Per la prima volta, l’esposizione ripercorre cinquant’anni di attività grafica del più visionario tra gli artisti del movimento della Transavanguardia, attraverso acqueforti, litografie e serigrafie, schizzi, disegni e ben 180 libri d’artista.

Per l’occasione verranno presentati un ciclo d’incisioni inedite di piccolo formato realizzate appositamente per l’esposizione, prodotte in collaborazione con edizioni Lithos di Como, e 6 nuove sculture.

Dall’11 giugno al 23 luglio 2017, lo Spazio Officina di Chiasso (Svizzera) ospita una mostra dedicata a Enzo Cucchi (Morro d’Alba, AN, 1949) che, per la prima volta, ripercorre la sua attività grafica, sviluppatasi in cinquant’anni di carriera, dagli anni Settanta a oggi, attraverso acqueforti, litografie e serigrafie, schizzi, disegni e ben 180 libri d’artista.

Per l’occasione saranno presentati un ciclo di 21 incisioni inedite di piccolo formato, realizzate dalle edizioni Lithos di Como, e 6 nuove sculture.

L’esposizione, che s’inserisce nel filone della “grafica contemporanea” con autori che hanno lasciato importanti testimonianze nel territorio svizzero-ticinese, è curata da Alessandro Cucchi, figlio dell’artista, e Nicoletta Ossanna Cavadini, direttrice del m.a.x. museo e dello Spazio Officina di Chiasso.

La mostra, oltre a ripercorrere i passaggi fondamentali della ricerca grafica di Enzo Cucchi, pone altresì l’accento sul percorso creativo e sulle soluzioni sorprendenti adottate dall’artista, quali il molto grande e il molto piccolo.

I formati seguono regole imperscrutabili, fedeli alle immagini contenute; spesso diversi metodi di stampa convivono. I caratteri e le scritte a mano si alternano alle immagini di eroi delle campagne marchigiane, agli animali (cani, galli ecc.), alle colline e alle case.

Enzo Cucchi ha sempre mostrato una particolare cura e passione per la grafica e l’oggetto libro-catalogo. Tradizionalmente, progetta il catalogo dell’esposizione e lo segue nella sua realizzazione artigianale a piccola tiratura, nella scelta dei materiali, nelle carte e nella stampa finale.

Lo stesso Cucchi immagina l’esposizione costituita da una “spina dorsale” di libri d’artista, libri oggetto e documenti grafici e da una “dentatura” costituita dalle nuove serie di incisioni, il tutto fatto di carte, inchiostri, acidi e pietre. Questa è per Cucchi un’occasione mirata a livello tematico-antologico per mostrare tutta la bellezza espressa nelle varie tecniche di stampa dagli anni Settanta ad oggi.

Enzo Cucchi, il più visionario tra gli artisti del movimento della Transavanguardia, sostiene che “se un’opera vuole definirsi come nuova allora deve contenere tutto il vecchio già prodotto, pensato, sofferto e digerito e, rifiutandolo, deve prodursi da quella cenere, che è solida però come fondamenta”. Ecco allora che nascono le sue grafiche, cariche di echi provenienti dalla sua terra d’origine, dalla cultura popolare.

Il tratto è a volte nervoso, a volte sinuoso, ondeggiante, appeso a fili sottili di un’esistenza intensa, sconnessa, come racconta la recente biografia scritta da Carlos D’Ercole, ma anche attenta a non dimenticare che la fragilità, la precarietà, quando coniugate con la radice forte della “cenere solida” del passato, diventano forza espressiva, energia siderale che trasforma l’uomo in artista e interprete di quell’incertezza che anche Ettore Sottsass riteneva necessario ingrediente per coloro che, da creativi, non vogliono mai smettere di capire.

L’esposizione è resa possibile grazie al Dicastero Educazione e Attività culturali del Comune di Chiasso, col patrocinio del Consolato generale d’Italia di Lugano, con il sostegno della Repubblica e Cantone Ticino – Fondo Swisslos, della Fondazione Egidio e Mariangela Cattaneo – Monte Tamaro e dell’AGE SA.