnali sfolgoranti, cortecce e portamenti leggeri ed eleganti durante l’inverno - e il loro apparato radicale e più contenuto. Alcuni, come oleandri, melograni e ibischi, se allevati a più fusti invece che a tronco singolo, possono di fatto essere considerati grandi arbusti e come tali utilizzati.

A seconda della situazione, possono essere piantati da soli e in gruppi. Come esemplari singoli, conviene scegliere quelli più a lungo decorativi, mentre se disposti in macchie, boschetti e siepi informali, laddove lo spazio lo permette, è preferibile mescolare specie e varietà differenti per forme, altezze, poche di fioritura, colore delle foglie, fiori e frutti, in modo da creare più momenti di interesse durante l’anno.

Se si desidera un effetto più naturale andranno inoltre piantati a distanze irregolare e non in circolo o file regolari. Va da sé che la scelta è inizialmente determinata dalle condizioni pedoclimatiche, così da ottenere il miglior risultato con il minor impegno.

Tra quelli adatti a tutti i climi, l’acero campestre (Acer campestre), dalla chioma arrotondata e dalle foglie palante dalla bella colorazione gialla in autunno, è rapido crescere ma molto longevo, resistente al freddo, adatto a terreni anche calcarei e pesanti, purché ben drenati e profondi, in pieno sole od ombra leggera, e lo si può allevare anche come arbusto e in siepi.

Il clerododendro (Clerodendron trichotomum), è un alberello giapponese deciduo, dalla profumata fioritura a metà estate, che sembra raddoppiare in autunno grazie alle bacche azzurro prillante sorrette da calici rossi; chiede terreni freschi e ben drenati, al sole od ombra leggera.

Il gelso nero (Morus nigra), di origini asiatiche ma oramai naturalizzato nel nostro paesaggio agricolo, è ideale come pianta da ombra nei giardini di campagna, grazie al fogliame cuoriforme, verde brillante e giallo intenso in autunno; va evitato però accanto a parcheggi e zone pranzo o di sosta, a causa dei suoi frutti succosi, squisiti, ma sporchevoli quando cadono a terra, nonché nei luoghi molto caldi e ventosi.

Nei climi freddi, suggerisco i biancospini, in particolare Crataegus x lavellei ‘Carrierei’, alberetto deciduo di origine orticola, dalla chioma piramidale slanciata, dalle foglie verde scuro, ramate in autunno e dai piccoli fiori bianchi, in mazzetti, in maggio-giugno, seguiti da frutti rossi in autunno-inverno, una vera manna per merli e altri uccellini. Molto resistente a freddo, caldo, siccità, preferisce terreni ben drenati, anche argillosi, calcarei e asciutti, al solo e in ombra leggera.

Altre cultivar interessanti sono ‘Coccinea Plena’, ‘Paul’s scarlet’, ‘Crimson Cloud ‘e ‘Rosea Flore Plena’, dalle corolle nei toni dei rosa più o meno suo o chiaro. Ottime anche Magnolia x soulangeana e Magnolia stellata, e loro varietà: la prima raggiunge maggiori dimensioni, la seconda non supera i 3 metri, e le loro fioriture, rosa e bianca sui rami ancora nudi dalla bella corteccia grigia, in marzo-aprile, sono spettacolari. Molto rustiche, anche se dove fa molto freddo è preferibile coltivarle al riparo di un muro per evitare che gelate tardive possano danneggiarne la fioritura, amano i terreni profondi, fertili, freschi ma ben drenati, preferibilmente acidi-subacidi, ma in ogni caso privi di calcare.

