Regina José Galindo, tra le più importanti artiste contemporanee e performer internazionali, vincitrice del Leone d'Oro alla 51. Biennale di Venezia come migliore giovane artista, il 23 aprile presenta all'Orto Botanico di Palermo il suo nuovo progetto di performance, "Raíces", appositamente ideato per la città. Il 24 aprile inaugura la mostra "Estoy Viva" con una nuova veste rispetto alla recente esposizione milanese e diverse opere mai presentate in Italia. Sicuramente la più ampia mostra antologica dell'artista finora realizzata.

La performance Raíces, appositamente ideata per l’Orto Botanico di Palermo, recupera il rapporto con la natura, uno degli aspetti centrali del lavoro nell'opera di Regina José Galindo, che - inserendosi nel solco di una tradizione già forte nella ricerca delle artiste storiche del Sud America - ha sempre guardato alla natura generatrice, forte e accogliente come “luogo” d'elezione. L'Orto Botanico di Palermo, che per la sua particolare collocazione si trova a far da cerniera tra il mare e la città, ospita specie di piante provenienti da tutto il mondo, microcosmo naturale di un giardino universale che nasce per dono e per incontro. È qui che Regina José Galindo, insieme ad un gruppo di performer che rappresenteranno le differenti etnie della città di Palermo, racconterà una storia antichissima eppur attuale, in cui corpi, foglie e terra di molti mondi recuperano il lessico comune per manifestare la propria esistenza e per rintracciare radici comuni.

La performance si concentra sul più ampio significato di sradicamento: l'artista propone una riflessione a partire del parallelismo tra le piante presenti nell'Orto Botanico - che provengono da tutto il mondo (molte trasportate qui illegalmente dalla fine del XVIII secolo) e che oggi costituiscono il paesaggio dell'Orto - e le comunità straniere radicate a Palermo.

Estoy Viva arriva a Palermo con una nuova veste rispetto all’esposizione della primavera 2014 al PAC di Milano e si configura come la più ampia mostra antologica dell’artista mai realizzata finora. L’esposizione sarà presentata nello spazio ZAC dei Cantieri Culturali alla Zisa che, da adesso e per i prossimi anni, saranno oggetto di nuovi interventi di recupero già finanziati e restituzione alla città delle vecchie Officine Ducrot per renderle pronte a essere lo spazio privilegiato di Manifesta, la prestigiosa Biennale d’arte contemporanea che nel 2018 farà tappa nel capoluogo siciliano.

Accanto ad alcune delle azioni più conosciute di Galindo (come Quien puede borrar las huellas?, 2003; Perra, 2005; Looting, 2010), anche una serie di lavori mai visti prima in Italia (come Proxémica, 2003; Verstecken, 2014), le foto della controversa performance Estoy viva realizzata al PAC di Milano nel marzo del 2014, e la première assoluta del video della performance Combustible, svoltasi nella Repubblica Domenicana nell’estate del 2014. Articolata in cinque sezioni tematiche (Politica, Donna, Violenza, Organico e Morte), la mostra si sviluppa lungo un corpus di opere costituito da oltre sessanta lavori tra video, fotografie e sculture. Cinque sezioni per un percorso costruito attraverso cortocircuiti visivi ed emotivi, che mettono lo spettatore a confronto con le paure umane, con le proprie incertezze e i propri errori.

Regina José Galindo è nata nel 1974 in Guatemala dove vive e lavora. Tra le mostre: le partecipazioni alla Biennale di Venezia (2011 e 2005); alla Biennale di Lubiana e di Sharijah (2011); ad ARTIUM - Centro Museo Vasco de Arte Contemporaneo, Vitoria- Gasteiz (2011); al Migros Museum, Zurigo (2010); al Museo Madre, Napoli (2010); alla 17 Biennale di Sidney (2010); all’Haus der Kulturen der Welt, Berlino, 2010; alla Kunsthalle Exnergasse di Vienna (2010); al MAM - Miami Art Museum, Miami (2009); al Centre Georges Pompidou (2009); alla 10 Bienal de la Habana, Cuba (2009). È stata premiata con il Leone d'oro alla Biennale di Venezia nel 2005 come migliore giovane artista.