Inaugurata Aria a Palazzo Strozzi, di Thomas Saraceno, dal 22 febbraio al 19 luglio 2020.

La sensibilità per l’ambiente di un artista scienziato in tempi di allarmismo e catastrofismo.

Una mostra che intende fornire allo spettatore spunti per guardare il mondo con occhi diversi, guidandolo per mano fuori dall’Antropocene, basato su l’uomo al centro di creazione rinascimentale, verso la costruzione dell’Aerocene, per vivere il mondo secondo una nuova sensibilità ecologica.

Con queste premesse, scegliere Palazzo Strozzi , un simbolo del Rinascimento, per mostrare Aria sarebbe stata una provocazione , ma l’Artista è stato invitato proprio dalla Fondazione del Palazzo, per un’apertura verso gli epigoni dell’arte contemporanea che la contraddistingue.

Nel cortile di Palazzo Strozzi Thomas regala allo sguardo dei visitatori sfere aereosolari testate, in grado di librarsi in aria e viaggiare grazie al calore del sole e ai raggi infrarossi della superficie della terra, senza l’uso di sostanze fossili. Qui sono imbrigliate in una rete, perché non scappino nei cieli. Sono un simbolo dell’Aerocene, in preparazione con il contributo di una comunità artistica interdisciplinare di ricercatori, che fa pratica sperimentale di ciò che scopre. La Mostra rende visibili alcuni dei risultati della ricerca attraverso opere grafiche, modelli sperimentali di giardini aerei e di onde gravitazionali, carte su cui vengono sintetizzati concetti con l’aiuto di tele di ragno disegnate con maestria. Si passa da sale bianche, lucide di specchi, a sale oscure, in cui si descrive il tempo soggettivo che ridefinisce le epoche.

La Aerocene Foundation, creata nel 2015 da Saraceno, persegue la partecipazione dal basso alle politiche ambientali e alle attività scientifiche. Con la creazione di questa comunità internazionale si incoraggiano i cittadini ad unirsi per creare il cambiamento. Thomàs con la Fondazione immagina e costruisce strutture di mobilità che siano etiche, promuove la consapevolezza ambientale, fa esperimenti di rilevazione di parametri atmosferici. L’artista propone il passaggio da “Do-it- yourself” a “Do- it- together” (DIT), attivando un immaginario comune che collabori eticamente nell’atmosfera e nell’ambiente, per creare un’era libera da frontiere e da combustibili fossili. Si vuole in questo modo superare l’approccio estrattivo di alcuni esseri umani nei riguardi dell’ecosistema e delle specie non umane.

Questa mostra fiorentina, intitolata Aria, è accompagnata da un vasto programma di talk fuori mostra, dove si possono vedere spezzoni di un film in costruzione sul volo eseguito in Argentina, zona Salinas Grandes, a sostegno degli indigeni che difendono le loro terre dagli estrattori di litio. Sarà descritto ai cittadini il Museo Aero Solar e saranno fatti volare nei cieli di Firenze e della Toscana palloni costruiti con sacchetti di plastica raccolti in mostra, per illustrare voli che fluttuano in un oceano d’aria senza bisogno di combustibili fossili.

I nostri sensi? Si sbagliano molto più spesso di quanto abbiano ragione. Un dialogo tratto da Rumore bianco di Don De Lillo è riportato nel Catalogo per rendere più concrete le drammatiche conseguenze del cambiamento climatico in atto.

Più che la fusione fra Arte e Scienza, qui ci colpisce l’uso di differenti linguaggi espressivi. Tutti i modi di esprimersi umani vengono utilizzati per spiegare e comprendere. Ci si sente tirati dentro ad un turbine di sensazioni e conoscenze, come la cartomanzia, utilizzata in giochi sapienti che ti svelano, in base alle carte che preferisci, come ti poni di fronte alle nuove proposte.

Grande protagonista il ragno, che è rappresentato da disegni e foto di alcune tele che vari tipi di questo aracnide, che esiste al mondo in 48milaversioni, sanno costruire. Thomas ha scritto articoli, pubblicati in riviste scientifiche, sugli algoritmi da lui trovati per descrivere il pattern delle tele di ragno. Ci racconta, in buon Italiano, perché suo padre è italiano e lui stesso ha vissuto fino a 10 anni a Milano,che questo riconoscimento scientifico ha reso un po’ invidiosi i suoi genitori, ricercatori scientifici, perché magari consideravano il figlio niente altro che un artista!

L’interdisciplinarietà da lui pensata e perseguita nella Fondazione difetta però di un contributo. Quello della Psichiatria, che unica può svelare e curare la malattia che sta dietro all’arricchimento compulsivo operato da pochi “estrattori” seriali a scapito dell’ambiente e della maggioranza dei viventi. Senza cura psichiatrica, inoltre, al DIT non potrebbero partecipare coloro che, pur entusiasti della teoria dell’Artista, sono impossibilitati ad aderirvi perché aracnofobici. Un ingrediente dimenticato da questa entusiasmante teoria del cambiamento è dunque la sanità mentale, che porta ad avere la fantasia per contribuire insieme a progettare una trasformazione epocale della vita sulla terra, senza paura dei ragni, assurti per Saraceno a simbolo di tutto ciò che è stato trascurato o distrutto nell’era dell’ Antropocene.