Ci sono quelle da città e quelle da montagna, da uomo, oppure da donna, leggere come una piuma o pesanti come il piombo; quelle pieghevoli e quelle con i cestelli per la spesa, oppure con il manubrio dritto, se non ricurvo, con il cambio, ma anche senza. L'importante è pedalare. Due ruote e via, che sia freddo o caldo, che piova o ci sia il sole. Basta arrivare in Olanda a qualsiasi ora del giorno per capire che la rivoluzione dei trasporti è già avvenuta. Ma quali auto 'inquinamento 0'? Quali mezzi elettrici?

La città del futuro è a misura di bicicletta e Utrecht lo dimostra. Solo qualche numero per averne la prova. Tutti i giorni 100.000 ciclisti, un terzo della popolazione cittadina, 'pendola' dai quartieri periferici al centro e viceversa percorrendo in lungo e in largo i 245 chilometri di piste ciclabili. Intorno alla stazione ferroviaria sta crescendo il più grande parcheggio del mondo per i veicoli a due ruote: ora ha spazi per 12.500 biciclette, ma nel 2020 arriverà a contare fino a 33.000 rastrelliere, di cui 22.000 pubbliche e 11.000 private. E per accontentare i più frettolosi è in atto un progetto che farebbe la gioia di qualsiasi automobilista: i semafori 'sensibili' che, in barba ai veicoli a motore, danno la precedenza a chi pedala sulle piste ciclabili, per buona parte larghe come vere e proprie strade.

Tanto per fare un esempio il tempo di attesa al semaforo del Lucas Bridge era di 35 secondi e ora è stato ridotto a 21. Non solo, ma si sta anche sperimentando un nuovo strumento in grado di dare ai ciclisti l'informazione sulla velocità che devono tenere per riuscire sempre a trovare l'agognato 'verde'. D'altra parte è normale che la pubblica amministrazione si preoccupi così tanto delle bici e dei loro conducenti, dal momento che a Utrecht il loro numero è ben superiore a quello delle auto. Tutte le famiglie possiedono infatti almeno una bicicletta, ma il 50 per cento degli abitanti ne ha tre o anche più, e soltanto il 4 per cento non ne ha nessuna. Per l'auto, invece, le medie sono nella norma: il 69 per cento delle famiglie ne ha una, il resto niente.

'Com'è delizioso andar sulla carrozzella...' cantava Odoardo Spadaro nel lontano 1939, quando in Italia il primo razionamento della benzina aveva momentaneamente lasciato in parcheggio le poche auto in circolazione, tra cui la vecchia Topolino. Corsi e ricorsi storici: le crisi si sono succedute e adesso il momento non è certo dei migliori. Ma se il petrolio comincerà a scarseggiare c'è da giurare che a Utrecht non se ne faranno un gran problema perché andar sulla bicicletta sarà, appunto, delizioso, come d'altronde è già adesso. Persino i 'corrieri' usano mezzi a due ruote per recapitare la posta. E si potrebbe anche dire che vale il detto 'due cuori e una bici', visto che c'è anche chi usa il tandem per qualche passeggiata nel verde, nei parchi o anche fuori dalla città, durante i momenti di relax.

Data l'assoluta mancanza di montagne, colline, piccole alture o anche semplicemente dossi stradali, usare la 'due ruote' in Olanda è confortevole anche per qualsiasi turista. Nell'antica piazza centrale, proprio di fronte all'imponente cattedrale gotica, è possibile avere tutte le informazioni per un tour, guidato o no. L'importante è non trovarsi sulla Maliebaan durante le ore di punta per non essere 'calpestati' da 1300 ciclisti che passano velocemente e non amano trovare ostacoli. Nei vicoli medievali del centro storico non resterà invece che mescolarsi agli studenti, alle casalinghe, agli anziani e a tutti coloro che vivono la città sopra un sellino. Utrecht è adagiata lungo i canali, proprio come la vicina Amsterdam, ma è meno turistica e quindi più vera. Gli studenti di una delle più antiche e autorevoli università europee, nata nel 1636, si mescolano agli abitanti e popolano i molti bar e ristoranti sulle banchine a pelo d'acqua che la notte sono illuminate da migliaia di lampadine.

Sulle stradine che si snodano tra i nordici palazzi medievali con 'ricami' gotici si aprono negozi moderni insieme a quelli di tradizione mentre sui ponticelli e nella piazza del mercato accanto alla stazione ferroviaria esplodono i colori di tulipani e giacinti. Pedalando si raggiunge il Giardino Botanico e la Paushuize, il secondo edificio più antico a Utrecht dopo il Duomo. Venne costruito per Adriano VI, l'unico papa olandese, che però non vi abitò mai. A tiro di bicicletta anche i numerosi musei, come quello dedicato alla musica (Speelkok), quello dei trasporti su rotaie (Spoorwegmuseum), quello dell'arte moderna (Centraal Museum) e religiosa (Catharijneconvent) E poi il famoso museo dedicato ai bambini (Miffy), fino al Parco della scienza e dell'architettura. Durante la passeggiata su due ruote potrà capitare di imbattersi in qualche casa molto diversa dalle eleganti costruzioni antiche. Hanno la forma di 'scatolette', a volte colorate e ben visibili, e sono state costruite agli inizi del Novecento dando il via all'architettura moderna. La più famosa è la Rietveld-Schroder house, al numero 50 di Prins Hendriklaan. È patrimonio dell'Unesco, oggi visitabile e gestita dal Centraal Museum. Utrecht, infatti, ha sempre guardato oltre l'orizzonte e pur mantenendo un centro storico affascinante e inalterato, cresce a ritmi esponenziali dotandosi continuamente di nuove infrastrutture e servizi. Sia chiaro che questi, comunque, non hanno mai scalfito, né scalfiranno, l'antico amore per la bicicletta.

Strano a dirsi, tutta la loro passione per le due ruote non ha però prodotto risultati sportivi degni di nota. È vero che in onore di una località dove tutti pedalano, il Tour de France 2015 ha preso il via proprio da Utrecht. È anche da rilevare che un figlio di Utrecht, Fedor den Hertog, nel 1968 vinse una medaglia d'oro ai giochi olimpici in Messico nelle gare di cronometro. Però un vero e proprio campione, di quelli che fanno sognare generazioni di ciclisti, la città non ce lo ha mai regalato. A dirla tutta un fuoriclasse c'è, ed è nato proprio lì, tra le biciclette, ma, ironia della sorte, non ha espugnato le vette del ciclismo, bensì quelle del calcio. Marcel van Basten ha segnato 303 goal ed è ai primissimi posti nella classifica dei migliori calciatori del XX secolo, così elegante nei movimenti da essere conosciuto come 'il cigno di Utrecht'.

La città ora guarda al nuovo secolo per puntare, oltre che sulle chances economiche e di progresso, anche su quelle sportive, possibilmente a due ruote. D'altra parte - è proprio il caso di dirlo - l'hai voluta la bicicletta? Allora pedala!