Per quale motivo si nota che la persona adulta, con il passare del tempo, perde letteralmente vivacità, nel pensiero, nell’umore, perde quel guizzo di vita che invece prima aveva? Diversi possono essere i motivi, soprattutto ne emergono due:

• il primo è l’adeguamento alle regole, o normative esterne, imposte dal sociale e dal mercato; in altre parole, l’adeguamento a uno stile di vita e a richieste che non sono consoni alla nostra natura, che sono disfunzionali quando non chiaramente patologizzanti
• il secondo motivo è l’abitudine, la ripetitività delle azioni, che rendono sempre più “normali” le nostre azioni. L’abitudine è una cattiva consigliera perché, se da un lato ci rassicura, dall’altro ci rende sempre più acritici, sempre meno attivi nei nostri pensieri e nelle nostre naturali capacità di reazione.

Considerato il fatto che entrambe queste ragioni – l’adeguamento e l’abitudine – sono diffuse e rivestono un ruolo importante nella quotidianità delle nostre giornate, ecco che diventa fondamentale prestare attenzione ad alcuni particolari, piccoli, minimi, ma importanti, nel modo di procedere. Ho pensato quindi di stilare una sorta di vademecum, in sette semplici punti, per fare in modo che l’adeguamento e l’abitudine non determinino in noi una cristallizzazione delle reazioni ed una perdita della vitalità.

Ecco le 7 idee per il recupero della vitalità infantile:

Colazione da re. Trattarsi molto bene a colazione: apparecchiare, mangiare molto, variare spesso, alternando sapori e consistenze, dedicare tempo a quello che è il pasto principale della giornata.

Musica "Up". Ascoltare tutta la musica che, soggettivamente, ci fa sentire meglio: in particolare quella che alza in noi il tono dell’umore.

Il tocco naturale. Stare a contatto con tessuti naturali, in particolare quando si dorme: scegliere lenzuola in cotone o lino.

Salus per aquam. Bere molta acqua, fare bagni piacevoli e, se risulta gradito, andare all’hammam o alle terme.

Affacciati alla finestra. Aprire le finestre al mattino, appena svegli, guardare fuori con la curiosità di cercare i particolari: il tempo sì, ma anche il colore della casa di fronte, la forma di un albero, una foglia che si stacca da un ramo, un fiore che spunta, ecc.

Giocare a guardare. Fare il gioco di osservare le cose “da fuori”, come se noi fossimo spettatori di una scena vista per la prima volta: assistere a una discussione come se fossimo spettatori di un film, immaginarsi al cinema, seduti in poltrona; per una volta, provare a non intervenire.

I like to move. Muoviamoci come ci piace, facciamo attività fisica secondo i gusti personali, non per costrizione, dovere o ripetizione: no alle palestre, no al concetto di “esercizio”, sì a quello sport/movimento che ci piace di più e ci fa stare bene.

Sono indicazioni semplici, suggerimenti estremamente concreti, quasi immediati nella loro essenzialità. Come si può notare, il filo conduttore di tutte queste indicazioni è una sorta di recupero di un “sentire” primordiale, una sorta di ritorno alle sensazioni belle, piacevoli e che ci trasmettono uno stimolo e un’idea di novità, di freschezza.

Buon risveglio dei sensi, buona primavera!