Meravigliosi anche i meli da fiore, per gli inglesi crab-apple, che offrono una ricca gamma di specie e varietà, di taglia, colore del fiore e portamento variabile: sono incantevoli in primavera, quando si trasformano in nuvole da bianco a rosa pallido a rosa intenso, ma anche in autunno, per il colore del fogliame e la presenza dei frutti, piccole mele da gustare in torte e confetture o meglio ancora lasciare agli uccelli. Tra i più carini, Malus sargentii, a fiore bianco e frutto rosso, e le sue varietà ‘Golden Hornet’, a frutti gialli, ‘Red Jade’, a portamento piangete e frutti rossi, e ‘Professor Sprenger’, a fiori bianchi frutti arancio-ambra. Come altri meli ornamentali sono molto rustici e chiedono terreni fertili, anche argillosi e calcarei, in pieno sole.

Sempre più utilizzato lungo le strade strette delle nostre città, in sostituzione dei ciliegi da fiore che oggi risentono troppo dell’aumentato calore estive, Pyrus calleryana ‘Chanticleer’ è un pero ornamentale dalla chioma piramidale e leggera, che raggiunge i 10-15 metri di altezza. In primavera, sui rami ancora spogli, si ricopre di fiori bianchi in mazzetti, seguiti da minuscole perine, arancio in autunno; le foglie, cuoriformi allungate, verde lucido nella bella stagione, diventano rosso porpora in autunno. Molto rustico, ma resiste al caldo, predilige i terreni fertili, freschi e ben drenati, ma li tollera anche pesanti, argillosi e calcarei.

Nei climi caldi, l’Albero di Giuda (Cercis siliquastrum) è una certezza: originario dell’Asia minore, ma orami diffuso in Italia allo stato spontaneo, ha una chioma espansa e leggera, che arriva a 6-8 metri di altezza; fiorisce in aprile, con una moltitudine di piccoli fiori rosa scuro in mazzetti, poco prima della comparsa delle belle foglie cuoriformi. In realtà resiste bene al freddo e infatti lo trova comunemente in molti giardini e parchi delle città settentrionali, ma in cuor suo predilige i climi caldi o miti, oltre che i terreni leggeri, anche poveri e calcarei, al sole o in ombra leggera.

Lo Spino di Giuda (Gleditisia triancanthos), di origini nordamericane ma diffuso in Italia centro-settentrionale, può raggiungere velocemente i 10-15 metri di altezza, con una chioma elegante e leggera nel fogliame. Meglio preferire le sue varietà rive di spine, come ‘Sunburst’, a portamento goloso, dalle foglie verde chiaro che amano l’ombra leggera, e ‘Skyline’, piramidale, dalle foglie verde brillante, adatto anche alle posizioni soleggiate. Sono piante molto frugali e robuste, rustiche, ideali per i terreni difficili e poveri, purché ben drenati. La loro fruttificazione, formata da lunghe silique brune a maturità, possono però non piacere, anche perché, cadendo a terra, richiedono un po’ di pulizia.

Assolutamente delizioso l’Albero dei rosari, o Lilla delle Indie (Melia azedarach): originario dell’Asia meridionale, presenta una chioma morbida, espansa, alta 8-15 metri, dal fogliame leggero, composto, e dai grandi panicoli penduli di piccoli fiori violetti, profumati, che compaiono in estate e si trasformano in autunno in vistosi grappoli di frutti gialli. È sensibile al freddo (tollera solo brevi gelate fino a -6 °C) e al vento, ma resiste bene a siccità e salsedine: va usato nei giardini litoranei, anche vicino al mare, in terreni sciolti, acidi o leggermente acidi.

Infine le mimose o acacie, le uniche, inquinamento questo elenco, a foglia sempreverde: accanto ad Acacia dealbata e sue varietà, dalla spumeggiante fioritura gialla a fine inverno-inizio primavera, vi consiglio l’Acacia marina (Acacia saligna), una vera bomba per le situazioni già calde, aride e fronte mare: a portamento espanso, arriva a 4-5 metri di altezza; a foglie allungate, ben diverse da quelle delle classiche mimose, coriacee, grigio-verdi e fiori giallo chiaro in marzo. Robusta, frugale, ma delicata (temperatura minima 0 °C), va coltivata in terreni leggeri, ben drenati, in pieno sole.