Ci sono persone che, a un certo punto della vita, in maniera casuale o per necessità di vita o lavorativa, si accostano agli strumenti tecnologici. Ci sono tante altre persone, che oggi non scrivono e non studiano l’argomento, perché sono bambini ancora nella pancia della mamma, neonati, bambini piccoli, non ancora scolarizzati, studenti, fino ad arrivare agli adolescenti di oggi, che con la tecnologia hanno avuto e hanno a che fare da subito, da sempre. I primi sono quelli che sono diventati tecnologici, sono figli acquisiti della tecnologia. Tutti gli altri sono nati con la tecnologia, per questo vengono definiti “nativi” digitali.

Ben sapendo che il progresso tecnologico di fatto è un prodotto umano finalizzato ad accelerare alcuni processi, a renderne possibili altri, a permettere all’uomo stesso di fare cose che altrimenti non potrebbe realizzare, sta di fatto che ora la tecnologia, figlia dell’uomo, è parte integrante della società, soprattutto della società occidentalizzata, ma non soltanto di questa.

Un altro punto fermo è il fatto che i princìpi cardine dell’evoluzionismo, in particolare il concetto di assimilazione e ancor più quello di adattamento, non vengono certo meno al presentarsi di un prodotto dell’uomo, per quanto particolare e performante tale prodotto sia. Certamente la tecnologia è un prodotto performante, anzi è il fulcro stesso della stimolazione, della realizzazione, dell’attuazione di idee, di pensieri, di progetti. Ma è altrettanto vero che l’uomo fisiologicamente si adatta al mondo attuale nel suo complesso, compresi i prodotti frutto del progresso dell’uomo stesso.

A fronte di tali aspetti emerge una serie di domande. La prima domanda è: come vive la tecnologia chi in tale matrice è nato e cresciuto? Chi è frutto di un concepimento tecnologico, chi è stato monitorato in utero, chi ha percepito i suoni dei telefonini attraverso le pareti uterine, chi è cresciuto con primi giochi di stimolazione visita e uditiva, con schermi digitali, chi ha visto e sperimentato il touch screen prima dello schermo non touch?

La domanda immediatamente successiva è: che cosa possiamo fare affinché i nativi digitali fruiscano dei benefici della presenza della tecnologia nella vita quotidiana, senza subirne le ripercussioni negative? Come possono gli adulti, in particolare i genitori e gli insegnanti, gestire in maniera ottimale gli strumenti tecnologici con i soggetti in età evolutiva?

Questi i temi, oggetto del sesto Convegno dell’Associazione Est Modus. Questi i quesiti ai quali un’équipe di esperti in materia è chiamata a rispondere, al fine di orientare in maniera positiva e consapevole le modalità educative dei genitori e degli insegnanti.

Programma

Ore 9.00 Saluto del Comune di Milano: Dott.ssa Caterina Antola - Presidente del Municipio 3 di Milano con Delega all'Educazione
Ore 9.10 Saluto della Regione Lombardia
Ore 9.20 Introduzione: Prof. Roberto Fagioli - Presidente dell'Associazione Est Modus, Medico Chirurgo Specialista in Andrologia, Esperto in Medicine Non Convenzionali

Modera: Prof. Alfio Lucchini - Psichiatra e Psicologo Clinico, Direttore del Dipartimento di Salute Mentale e Dipendenze ASST Melegnano e Martesana
Sezione Poster
Dott.ssa Marcella Taricco, Psicologa Psicoterapeuta: Nuovo Test Attitudinale

Interverranno:

Ore 9.30 Prof. Daniela Vigna - Professore Associato di Psicopatologia dello Sviluppo, Università degli Studi di Torino, Psicoterapeuta: "Psicopatologia e reti telematiche"
Ore 10.15 Prof. Roberto Fagioli - Presidente dell'Associazione Est Modus, Medico Chirurgo Specialista in Andrologia, Esperto in Medicine Non Convenzionali: “Scompensi organici e media digitali”.

Ore 11.00 coffee-break

Ore 11.15 Prof. Pier Cesare Rivoltella - Full Professor in Education Technology, Università Cattolica di Milano, Presidente del CREMIT: "Educare al tempo dei media digitali"

Segue ampio dibattito.