E’ il più importante riconoscimento dedicato alla fotografia naturalistica, una rassegna che mette a fuoco le bellezze naturali e animali. E’ il “Wildlife Photographer of the Year” la cui anteprima italiana della 55^ edizione è ora in corso al Forte di Bard in Valle d’Aosta.

Promossa dal Natural History Museum di Londra, l’esposizione presenta un centinaio di suggestive immagini, che costituiscono le 19 categorie del premio selezionate tra 48.000 scatti provenienti da 100 paesi del mondo, che sono stati valutati da una giuria internazionale di stimati esperti e fotografi naturalisti.

A far la parte del leone, ma soprattutto vincitore del prestigioso titolo Wildlife Photographer of the Year 2019 è il fotografo cinese Yongqing Bao con lo scatto “The Moment”. E’ un’immagine che ritrae lo scontro tra una volpe e una marmotta, uscita dalla sua tana dopo il letargo, sull'altopiano del Qinghai, in Tibet. La foto cattura il dramma e l’intensità della natura: il potere del predatore che mostra i suoi denti, il terrore della sua preda, l'intensità della vita e della morte scritte sui loro volti. E altro premio importante è quello conseguito dal quattordicenne neozelandese Cruz Erdmann - premio Young Wildlife Photographer of the Year 2019 - con il suo scatto “Night glow” eseguito durante un’immersione notturna al largo di Sulawesi, in Indonesia, nel corso della quale ha immortalato un calamaro durante un corteggiamento.

Ma altre ovviamente sono le immagini degne di nota che si possono ammirare a Forte di Bard. Come “Ultimo sussulto” di Adrian Hirschi, (Svizzera) che raffigura un ippopotamo appena nato, vicino a sua madre nelle secche del lago Kariba, e di cui il fotografo cattura il dramma scioccante dell’infanticidio tra ippopotami. Oppure “Se i pinguini potessero volare” dello spagnolo Eduardo Del Alamo, che ritrae un pinguino gentoo - il nuotatore sottomarino più veloce di tutti i pinguini - mentre fugge inseguito da una foca leopardo immortalata mentre scoppia fuori dall'acqua per aggredirlo. Sembra fargli eco in un raro incontro, il "duetto" - si fa per dire - tra un ghepardo maschio solitario che si ritrova circondato e aggredito da un branco di cani selvatici. E assai tenera è “Touching trust” del tedesco Thomas P. Peschak, che ha immortalato una giovane balena grigia che si avvicina a un paio di mani che si abbassano da una barca turistica. Nella Laguna di San Ignacio, sulla costa della Baja California messicana, le balenottere grigie e le loro madri cercano attivamente il contatto con le persone per un graffio alla testa o per farsi strofinare la schiena. E non è di certo delle più allegre la scena che immortala i “Rifiuti sulla spiaggia” di Matthew Ware negli Stati Uniti. Un’immagine del Bon Secour National Wildlife Refuge dell'Alabama che sembrava molto attraente con il cielo blu, la sabbia soffice e una tartaruga marina ridley di Kemp. Ma poi la realtà si è dimostrata ben altra.

E tra i vincitori anche due italiani: il giovane Riccardo Marchegiani con “Early riser”, (categoria 15-17 anni) che ha ritratto una femmina di babbuino Gelada con il suo cucciolo all’alba su un altopiano nel Parco Nazionale del Simien in Etiopia e l’altoatesino Manuel Plaickner con “Pondworld”, per la categoria Behaviour: Amphibians and Reptiles che ha immortalato delle rane comuni in uno stagno durante il periodo dell’accoppiamento. Ma una particolare menzione va senz’altro alle fotografie della Little Leapers di Stefano Unterthiner, di cui sono esposti i servizi per il “National Geographic”. Oltre settanta immagini che, suddivise in dieci sezioni, creano un affresco di grande fascino e bellezza, come testimoniano il cigno selvatico in Giappone, le sterne tropicali delle Seychelles, l’arcipelago di Crozet nelle terre australi francesi o il grande falco grillaio di Matera.