Viviamo in un mondo che, giorno dopo giorno, sembra prevaricato da distopie sociali e politiche. Infatti, nonostante il progresso tecnologico avanzi migliorando le condizioni di vita del presente ed alimentando le aspettative sul futuro, ci accade di constatare come la societá - ed il genere umano assieme - incontrino ostacoli e limiti nell'immaginare una struttura sociopolitica alternativa che favorisca la coesistenza e l'espressione di diverse forme di essere. In momenti storici come quello attuale in cui alcuni tra i peggiori scenari auspicati sembrano prendere il sopravvento – dalle conseguenze apportate dal cambiamento climatico, ad un ritorno verso un nazionalismo che fomenta forme di chiusura politica-, creare immaginari utopici diventa non solo una strategia di sopravvivenza ma un esercizio intellettuale per concepire e plasmare un mondo migliore.

Nel corso della sua pratica artistica, Lea Guldditte Hestelund (1983) ha immaginato e creato ambienti e situazioni di fantascienza, ispirandosi ai romanzi visionari di Octavia E. Butler e di Ursula Le Guin, ai film di fantascienza come "2001: a Space Odyssey" o "Alien" e agli studi sull'architettura di genere come la raccolta di saggi 'Sexuality and Space' di Beatriz Colomina.

Le sue sculture marmoree dalla forma e dall'aspetto organico esistono solo in questi ambienti ibridi in cui la fluidità tra i generi viene espressa dall'artista attraverso il gioco di forme, consistenze e colori delle diverse parti del corpo. Lea Guldditte Hestelund utilizza marmi di diversa provenienza, colore e grammatura, che plasma in forme che ricordano parti del corpo. Tuttavia, esse sono portatrici del peso e della gravità della materia, ed esplorano la connessione tramite la quale la materia organica penetra attraverso quella inorganica, il lato maschile in quello femminile, e l'utopia positiva in quella negativa. Giocando con i registri e i contesti di presentazione delle sculture marmoree che quasi diventano morbide forme organiche, l'artista indaga modi per destabilizzare nozioni e norme convenzionali, esplorando nuovi spazi fisici e concettuali per abitare la sessualità e l'identità.