I disturbi ossessivo-compulsivi (DOC) affliggono quasi un milione di persone in Italia compromettendo lo svolgimento di normali attività quotidiane come il lavoro, lo studio e i rapporti interpersonali. Come per numerosi altri disturbi della personalità, la letteratura sulle cause non è ancora sufficientemente ricca e condivisa, pertanto per spiegarne l’origine si ricorre solitamente a una correlazione di motivazioni biologiche, psichiche e sociali. Tra le terapie più efficaci, secondo le linee guida internazionali, sono al momento utilizzate quella farmacologica e quella cognitivo-comportamentale.

Come lascia intendere il nome stesso, il disturbo ossessivo-compulsivo prevede l’esistenza di sintomi quali ossessioni e compulsioni: l’80% dei pazienti ossessivi ha ossessioni e compulsioni, circa il 20% ha solo ossessioni o solo compulsioni. Si tratta di pensieri, immagini o impulsi ripetitivi avvertiti come incontrollabili e disturbanti in quanto attivano emozioni spiacevolmente intense tra le quali ansia, disgusto e senso di colpa. Chi soffre di questo disturbo sente l’esigenza di gestire il proprio disagio emotivo e calmare di conseguenza i sintomi mettendo in atto comportamenti ripetitivi che diventano vere e proprie ossessioni.

Secondo una nuova ricerca i giocatori d'azzardo patologici, gli shopaholic ovvero i maniaci dello shopping e coloro che soffrono di disturbi da fame compulsiva potrebbero tuttavia avere la possibilità di "risintonizzare" le aree cerebrali coinvolte nel disturbo attraverso una nuovissima tecnica non invasiva che prevede l'invio di piccole scosse elettriche alla corteccia orbitofrontale. La questione della refrattarietà al trattamento in psichiatria ha infatti stimolato la ricerca di nuovi approcci terapeutici, portando all’introduzione delle tecniche di neuromodulazione in ambito psichiatrico. Il disturbo ossessivo-compulsivo risulta infatti resistente ai trattamenti nel 40-60% dei casi.

Tra le tecniche sperimentali utilizzate ai fini di un trattamento terapeutico di questo disturbo le più promettenti sono ritenute la stimolazione magnetica transcranica e la stimolazione transcranica con correnti dirette, sia per l’efficacia sia per la tollerabilità e la facilità di applicazione che potrebbero rendere queste tecniche uno strumento ampiamento diffuso per il trattamento del disturbo ossessivo-compulsivo. Secondo alcuni ricercatori la combinazione di neuromodulazione e terapia cognitivo-comportamentale con esposizione e prevenzione della risposta produrrebbe risultati terapeutici sorprendenti anche in condizioni cliniche fortemente resistenti che non rispondono ai trattamenti tradizionali.

Una di queste tecniche è quella dell’HD-tACS, una stimolazione transcranica a corrente alternata ad alta definizione che avviene dopo il posizionamento di elettrodi sul cuoio capelluto del paziente. Piccole scosse di elettricità vengono inviate alla corteccia orbitofrontale con frequenze specifiche per "risintonizzare" le onde cerebrali. Sembra essere efficace nel produrre benefici duraturi nelle persone affette dal DOC, come sostiene il dottor Robert Reinhart, della Boston University negli Stati Uniti, autore dello studio riportato in un articolo del Daily Mail. Il suo team ha applicato la terapia a 124 volontari con diversi livelli di disturbo ossessivo compulsivo per un periodo di cinque giorni. A seguito di queste sessioni i pazienti hanno ottenuto miglioramenti in una serie di esperimenti in cui è stato testato l’autocontrollo, come resistere al gioco d'azzardo. I maggiori miglioramenti sono stati osservati proprio nei pazienti con i sintomi più gravi per un periodo di tre mesi.