Cos'è uno sfavillante salottino d'oro e di specchi in cui si riverberano i colori sgargianti di un pregiato tappeto anatolico, se non un monumentale caleidoscopio in cui cultura occidentale e cultura orientale si riflettono l'una nell'altra? Pare di trovarsi contemporaneamente in un quadro di Delacroix, respirando la sua fascinazione per l'Oriente, e sul set cinematografico di un film di Luchino Visconti, a lasciarsi sopraffare da atmosfere barocche sature di luccichii e di merletti.

Questo è solo uno degli undici scenari, improntati al dialogo tra arte locale e arte orientale, che si potranno ammirare nella mostra Hortus Conclusus. Il giardino nei tappeti orientali della Fondazione Tassara che verrà ospitata da tre dimore storiche di Bergamo, Palazzo Terzi (a cui appartiene l'ambiente descritto), Palazzo Agliardi e Palazzo Moroni, nell'ambito della nona edizione de I maestri del paesaggio, a partire da venerdì 13 settembre.

L'esposizione, ideata da Giovanni Valagussa e Moshe Tabibnia, presenterà alcuni preziosi esemplari di antichi tappeti orientali appartenenti alla Fondazione Tassara di Brescia, a cui sono stati donati dal collezionista Romain Zaleski, proprietario della più importante raccolta di tappeti antichi del mondo. Un'occasione unica non solo per conoscere un lato ʻineditoʼ del nostro patrimonio, ma soprattutto per riflettere sulla sua natura di «luogo di sedimentazione di processi secolari di osmosi e di interscambio tra culture» (Settis, 2002). Sarà infatti possibile ammirare tappeti annodati in Anatolia che portano il nome del celebre artista italiano Lorenzo Lotto. Senza voler svelare tutti i retroscena di una denominazione che, ai meno avvezzi alle vicende del tappeto orientale, potrebbe apparire alquanto singolare, si potrà certo anticipare che nella storia di questi manufatti c'è un forte - se non intrinseco - legame tra Oriente, luogo di produzione e di significazione, e Occidente, luogo di diffusione dei tappeti e di appropriazione e conservazione della loro memoria stilistica. In un ciclo di tre incontri, che affiancheranno la mostra nel periodo di apertura, verrà offerta al pubblico la possibilità di una più approfondita conoscenza e comprensione di alcune questioni fondamentali relative a fabbricazione, simbologia e iconografia dei tappeti orientali.

È suggestivo, infine, ricordare che un pilastro della nostra letteratura, Giuseppe Ungaretti, mentre era soldato nella prima guerra mondiale, facesse correre la propria mente ai magnifici colori dei tappeti di Alessandria d'Egitto e, riflettendo sulla condizione umana, scrivesse questa poesia:

Tappeto Ogni colore si espande e si adagia negli altri colori per essere più solo se lo guardi. (L'Allegria, 1914-1919).

Programma completo:

13 settembre 2019: Palazzo Moroni – Conversazione con Beba Marsano e Giovanni Valagussa Il giardino del paradiso, ore 21.00 (ingresso libero). Visita guidata, ore 19.30 (a pagamento).

14 settembre 2019: Villa dei Tasso – Conferenza di Giovanni Valagussa Tappeti e dipinti: una lunga storia comune, ore 18.30 - a seguire breve concerto (ingresso libero). Visita guidata, ore 17.00 (a pagamento).

15 settembre 2019: Visite guidate a Palazzo Agliardi, Palazzo Moroni e Palazzo Terzi, ore 14.30 – 16.00 – 17.30 (a pagamento).

21 settembre 2019: Palazzo Terzi - Conversazione con Maurizio Vegini e Giovanni Valagussa Geometria e fantasia: come nasce un tappeto, ore 18.30 (ingresso libero). Visita guidata, ore 17.00 (a pagamento).

22 settembre 2019: Visite guidate a Palazzo Agliardi, Palazzo Moroni e Palazzo Terzi, ore 14.30 – 16.00 – 17.30 (a pagamento).