Al termine dell’ultimo turno di qualificazione al mondiale del 2026, la parola d’ordine in casa Italia è una sola: Grinta. Dopo due vittorie convincenti negli ultimi match disputati, la compagine azzurra si trova ora al secondo posto del girone, a meno 3 punti dalla corazzata norvegese del temutissimo Haaland. Dopo un inizio sottotono con Spalletti gli azzurri, ora sotto la guida del nuovo commissario tecnico Gennaro Gattuso, sono chiamati al riscatto. Il nuovo CT saprà centrare una qualificazione ai mondiali, che manca ormai da 12 anni?

È ufficiale, Gattuso è il nuovo commissario tecnico della nazionale italiana di calcio. Così lo scorso 15 giugno la Figc ha ufficializzato la nomina di Gennaro Gattuso, detto ringhio, a successore dell’esonerato Luciano Spalletti. “È un simbolo di calcio italiano. L’azzurro per lui è una seconda pelle” così il presidente della federcalcio Gravina sulla scelta del nuovo tecnico della nazionale. Nella sua nuova avventura “Ringhio” sarà accompagnato dal suo storico vice Luigi Riccio e dal campione azzurro Leonardo Bonucci, che si somma alla figura di Buffon, in una sorta di malinconico revival degli ultimi successi azzurri.

Dopo un europeo al di sotto delle aspettative e un inizio complicato alle qualificazioni per il nuovo mondiale, è tempo di rivoluzione in casa Azzurra. Dopo le ultime esperienze all’estero tra Valencia, Marsiglia e Hajduk Spalato, è ora del grande passo per l’allenatore calabrese. Ex difensore di spinta, non certo un nome da prima pagina, ma da sempre un simbolo di grinta e professionalità. sarà adesso lui a dover risollevare le sorti di un gruppo gravido di talento, ma senza scintilla.

Prima di diventare allenatore, Gennaro Gattuso ha avuto una lunga e fruttuosa carriera da giocatore, affermandosi come un simbolo del Milan e vincendo numerosi trofei in rosso nero, tra cui due Champions e due scudetti. Celebre è poi la sua lunga storia d’amore con la nazionale. Il suo debutto in azzurro è targato 23 febbraio 2000 in un amichevole tra Italia e Svezia di scena allo stadio Renzo Barbera di Palermo. Da lì in poi, con la maglia della nazionale, Ringhio collezionerà 73 presenze, partecipando a ben 3 edizioni dei mondiali e a due europei. Divenuto punto fermo della squadra, il 9 luglio 2006 alza al cielo di Berlino la coppa del mondo, iscrivendosi così come uno dei migliori difensori della sua generazione. Dopo 10 anni alla guida della difesa azzurra, il 24 giugno 2010 annuncia il ritiro dal calcio internazionale, per poi appendere definitivamente gli scarpini al chiodo nel 2013, dopo una breve parentesi in Svizzera.

Dopo aver chiuso con il calcio giocato, Gattuso, nel 2013, debutta come allenatore in Svizzera, al Sion, la squadra dove aveva appena concluso la carriera da giocatore. Dopo pochi mesi alla guida della squadra elvetica, Ringhio torna in Italia, questa volta alla guida del Palermo, ma viene esonerato dopo poche giornate. Da lì a poco la svolta. Nel 2017 torna al Milan prima come allenatore della primavera, poi come tecnico della prima squadra. Subentrato a Montella, In due stagioni sulla panchina rossonera colleziona 82 partite, condite da 40 vittorie, 20 pareggi e 22 sconfitte. Nella sua parentesi sulla panchina della squadra meneghina, conquista una finale di coppa Italia e un quinto posto in campionato, arrivando persino a sfiorare un clamoroso ritorno in Champions League del diavolo.

Dopo diverse stagioni di ottimi risultati, il primo successo dell’allenatore arriva poi con il Napoli, con la conquista della Coppa Italia 2019-2020. Dopo due stagioni tra alti e bassi all'ombra del Vesuvio è tempo di nuove avventure per l’ex difensore della nazionale. Da luglio 2022 a giugno 2025, inizia infatti per Gattuso un lungo pellegrinaggio in giro per l’Europa, con tappe a Valencia, Marsiglia e infine a Spalato. Terminata l’esperienza in terra croata, Gattuso viene richiamato dalla nazionale, questa volta in veste di allenatore. “In azzurro vivo il mio sogno, è come stare a casa”. Queste sono le parole di Gennaro Gattuso nel prepartita di Italia Israele. Dichiarazioni queste che riassumono al meglio il rapporto tra il CT e la nazionale italiana.

Accolto dallo stupore più generale, il nuovo allenatore mette in poco tempo a tacere le critiche. Dopo un europeo magro di soddisfazioni e alcuni risultati deludenti alle qualificazioni ai mondiali, sotto la guida di Spalletti, il nuovo allenatore sta convincendo tutti. “L’Italia torna a ringhiare. Nelle prime 4 partite con Gattuso alla guida degli azzurri, l’Italia ha già segnato un totale di 16 gol, cosa mai riuscita prima a nessun CT nella storia della nazionale. Un'Italia certamente da record, quella capeggiata dall’ex difensore rossonero, ma che sconta ancora il netto 3-0 subito in casa della Norvegia nelle fasi iniziali delle qualificazioni ai mondiali. Riuscire ad arrivare primi nel girone davanti alla compagine scandinava è oramai quasi impossibile dato l'enorme vantaggio di Haaland e compagni nella differenza reti, per questo l'Italia dovrà accontentarsi ancora una volta dei playoff.

“Bravi, avevamo tutto da perdere. Playoff? Speriamo che Dio ce la mandi buona.” Così il CT dopo la strabordante vittoria su Israele, che ha regalato la possibilità di conquistare la qualificazione ai mondiali tramite spareggi. Il bicchiere è sicuramente mezzo pieno, se considerato come si è partiti, ma la strada è ancora in salita. Un team riunito è una ritrovata vena offensiva, i biglietti da visita con cui l’Italia si presenta ad affrontare nuovamente la fase playoff. Dopo le clamorose sconfitte con la Svezia e la Macedonia del Nord, è tempo di riscatto.

Saprà Gennaro Gattuso infondere a questo gruppo quella tenacia e caparbietà che tanto contraddistinsero la sua carriera da allenatore?