Ricreata con successo nel 1968, la Corsa all’Anello si distingue nel panorama delle Feste Storiche nazionali ed europee come una delle manifestazioni che più di altre ha ricercato collegamenti con la propria tradizione storica, attivando le forze del volontariato per uno sviluppo turistico e culturale della città.

Le bellezze architettoniche del luogo, valorizzate grazie a spettacoli e iniziative di qualità, le ricostruzioni di luoghi e momenti della storia e della tradizione locale, il coinvolgimento del pubblico in un ritrovato senso della festa e l’atmosfera tipicamente medievale sono alcuni degli aspetti che rendono questa festa nota in tutto il mondo. La festa quale ricostruzione degli eventi che si svolgevano in onore del Beato Giovenale nell’anno 1371 è caratterizzata da numerose manifestazioni durante le settimane di festeggiamenti che culminano nella seconda domenica di maggio.

Passeggiando per le vie del centro è possibile incontrare i personaggi del Trecento: commercianti e artigiani, nobili e popolani, gustare i piatti tipici nelle taverne, intrattenersi con esibizioni di gruppi storici, assistere a concerti, spettacoli di falconeria, visitare mostre sul costume delle città storiche o di arte contemporanea, vedere spettacoli di danza, scoprire i sotterranei di Narni e tutti i segreti di questa affascinante città. E come ricordo quest’anno si può portare a casa un album di figurine con le immagini delle varie edizioni della festa.

Storia
Nessuna festa a Narni superava, per fasto e durata, quella che si svolgeva in onore del Santo Giovenale, Primo Vescovo della città. Nel culto locale la festa si collocava tradizionalmente il 3 maggio. Sin dal 1° maggio il Banditore rendeva pubblico l’evento festivo. La sera del 2, al tramonto del sole, si svolgeva un'imponente processione: la luminaria si recava sotto lo sventolio dei gonfaloni, accompagnata dai cori religiosi e dal suono degli strumenti musicali, nella Cattedrale, dove i Castelli e le Corporazioni delle Arti, venivano vocati a effettuare la propria offerta di cera. Il 3 maggio, giorno dedicato al Patrono, dopo una solenne cerimonia religiosa in Cattedrale, la festa assumeva il proprio carattere ludico, lasciando spazio ai tradizionali giochi equestri: la corsa del Palio e la corsa all’Anello.

La prima era una competizione di pura velocità, a essa potevano iscrivere un loro cavallo, guidato da un giovane cavaliere, sia i milites che gli equites, anche forestieri. Il premio era un Palio in seta della lunghezza di circa sei metri, del valore di tre libbre d’oro. La corsa all’Anello era invece riservata ai giovani cavalieri narnesi che possedevano un cavallo; il Dominus Vicarius invitava tutti coloro che intendevano correre l’anello a schierarsi all’angolo della chiesa di S. Salvato, nella Piazza dei Priori, per poi scagliarsi con la propria asta o bordone a infilare il bersaglio del valore di 100 soldi cortonesi. L’ordine di partenza era stabilito dalle norme statutarie, secondo l’appartenenza alle Brigate militari dei Terzieri in cui era suddivisa la città: Mezule, Fraporta e Santa Maria. L’acquisto del Palio e dell’Anello era effettuato con l’esborso di 4 fiorini d’oro, spettante alla comunità ebraica. Così, con le tenebre, la festa si concludeva nel fantastico gioco di ombre e riflessi nella notte.

Durante il cinquecento, si aggiunsero ai tradizionali giochi, il combattimento tra bufalo e toro, la quintana, le commedie allestite dai giovani narnesi, la colazione offerta dalle donne. Le due principali gare subirono sorti avverse: l’Anello si corse fino ai primi anni del XVII secolo, mentre il Palio, seppur con caratteristiche diverse, sopravvisse sino alla fine dell’Ottocento.

Annus
Non solo a maggio, ma durante tutto l’arco dell’anno, a Narni, unica fra tutte le città storiche, si può respirare l’aria di medioevo. Con Annus, essa ripropone la rievocazione di alcune festività del Calendario medievale narnese, previste dagli Statuti del 1371. Il progetto è quello di riportare alla luce festività, tradizioni e culture in una estensione particolareggiata, varia e approfondita della Corsa all’Anello. Gli eventi sono scanditi da “Tempi”.

Il “Tempo della Chiesa” prevede la ricostruzione di cortei che portano ceri e pali e la celebrazione di funzioni religiose legate ai riti trecenteschi.
Il “Tempo del Mercante” propone la ricostruzione di quelle botteghe a cui era permesso rimanere aperte, e l'organizzazione di fiere medievali in cui trovavano posto, in onore del santo, gli artigiani sottoposti al suo patronato.
Il “Tempo del Piacere” affronta gli aspetti del gioco, della gola, della musica e della danza e quanto concorre al compiacimento dei sensi dell’uomo medievale.

Le festività sono legate ai quattro momenti fondamentali dell’anno, le stagioni. Così, per completare il cerchio del perenne divenire, la ruota torna a girare. Come le festività cristiane si sono sovrapposte a quelle pagane legate alla terra e al suo ciclo vitale, Annus riporta in vita i miti e le credenze di tali momenti, quindi S. Giovenale, Patrono della città, il 3 maggio, andrà a sovrapporsi con il calendimaggio e quindi con l’equinozio primaverile; S. Giovanni Battista, il 24 giugno, è fortemente legato al solstizio d’estate; S. Michele Arcangelo, il 29 settembre, è equiparato all’equinozio d’autunno e S. Nicola, il 6 dicembre, reca in sé il solis invictus del solstizio invernale. Il cerchio è compiuto.