Un articolo pubblicato sulla rivista Nature descrive una ricerca sulle impronte molecolari esistenti negli animali. Si tratta di un'indagine incentrata sul funzionamento dei geni in varie specie che ha permesso di aggiungere prove genetiche alla classificazione utilizzata ormai da quasi tre secoli. La classificazione delle specie è sempre stata motivo di controversia, anche a livello di phylum, perciò fornire informazioni su similitudini nell'espressione dei geni aiuterà a definire meglio le attribuzioni.

Un team internazionale guidato dal Professor Itai Yanai del Technion-Israel Institute of Technology Department of Biology ha utilizzato una tecnica chiamata CEL-Seq per questa ricerca. Essa permette di monitorare l'attività dei geni in cellule singole e ha permesso al team di analizzarla in settanta embrioni appartenenti a dieci specie diverse selezionate per essere studiate.

Analisi del funzionamento dei geni di animali appartenenti a specie molto diverse tra loro, dato che si è trattato di rappresentanti di dieci phylum diversi, hanno permesso di comprendere quale fosse il profilo di espressione dei loro geni a partire dal momento della fertilizzazione dell'uovo. L'attività su cui si è concentrato il team che ha condotto questa ricerca è stata quella di regolazione genica, cioè il processo che permette a una cellula di esprimere certi geni. In pratica, certi geni sono attivi mentre altri sono silenziati, ovvero che non sono attivi, portando tra le altre cose a una specializzazione delle cellule nel corso dello sviluppo dell'embrione.

L'esame dello sviluppo degli embrioni ha permesso di scoprire che anche in specie molto diverse esiste una transizione a metà dello sviluppo che aiuta a spiegare come le varie specie si sviluppano ed evolvono in maniera diversa. Questo schema di regolazione genica può aiutare a trovare mezzi molecolari per definire le caratteristiche specifiche di gruppi di specie aiutando la loro classificazione. Lo schema avviene a partire da quello che viene tecnicamente chiamato stadio filotipico nel quale gli embrioni di animali appartenenti a diverse specie sono indistinguibili. Si tratta di una sorta di modello base da cui pian piano si sviluppano le caratteristiche tipiche della specie a cui l'embrione appartiene. Questa ricerca aiuta a capire meglio la transizione.

Attualmente, il sistema di classificazione tassonomico è quello sviluppato sulle basi create dal botanico conosciuto come Linneo ormai quasi tre secoli fa. I vari sviluppi delle scienze biologiche hanno aggiunto complessità su complessità per cui ad esempio già la divisione in regno animale, vegetale e minerale è oggi superata. La diffusione sempre maggiore di analisi genetiche ha permesso di comprendere molto meglio le parentele tra diversi organismi: questa ricerca ha lo scopo di aggiungere un'ulteriore metodologia per stabilirle con maggior precisione. In parole povere, la classificazione all'interno di un phylum potrebbe non essere decisa basandosi sulle strutture fisiche dell'organismo bensì sull'espressione dei geni nel corso dello sviluppo dell'embrione e in particolare della transizione a metà di quello sviluppo.

Questa ricerca rappresenta solo l'inizio di una migliore comprensione della regolazione genica, in particolare delle specificità di ogni phylum. Inoltre, le analisi sono state effettuate su animali e non è detto che gli stessi meccanismi valgano per altri organismi multicellulari. Saranno quindi necessarie ulteriori ricerche per verificare se si tratta di caratteristiche generali o solo degli animali. Di certo si tratta di ricerche che possono contribuire notevolmente a migliorare la nostra comprensione di certi meccanismi fondamentali dello sviluppo degli animali.