Il riferimento al motto di Francesco Bacone - “Non si comanda alla natura se non ubbidendole” - ha rappresentato per me un cardine concettuale importante, che mi è stato tramandato da mia nonna, “la maestra” (come veniva chiamata da tutti nel paese) Margherita Brero, Medaglia d’oro della Pubblica Istruzione. Il filosofo Bacone, emblema dell’empirismo della rivoluzione scientifica, ha centrato l’attenzione sull’importanza dell’osservazione della natura, ponendo le basi di un metodo impostato sull’attenzione, sulla ripetibilità, e centrato sull’obiettivo dell’individuazione dei fattori che favoriscono un determinato fenomeno, fino ad arrivarne alla causa determinante.

Il metodo osservativo e l’individuazione delle cause dei fenomeni osservati costituisce per me un fulcro che mi permette, con curiosità e sistematicità, di interpretare i fenomeni, dall’ambito della pedagogia e delle relazioni umane, come faceva con cura e specializzazione la mia nonna, a quello della psicologia, della natura, dei processi di fisiologia e di patologia, dei processi sociali. L’attenzione ai fenomeni osservati, la ricerca dei particolari, delle correlazioni e l’individuazione dei motivi che stanno alla base di ciò che vediamo e viviamo è per me ancora oggi il messaggio più grande, vivo, attuale e incredibilmente stimolante che possiamo dare alle generazioni future.

Nel lavoro clinico, la ricerca etiologica è fondamentale per la comprensione del quadro clinico, ma soprattutto per l’impostazione di un progetto terapeutico. Si parte dalla rilevazione del quadro energetico e delle dinamiche correlate; nei movimenti dell’energia vitale, secondo la medicina tradizionale cinese, si considerano i flussi energetici, fisiologici e patologici, ossia il ciclo di generazione, di dominazione e di violazione; si procede quindi all’individuazione delle cause alla base del disagio. Le cause di un disagio, o di un quadro sintomatologico, possono essere di natura strutturale, organica, psicologica, traumatica.

Ma, al di là dell’attività clinica, l’interesse per le cause dei fenomeni porta con sé inevitabilmente una ventata di ottimismo che si traduce in uno stimolo al fare positivo, in particolare nell’ambito dell’educazione dei bambini. Andando alle cause dei disagi infantili, si può infatti impostare un lavoro preventivo interessante, che tiene conto di una serie di fattori, dove i genitori hanno un notevole margine d’azione su molteplici fronti:

• sulla relazione, a partire dalla relazione precoce, in epoca prenatale e perinatale, basi della futura relazione con il mondo
• sulla sicurezza, attraverso la stimolazione della libertà di sperimentazione, l’equilibrio nella stimolazione, centrale nel mantenimento dei confini del sé e nell’evitamento dell’iperattività
• sui processi di acquisizione di informazioni, attraverso l’atteggiamento e l’esempio, centrali nella interiorizzazione di modelli di comportamento
• sui processi di piacere, attraverso la modulazione del tempo, il prolungamento del piacere, in chiave funzionale e con base edonistica
• sull’ambiente, con il senso della misura e del limite, il senso di appartenere al mondo
• sulla cronologia e i ritmi, attraverso la ripetitività e l’adeguamento alla natura, base dell’acquisizione del concetto di tempo e del mantenimento dei ritmi circadiani
• sul rispetto, con l’educazione al rispetto di sé e dell’altro, e l’importanza di non intaccare le figure adulte di riferimento per il bambino
• sui processi di assimilazione, attraverso il senso della lentezza e del limite, basi dell’acquisizione di abitudini alimentari corrette.

Tutti questi elementi giocano – in quanto cause strutturali – un ruolo centrale nello sviluppo e nel consolidamento di un terreno ontogenetico, e in ultima analisi nella crescita di bambini sani, felici, motivati, rispettosi, in armonia con i propri ritmi fisiologici e con i ritmi della natura.