Pitigliano è uno tra i più bei borghi italiani: situato nella Maremma toscana è definito la Piccola Gerusalemme a seguito dello stanziamento di una comunità ebraica avvenuto nel XVI secolo e che qui trovò un'accoglienza e un'integrazione perfetta con la comunità locale cristiana.
Il borgo si erge sopra una roccia di tufo, come sospeso nel nulla, e durante le belle giornate grazie al riflesso del sole assume un color oro che lo fa sembrare un luogo incantato. È venendo da Manciano che dopo una serie di curve ce lo troviamo all'improvviso di fronte, talmente arroccato che non riusciamo a distinguere dove finisce la roccia e dove iniziano le case. E subito ci appaiono le arcate del bellissimo Acquedotto mediceo costruito nel Seicento.
Anche la fondazione di questo borgo è leggendaria, si dice infatti che la cittadina sia stata fondata da due giovani romani, Petilio e Celiano, i quali dopo aver rubato la corona d’oro di Giove, fuggirono da Roma e si rifugiarono nelle campagne di quest’area. Qui crearono una prima comunità, dalla quale nacque la città che prese il nome di Petiliano, fusione dei romani Petilio e Celiano, e che poi divenne Pitigliano. La storia di questo borgo però è più antica e i primi abitanti vi si stanziarono già nell'Età del Bronzo. Divenne poi il centro di una importante comunità etrusca la cui presenza è testimoniata ancora oggi dalle necropoli e delle bellissime vie Cave, antichissime vie scavate a mano nella roccia tufacea e utilizzate come via di comunicazione e difesa.
Nel Medioevo passò prima sotto l'egida della famiglia di origine longobarda degli Aldobrandeschi e poi a partire dalla fine del XIII sec. agli Orsini, famiglia patrizia romana che fondò la Contea di Pitigliano. Nel 1331 la Contea entrò a far parte della Repubblica di Siena e due secoli più tardi del Granducato di Toscana. I Lorena nel Settecento istituirono il Compartimento Grossetano gettando le basi per la costituzione della futura provincia di Grosseto che includerà Pitigliano.
Ancora oggi visitando questo fantastico borgo siamo colpiti dalla fitta rete di piccoli vicoli che ne caratterizzano l'aspetto medievale e dalla maestosità del Palazzo Orsini, un vero e proprio castello situato in Piazza Fortezza e adiacente alla centrale Piazza della Repubblica. Questo fantastico edificio fu costruito originariamente dagli Aldobrandeschi e ristrutturato alla fine del XIV dalla potente famiglia romana. Ospita oggi il Museo Civico Archeologico e il Museo Palazzo Orsini.
Lasciandoci il palazzo alle spalle e percorrendo via Roma, arriviamo a Piazza Gregorio VII, dove è situata la Cattedrale di San Pietro e San Paolo con la sua facciata settecentesca. Proseguendo poi lungo via Generale Orsini raggiungiamo la suggestiva Chiesa romanica di San Rocco e Santa Maria, eretta nel XII sec. Vicino alla chiesa, qualche metro più in là, si trova la Porta di Sovana, inquadrata nelle monumentali mura etrusche.
Uno dei siti più significativi però è il Ghetto Ebraico, situato in via Zuccarelli, che ha fatto assumere a Pitigliano il nome di "Piccola Gerusalemme". All'interno di esso si possono ammirare ancora oggi la Sinagoga costruita nel XVII sec. e restaurata nel 1995, la Cantina, la Macelleria Kasher, il Forno delle Azzime e il Bagno Rituale.
Il rapporto tra Pitigliano e la comunità ebraica ha radici profonde. Una prima comunità si era probabilmente già formata nel XIV secolo, ma lo stanziamento più consistente avvenne a metà del Seicento a seguito delle due terribili bolle papali del 1555 e 1559, che costrinsero gli ebrei ad abbandonare lo Stato Pontificio. Uno dei luoghi in cui si rifugiarono fu la vicina Contea di Pitigliano, piccolo stato indipendente. Fu il Granduca Cosimo II dei Medici che nel 1608 li costrinse a vivere nel ghetto. Alla fine del Settecento però Pietro Leopoldo dei Lorena permise alla comunità ebraica di accedere a cariche comunali e questo rafforzò i rapporti di convivenza con la comunità cristiana. Il ghetto fu definitivamente abolito nel 1861. Nel Novecento le leggi razziali prima, e le persecuzioni poi, hanno portato molti ebrei ad abbandonare Pitigliano.
Come nella maggior parte dei borghi della Maremma anche a Pitigliano si mangia e si beve in modo eccellente e si trovano piatti tipici. Quando vi recate in un ristorante o enoteca del borgo potete cominciare ordinando gli gnocchi di pane al cinghiale, per poi passare al pollo alla diavola e terminare con gli sfratti. Questi sono dolci di origine ebraica la cui forma ricorda quella dei bastoni usati dai messi di Cosimo II per intimare alle persone di trasferirsi nel ghetto.
Per accompagnare questi ottimi piatti si può sorseggiare l'eccellente Bianco di Pitigliano DOC, un vino caratterizzato dal tipico colore giallo paglierino e dal sapore asciutto, vivace e fresco. L'altro vino tipico della zona è sicuramente il Rosso Sovana DOC, il cui punto fermo è la presenza di almeno un 50% di vitigno Sangiovese.
Pitigliano conta oggi circa 4000 abitanti ed è uno dei gioielli della Maremma; i suoi scorci panoramici, i suoi vicoli, la sua storia lo rendono magico e regala emozioni uniche a chiunque lo visiti.