Il Museo Diocesano Carlo Maria Martini di Milano presenta, dal 14 novembre 2025 al 15 febbraio 2026, la prima grande mostra in un museo milanese dedicata a Elio Ciol (Casarsa della Delizia, Pordenone, 1929), tra i maggiori fotografi italiani contemporanei.

L’esposizione, dal titolo Sguardi e silenzi, curata da Stefano Ciol, progettata e realizzata appositamente per il Museo Diocesano, presenta una selezione di 100 immagini, capaci di restituire la complessità della sua ricerca.

La mostra è realizzata con il patrocinio del Consiglio Regionale della Lombardia; con il sostegno di BPER, ICAM, SVS e Fondazione Grana Padano; con il contributo di Fondazione Cariplo; travel partner: Trenord.

Il percorso, suddiviso in undici sezioni, prende avvio dalle fotografie del periodo del Neorealismo, nelle quali Ciol entra in rapporto con la vita quotidiana, con il mondo del lavoro, con i bambini, con i volti degli anziani, sempre indagati con delicatezza e rispetto. Un capitolo a sé è la tragica vicenda del Vajont, nella quale l’empatia e la compartecipazione del fotografo permettono di far emergere un dolore composto e profondamente umano senza alcuna esibizione cronachistica.

Punto di partenza per comprendere la poetica di Elio Ciol sono i luoghi della sua infanzia, l’entroterra friulano, che impregna la sua cultura visiva fin dalle prime opere e che tornerà sempre negli oltre settantacinque anni della sua attività.

Pur muovendosi nell’ambito della fotografia neorealista degli anni Cinquanta, egli sceglie una strada assolutamente originale, mettendo al centro non l’impegno politico ma l’attenzione al reale in tutte le sue declinazioni: la natura, le architetture, il paesaggio, ma soprattutto l’uomo nella sua vita quotidiana fatta di gesti, incontri, affetti, sguardi.

A questi temi si avvicina con un atteggiamento attento, lento, meditativo, alla ricerca di una perfezione formale e di un’armonia che sia specchio di una dimensione contemplativa e spirituale, e che persegue anche attraverso sperimentazioni tecniche.

La storia di Ciol si intreccia con l’evolversi della sua ricerca artistica, come si vede nelle sezioni dedicate all’amicizia con alcuni personaggi anche molto noti, da Pier Paolo Pasolini a Padre David Maria Turoldo, dal pittore William Congdon, del quale realizza intensi ritratti cogliendo l’essenza del suo lavoro creativo, fino a don Luigi Giussani, che conosce durante il suo soggiorno milanese.

Una sezione è dedicata ad Assisi, dove Ciol si ferma a lungo per fotografare l’arte sacra e dove rimane affascinato dallo spirito del luogo e dall’inscindibile identità di arte, uomo, natura. Il percorso si chiude con una sezione dedicata ai paesaggi, che nel tempo Ciol impara non solo a guardare ma a contemplare con meraviglia e gratitudine: “Il paesaggio per me è un dono: lo ricevo, non l’ho fatto io”. Il compito del fotografo diventa allora quello di decifrare i caratteri segreti contenuti in quei luoghi, intrisi di luce e segni del Mistero che li abita.

Accompagna la mostra un catalogo Dario Cimorelli Editore (testi di Michele Smargiassi).