Sensibile, determinata e appassionata del suo lavoro: la giovane designer italiana Michela Mazzini è l’anima di Bolamì, un brand capace di coniugare la bellezza dei lavori femminili alla sensualità di una proposta moda unica ed esclusiva, ad alto posizionamento. Dopo alcune esperienze negli uffici stile di brand leader nel settore intimo e mare, Michela nel 2017 decide di “riprogettare” sé stessa e di ripensare completamente la moda per il mare con l’obiettivo di infondere un concept stilistico cosmopolita in un prodotto fortemente riconoscibile per autenticità e senso delle tradizioni più antiche: il costume da bagno crochet.

“Ho amato fin dall’infanzia lavorare all’uncinetto grazie a mia nonna che mi ha trasferito i segreti del mestiere e così, dopo diverse esperienze negli uffici di moda più commerciali, ho voluto creare un brand, capace di coniugare la mia visione stilistica ai temi della sostenibilità e dello sviluppo della comunità locale”. Riportando alla luce della tendenza contemporanea un must degli anni Sessanta, il brand propone un modello produttivo capace di coinvolgere le risorse umane locali dell’area bolognese, casa e fonte d’ispirazione per la stilista: “Bolamì è un acronimo e racchiude al suo interno tantissimi significati. Ci sono dentro l’amore per Bologna, la mia città. Un paio di sogni nel cassetto. Tante mine di matita spezzate, disegni su fogli volanti, gomme consumate... un pizzico di coraggio e la consapevolezza di voler fare della propria vita ciò che davvero si desidera. Sono stati i tanti percorsi e le scelte che mi hanno condotta fino a qui. Ho deciso di giocare con le sillabe chiamando Bolamì questo progetto: BO simboleggia Bologna, il LA e MI invece sono la fine e l’inizio di Michela, come a dire che ogni finale sia anche un preludio”.

Sicuramente un gran bell’esordio, dato che, tra la mission del brand, la sostenibilità sociale e la finalità culturale sono le protagoniste di uno stile capace di valorizzare l’eccellenza artigianale e la riscoperta dei lavori femminili: “L’aspetto empirico della creazione crochet è molto affascinante... è una sorta di architettura morbida, concepita per assecondare il corpo ma anche per deliziare lo sguardo. Quando progetto e poi realizzo mi pongo sempre un doppio obiettivo: il comfort e l’estetica. E nel caso dei costumi da bagno la sfida è ancora più difficile, perché l’incontro delle mie creazioni con l’acqua non deve incidere sulla durata del manufatto nel tempo. Parliamo di tanti processi, non di uno solo, tutti molto empirici e basati sulla sperimentazione diretta, manuale, il fare e disfare, che è tipico della lavorazione all’uncinetto”.

Il filato ritorto con cui vengono realizzati i costumi è sottoposto infatti a diversi finissaggi tesi a stabilizzare il colore, prima della lavorazione con i ferri, realizzata sempre manualmente. Il prodotto finito, inoltre, viene ulteriormente testato in acqua bollente, in acqua di mare e in acqua clorata, per garantire la massima tenuta nel tempo. Scegliendo personalmente tutti i materiali e avendo cura di seguire tutte le fasi della lavorazione, dalla produzione, realizzata interamente a mano all’esecuzione finale, Michela prende ispirazione dalla natura per la selezione dei suoi disegni, privilegiando anche il suo speciale rapporto con il mondo dell’arte: “La mia concezione della moda è molto legata alla materia, alla tridimensionalità, spesso includo diverse forme espressive nei miei modelli, tra cui la fotografia. In questi giorni sto infatti lavorando a nuovi contenuti espressivi generati dall’incontro con una galleria d’arte fotografica di Siena, Lombardi Arte”.

Naturalmente in tutti i processi di ricerca, progettazione, prototipia e sviluppo, la tecnologia gioca un ruolo fondamentale per il brand, viaggiando in concomitanza con il lavoro manuale, dato che ogni capo passa dalle mani esperte delle sarte che, insieme a Michela, lavorano nel laboratorio di produzione sulle colline emiliane. “Alla parola lusso, che spesso sconfina con frivolezze ben poco sostenibili, soprattutto in questi tempi così concreti, preferirei la parola eccellenza. L’eccellenza italiana si addice ad un concetto di artigianato estremamente evoluto, unico e ricercato. La mia sfida è quella di poter rendere contemporanea e di moda una delle tradizioni italiane più antiche”.