Quante volte siete stati accusati di ipocondria? Quante volte il vostro medico vi ha liquidato con le parole “non ha nulla, è perfettamente sano” perché gli esami clinici non rilevavano anomalie?

Eppure accusavate una serie di sintomi, spesso improvvisi ed erratici, a cui non si riusciva a dare una spiegazione e con i quali siete stati costretti a convivere.

Sono sintomi che molte volte sembrano davvero distanti tra loro sia nella localizzazione fisica sia nella patogenesi caratterizzante, come se fosse difficile collegarli a un reale stato di sofferenza.

Quali sono i sintomi che capitano più spesso? Può trattarsi di un dolore della spalla, di dolori lombari improvvisi, di un dolorino intorno al cuore, oppure di vertigini, o ancora di sublussazione sacroiliaca, con dolori della zona sacropelvica, o magari di acufene (ronzio auricolare), o della solita fastidiosa nausea, di una sensazione di svenimento, o di una pseudo ipocloridria (disturbi digestivi che simulano la mancanza di acido cloridrico nello stomaco) e ancora di cefalee, sete improvvisa, pallore, occhiaie, difficoltà digestive o addirittura di una gamba che “tira” come se il nervo sciatico si dovesse infiammare.

Quante volte vi sarà capitato tutto questo, che siate ipocondriaci oppure no? Sapete a cosa spesso è dovuto tutto ciò? Semplicemente a una piccola valvola, sì una valvolina che sembrerebbe di poca importanza e che si chiama valvola ileocecale. Si tratta di uno sfintere bicuspide situato alla fine dell’intestino tenue, nell’ileo, e che collega quest’ultimo con il cieco. Serve a impedire che il chimo, ossia il prodotto della digestione, possa ristagnare nell’intestino tenue ed essere riassorbito. Questo avviene quando il funzionamento è perfettamente sincrono.

A questo punto è necessario spiegare meglio come è costituito il nostro intestino. L’intestino tenue è diviso in tre parti, il duodeno, il digiuno e l’ileo. È da quest’ultima porzione del piccolo intestino e dal cieco che la valvola prende il nome. Principalmente l’intestino tenue ha il compito di digerire e assorbire il cibo. Quando questa attività è stata svolta, il chimo transita verso il cieco, oltrepassando la valvola ileocecale e inizia così il percorso verso il colon per essere espulso. Di fatto la valvola ileocecale si apre per consentire al chimo di transitare verso il cieco e si richiude per evitare il reflusso verso l’intestino tenue che altrimenti riassorbirebbe qualcosa di tossico. La valvola ileocecale potrebbe scompensarsi in apertura o in chiusura, e i sintomi dello squilibrio sono praticamente gli stessi. Quando la valvola diventa spastica e si scompensa in chiusura, il chimo ristagna più del dovuto nell’ileo e questo continua a riassorbire qualcosa di tossico; avviene che il paziente tende alla stitichezza e, alla mattina, non riesce a prolungare la permanenza a letto perché giungono dolori alla schiena, più precisamente nella zona sacroiliaca.

Se invece la valvola resta più aperta (scompenso in apertura), al chimo non viene impedito il rigurgito verso l’ileo e il paziente può avvertire anche forti dolori alla fossa iliaca di destra, come se si trattasse di un’infiammazione dell’appendice.

È chiaro che i disturbi gastrointestinali devono sempre essere verificati dal gastroenterologo e solo in assenza di patologie specifiche si può procedere nell’investigare la probabile presenza di tale sindrome.

L’eventuale condizione infiammatoria della valvola, che non è più sincrona nella sua attività, può innescare l’attivazione di uno dei disturbi che abbiamo citato e, nei casi più sfortunati, addirittura la presenza contemporanea di molti di essi.

Ma da dove nasce questo fastidio che provoca tutti questi malesseri?

Nasce prevalentemente dall’intolleranza alimentare, che crea un processo infiammatorio continuo a livello dell’intestino. Ma può essere causato anche dalla continua ansia perché è proprio il colon uno dei principali organi bersaglio dello scarico ansioso. In altri casi ci possono essere aggravanti quali interventi a livello dell’addome, asportazione dell’appendice ecc. I cibi non tollerati, trattenendosi più tempo nella fase assorbitiva, causano un rallentamento del processo digestivo che conduce alla comparsa di disturbi gastrointestinali quali: pesantezza, epigastralgia, reflusso, gonfiore, tensione addominale eccetera. Questo eccesso di permanenza, oltre a determinare tali sintomi, infiamma la valvola ileocecale, con conseguenti anomalie del suo funzionamento. Pur non creando danni organici, l’alterazione funzionale della valvola ileocecale è responsabile, in ultima analisi, anche di tutti gli altri disturbi, alcuni dei quali legati all’effetto tossico causato dal reflusso del chimo nell’intestino tenue.

Tra i sintomi da effetto tossico il più importante e frequente è il mal di testa, ma si riscontrano anche l’astenia, l’insonnia, la nausea, le fitte al petto, gli acufeni, le vertigini ecc.

Altri sintomi sono conseguenti alla postura errata e allo sbilanciamento del bacino causato dall’infiammazione della valvola: il paziente assume una postura antalgica responsabile, alla lunga, di dolore nella zona lombosacrale, di cervicalgia, di dolori alla spalla, di cistite.

Risolvere tali fastidi non è così complicato: il percorso da fare è legato inizialmente all’eliminazione del processo infiammatorio attraverso l’uso di preparati fitoterapici, oligoterapici e fermenti lattici ad altissima concentrazione e, successivamente, per mezzo di manovre non invasive sul punto di McBurney (situato a livello del primo terzo della linea spinombelicale, ossia della linea che congiunge idealmente la spina iliaca anteriore superiore destra e l'ombelico), secondo i principi della Kinesiologia applicata alla medicina; il trattamento si completa con un riequilibrio dei meridiani energetici di agopuntura.

Se adottiamo un’alimentazione caratterizzata dall’utilizzo di cibi in prevalenza non tollerati, questo certamente aggrava e inasprisce ulteriormente l’attività infiammatoria. Pertanto è consigliabile verificare i cibi più compatibili con il nostro organismo e seguire una dieta che risponda alle nostre caratteristiche, tanto fisiche quanto psichiche, e che guardi con molta attenzione a eventuali altre patologie.

Del resto come ci rammenta il padre del materialismo tedesco, il filosofo tedesco Ludwig Feuerbach, “l’uomo è ciò che mangia” e anche come mangia e comincia a osservare meglio se stesso e la sua alimentazione può migliorare il suo stato di salute e cominciare a mangiare in maniera più equilibrata.

La Natura ha costruito un corpo perfetto, sono le emozioni negative che lo hanno squilibrato, la nostra missione è farlo risplende di nuovo di tutta la sua luce.

Ma siccome oggi è il giorno di Natale, vi suggerisco di godervi il cibo che più desiderate, perché anche la privazione di qualcosa che vi piace porta sempre uno squilibrio.