Firenze è da tutti conosciuta come la patria del Rinascimento e il mondo dell'arte è sempre stato il polo d'attrazione principale della città; qui hanno vissuto e lavorato artisti del calibro di Michelangelo, Leonardo, Botticelli, Brunelleschi e la lista potrebbe essere infinita.

La città ha però giocato un ruolo fondamentale anche nel campo della scienza, basti ricordare che la prima accademia scientifica della storia, l'Accademia del Cimento, è nata qui nel 1657, e soprattutto qui è vissuto il padre della Scienza moderna: Galileo Galilei.

Pisano, nacque nella città della torre pendente il 15 febbraio del 1564, da padre fiorentino Vincenzo e madre lucchese Giulia Ammannati. In giovane età si trasferì con la famiglia a Firenze dove visse fino all'età di 28 anni; passò poi 18 anni a Padova dove insegnò matematica all'università e nel 1610 tornò a Firenze. Qui fu nominato matematico e filosofo di corte da Cosimo II dei Medici, che gli conferì anche la cattedra di matematica all’università di Pisa senza però l'obbligo di presenza. A Firenze scrisse l'opera più importante della sua vita, Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo, che gli causò la condanna da parte del Sant'Uffizio nel 1633. Morì nel 1642 nel castello di Arcetri dopo essere stato obbligato dall'Inquisizione a passarvi il resto della sua vita.

Firenze conserva ancora molte testimonianze della presenza di Galileo. A lui è stato dedicato un Museo dove sono conservati i due cannocchiali che costruì lui stesso e che gli permisero di osservare il cielo come nessuno aveva mai fatto prima scoprendo i 4 satelliti intorno a Giove, le macchie lunari, le fasi di Venere e la superficie irregolare della Luna. Qui sono poi conservati due dei suoi compassi militari e il giovilabio, lo strumento che gli permise di analizzare il movimento dei 4 satelliti intorno a Giove e che lui dedicò alla famiglia Medici. Ci sono poi le “reliquie profane”, due dita - il pollice e il medio - e un dente che gli furono asportati quando il corpo fu traslato da una stanzetta laterale alla navata principale della basilica di Santa Croce.

Di Galileo esistono ancora due abitazioni una in costa San Giorgio e l'altra in Piazza Santa Croce sulla cui facciata è visibile il blasone della famiglia, una scala rossa su fondo oro. Le spoglie sono invece conservate nella basilica di Santa Croce in una bellissima tomba monumentale realizzata nel 1737. Quando parliamo di Scienza a Firenze però non c' è solo Galileo, ci sono, ad esempio, una serie di osservatori realizzati nella seconda metà del Settecento e tutt’ora visitabili. Il primo, quello ximeniano, fu costruito nel 1756 dall’astronomo e ingegnere gesuita Leonardo Ximenes. Esso, oltre ad essere visitabile su richiesta, è ancora attivo, in quanto si occupa di osservazioni meteorologiche e sismografiche. L'osservatorio è situato in Borgo San Lorenzo di fronte all’omonima Basilica.

Un altro bellissimo osservatorio è quello della Specola che fa parte del Museo di Storia Naturale dell'Università di Firenze. Fu realizzato nel 1790 su volere del granduca Pietro Leopoldo di Lorena, che voleva realizzare una struttura allo stesso livello di quella parigina e di Greenwich, solo che la collocazione fu completamente sbagliata. Esso sorge, infatti, nella zona sud di Firenze non lontano dalle colline che ne impedivano e ne impediscono un'osservazione corretta. Per questo motivo nel 1872 l'osservatorio fu trasferito ad Arcetri sulle colline fiorentine, accanto alla residenza dove Galileo morì.

Oggi entrambi gli osservatori sono visitabili; quello della Specola, in quanto ospita ancora un bellissimo telescopio ottocentesco collocato in una torretta ottagonale, da cui si gode di una bellissima vista della città. Quello di Arcetri, al contrario, è ancora attivo ed è possibile osservare stelle e pianeti in qualsiasi periodo dell'anno su richiesta.

Ritornando in città un altro sito scientifico di grande importanza è costituito da Piazza Santa Maria Novella. Sulla facciata dell’omonima chiesa il frate e astronomo Egnazio Danti, nel 1572-1574 collocò due strumenti scientifici tutt’ora visibili: due armille equinoziali e un quadrante con annessi due orologi solari. Non sono più funzionanti, ma testimoniano un interessante legame tra teologia e scienza. Le due sfere equinoziali servivano per calcolare l’altezza del Sole e delle stelle durante vari periodi dell'anno, soprattutto il 21 di marzo e il 21 di settembre, rispettivamente il giorno dell'equinozio primaverile e autunnale, quando le ore del giorno sono uguali a quelle della notte e i raggi del sole sono perpendicolari all'asse di rotazione terrestre.

Per la chiesa l’equinozio di primavera ha sempre avuto un ruolo fondamentale nella gestione delle festività, in quanto la Pasqua viene stabilita nella prima domenica dopo la luna piena partendo dall’equinozio di primavera. Con le sue rilevazioni Egnazio Danti giocò un ruolo fondamentatale nella realizzazione del nuovo Calendario Gregoriano insieme al gesuita Cristoforo Clavio. Esso fu redatto nel 1582 e corresse una discrepanza di 10 giorni che si era venuta a creare nel calendario Giuliano del 46 a.C. Di fatto nel 1582 i cittadini andarono a dormire il 4 di ottobre e si svegliarono il giorno dopo che era il 15, furono così recuperati i 10 giorni persi nei 15 secoli precedenti. Ancora oggi il calendario gregoriano è quello utilizzato nei paesi cristiano-cattolici.

Sempre sulla facciata nella parte più alta è ancora visibile un foro gnomonico attraverso il quale il 21 di giugno, giorno del solstizio d’estate, doveva passare un raggio di sole che andava poi a illuminare una meridiana realizzata sul pavimento all’interno della chiesa e tutt’ora visibile. Questo gnomone non fu però terminato. Ne fu invece terminato uno simile che si trova all’interno della Cattedrale. Fu Paolo Toscanelli nel 1475 a realizzarlo. Egli era un matematico amico di Brunelleschi e che secondo alcuni aiutò nella pianificazione della Cupola. Questo gnomone funziona ancora e il 21 di giugno alle ore 12 di ogni anno un numero di fortunati ha l’opportunità di assistere all’evento del solstizio che ha luogo nella cappella della Croce. È qui che il raggio di sole dopo essere passato attraverso un anello di metallo, posto a 90 metri di altezza nell’interno della lanterna della cupola, va a illuminare la meridiana posta sul pavimento della cappella. Firenze città dell’arte e della scienza…