Il buon vecchio Ancel Keys, se potesse tornare ora, nelle terre che ispirarono la sua dieta mediterranea, impallidirebbe, e come recita la canzone si ammalerebbe... Il medico e fisiologo americano, che negli anni cinquanta si innamorò dell'Italia (del Cilento in particolare) per le sue bellezze e la salubrità del suo stile di vita, intuì l'importanza dell'alimentazione nella lotta alle malattie cardiovascolari e metaboliche.
Oggi sembriamo esserci dimenticati la lezione che Keys teorizzò: nel bel giardino d'Europa, infatti ad essere inquinate non sono solo le terre (dei fuochi) e le acque (di Napoli), ma anche e soprattutto le tavole... La contaminazione non dipende solo da agenti chimici e rifiuti, ma anche dalle merci a basso costo che il mercato ci impone. E così bibite gassate, artificialmente zuccherate e colorate, hanno conquistato terreno assieme a cibi precotti di dubbio gusto e qualità scadente.
A partire dagli anni cinquanta, l'Italia, come il resto del mondo, ha subito passivamente, l'americanizzazione. L'imposizione politica degli Stati Uniti, ha contribuito al logoramento di uno dei nostri patrimoni più preziosi: la gastronomia. Nuovi stili di vita hanno preso piede, spazzando via le buone abitudini alimentari, che facevano del Sud, una culla di salubrità e longevità.
Il Mezzogiorno e Napoli in particolare, sono sempre stati un laboratorio propenso all'ibridazione, per ragioni storiche di dominazione e per eclettismo culturale. Troviamo frammenti di Francia, di Spagna e di mondo arabo nell'architettura partenopea come nella sua strepitosa cucina. Arricchirsi nel contatto con l'alterità è un forza, creatrice e potente, che genera bellezza e cultura. Lo dimostrano babà, gattò, soufflé, le cremerie e charcuterie che si trovano ancora per i vicoli di Napoli, l'animosità dei suoi mercati, l'equilibrio agrodolce di alcuni suoi piatti. Per queste e altre contaminazioni vale la pena aprire le frontiere e conoscere culture diverse.
Ma non si può dire altrettanto, per l'ingordigia legata al cibo spazzatura. Non solo a Napoli, è una sconfitta tutta italiana, quel florilegio di McDonalds e Burger King, che appestano le nostre belle città... Nessuna voglia gourmand spinge un consumatore ad avvicinarsi al tempio del grasso e dell'insalubre. Ricercare la convenienza in hamburger scadenti non fa bene a noi e nemmeno al nostro portafoglio, viste le spese sanitarie che dovremo affrontare poi.
Il cibo buono, da noi, non è affare per soli ricchi, la cucina regionale italiana è sempre stata una cucina povera, ma sana e gustosa. Non dobbiamo lasciare quindi, che i nostri palati vengano colonizzati dal troppo dolce e dall'iper salato, dal glutammato e dai vari additivi... Dobbiamo preservare la nostra conoscenza/coscienza culinaria. Ketchup, maionese, salse varie a lunga conservazione, snack e bevande gassate, non sono cibo di strada, sono cibo spazzatura... Napoli è il paradiso dello street food di qualità, basta solo aver voglia di cercare una buona pizzeria o friggitoria, dove gustare una pizza a libretto o un cuoppo...
La qualità del cibo influisce sulla nostra salute e sul nostro benessere ed è necessario prestarvi attenzione. Spendere tempo e denaro per mangiare meglio è una valida soluzione per evitare di popolare le città di abitanti sovrappeso... e per la buona pace del dottor Keys.