Brand New Gallery presenta la mostra collettiva New Vibrations, una selezione di opere di artisti provenienti dagli Stati Uniti. Gli artisti in mostra combinano mezzi tradizionali e non convenzionali nelle loro opere, esplorando e riesaminando il vocabolario pittorico, aprendo narrazioni soggettive all’interno del materiale e dell’astrazione processuale. In un continuo sovrapporsi di linguaggi, ridefinendo il concetto di forma, sfidano convenzioni pittoriche e concentrano la loro attenzione su un processo di scoperta, indagando il confine tra materia e immagine attraverso un approccio fenomenologico.

Il lavoro di Nicholas Pilato è caratterizzato da un flusso costante, che oscilla tra creazione e distruzione. Utilizzando cemento e facendo riferimento al mondo naturale e umano, il suo lavoro richiama processi come sedimentazione, erosione e degrado industriale.

I dipinti di Jennifer Boysen possono essere considerati sculture, sia per quanto riguarda la manipolazione della forma che l’utilizzo dei materiali. Le opere spesso nascono da oggetti trovati e ricoperti con tele. Attraverso sovrapposizioni di vernice, raschiatura e graffiature, l’immagine pittorica è subito ostacolata e quello che emerge è una superficie profonda, atmosferica.

Evan Nesbit combina la conoscenza materiale con l’esperienza, per avviare una processualità soggettiva e un’astrazione del materiale. Pitturando le sue tele di juta dal lato opposto di quello visibile, l’effetto contraddittorio sui colori - tenui e pastello luminosi - creano un effetto sorprendente e la superficie irregolare conferisce l’impressione di una stratificazione scultorea, che attira lo spettatore.

Donna Huanca è un’artista multi-disciplinare, che unisce performance, installazione, pittura e suono per esplorare temi quali diversità e ibridismo nella nostra cultura odierna, spesso utilizzando vestiti nel suo lavoro. L’opera presentata è stato parte dell’installazione Psychotria Elata, 2014. Intitolata come una pianta che da allucinazioni se consumata, l’installazione combinava opere bidimensionali e tridimensionali, creando un’esperienza surreale e unica.

Kadar Brock usa una combinazione disarmonica di tecniche, mezzi e strumenti discordanti e sfuma il confine tra pittura e scultura. Crea il proprio “ecosistema” in cui le opere sono raschiate e levigate, la vernice viene raggrumata o aspirata come se fosse polvere e rielaborata durante il ciclo vitale dei suoi pezzi.

Tratti da memorie del passato e dal ricordo della sua città natale, dove il “Quilting” è la forma più popolare di artigianato, I “Quilt paintings” di Graham Wilson combinano esperienze di vita e idee, metafore e narrazioni. Gloomy Sunday, originariamente conosciuto come Canzone Suicida Ungherese era un insieme di testi poetici sulla disperazione causata dalla guerra, che si concludono con una preghiera silenziosa sui peccati delle persone. Cucita a mano e attentamente progettato, la trapunta è stata in gran parte realizzata dal suo letto, in un periodo di malattia e angoscia. In questo formato il lavoro acquisisce una vita propria, contenente un passato, un presente, e un possibile futuro.

Lavorando principalmente con tecnica mista su tela, Jeff Zilm decostruisce la tecnologia - dall’Età della Pietra all’Era dell’Informazione - e l’atto della pittura stessa. Lavora in serie e i suoi dipinti monocromi in mostra sono realizzati con pellicola 16mm, attraverso un processo che rimuove subito l’immagine e la pista audio dalla celluloide e la trasforma in un liquido scuro. Queste opere sono un progetto concettuale legato sia al processo che alla materialità.

La parola stessa “Vibrazione”, è definita in fisica come un moto periodico oscillante o alterno di un corpo rigido o elastico, forzato da una posizione o stato di equilibrio. Queste opere vibrano infatti davanti a noi per trovare infine il loro stato di equilibrio dovuto all’azione paritaria di forze opposte.