L’ultimo giro, una curva mancante per tagliare il traguardo. Tutto va a rotoli proprio lì. George Russell, che aveva sognato in grande, dice addio al podio quando la sua vettura abbraccia le barriere. L’errore più importante della sua carriera, quello che si porta dietro e al quale ripensa con risentimento. Un piccolo errore, immense conseguenze.
Una pista che non è mai stata particolarmente gentile nei confronti del pilota britannico: un incidente con Romain Grosjean durante il suo primo anno formulistico lo porta al ritiro; nel 2022, una serie di scelte strategiche sbagliate lo rilegano al retro della griglia; un post-gara difficile, colpito dal forte calore dell’abitacolo, nel 2024. Pieno di cattivi ricordi, il britannico non ha la miglior reputazione nel circuito di Marina Bay. È l’ultima pista in cui si aspetta dei buoni risultati. Anche quest’anno, la settimana non era iniziata nei migliori dei modi: venerdì sera, seconda sessione di prove libere, George Russell è a muro in curva 12. Déjà-vu. Un altro anno di dolore, si mormora guardando il pilota rientrare in pit-lane con un’ala anteriore mancante, dovendo concludere la sessione più importante della settimana lì, con 30 minuti mancanti. Ma se c’è qualcosa che caratterizza il carattere del britannico, è la resilienza.
Singapore è sempre stata fonte di sorprese e di spettacolo nella sera delle qualifiche. Una sessione che definisce il resto della gara. I muri sono soffocanti, i rettilinei veloci, l’umidità e il calore della sera si appiccicano addosso ai piloti. Il minimo errore viene pagato duramente — e George Russell, questo, lo sa bene. In una Mercedes che sembra essersi risvegliata da un amaro torpore prolungato, il britannico produce uno dei giri di qualifica più impressionanti della stagione. Aggressivo, avido; sfiora il muro, lo stesso muro di qualche anno prima, e va comunque in pole provvisionale. Inarrivabile per il resto della griglia già al primo tentativo, Russell supera sé stesso al cronometro di soli sette millesimi. Un giro così spettacolare da superare il record di pista. Ben due volte. Complimenti, Mr. Saturday.
Un buon risultato in qualifica è gran parte del lavoro già fatto a Singapore, solitamente. Ma gli scheletri nell’armadio si fanno sentire per George. Una cauta felicità, una tentennante soddisfazione. Tende a muoversi in punta di piedi nel celebrare la sua pole position, inusuale nella sua solita esuberanza. Il vero lavoro è domenica, ripete più volte. E Russell lo dimostra nel migliore dei modi: un dominante primo stint che lo separa con eccellenza dal resto della griglia. Controllo, sicurezza, la consapevolezza di potercela fare perché tutto è nelle tue mani.
I nervi tesi fino all’ultimo momento. “Ho rimediato per due anni fa” afferma il pilota in radio. È una vittoria che sa di rivincita, di redenzione. È il chiaro esempio di come sia importante non mollare mai; George Russell si dimostra a tutti gli effetti il capo squadra di questa nuova Mercedes. Mette a tacere i dubbi, mostra un lato di lui che in fondo c’è sempre stato — rinominato Mr. Consistency grazie alle sue stringhe di ottimi risultati nel 2022 — ma ora costringe tutti a notarlo, ad apprezzarlo.
La sua stagione del 2025 si distingue per grande forza e consistenza, con numerosi podi a suo nome e ben 2 vittorie, nonostante le lacune evidenti della vettura che egli guida. La sua posizione nella griglia è spesso stata messa in dubbio, con indiscrezioni e dicerie, con la minaccia di un quattro volte campione del mondo sempre presente e pressante, ma Russell ha tenuto duro e fatto quello che sa fare meglio: guidare veloce.
Nel suo post sulla piattaforma Instagram, Russell sfoggia un gran sorriso al fianco del trofeo, e la foto sembra familiare agli occhi dei tifosi Mercedes. Un tributo alla spettacolare vittoria Hamiltoniana del 2018; un tributo al giovane Russell che lo osservava dal garage, con occhi brillanti e pieno di sogni nel cassetto. Quel ragazzino che ardeva per la Formula Uno, ora trionfa con la propria squadra, proprio come il suo idolo fece sette anni prima. Una dichiarazione che colpisce i cuori di chi guarda: la realizzazione di un sogno sotto il cielo stellato di Singapore. È possibile raggiungere la vetta, ricorda George Russell. Lui ce l’ha fatta, tra le difficoltà e i brutti momenti. Tra le critiche e le ingiurie; tra i dubbi sul suo futuro, posto sempre in un angolo rispetto agli altri. L’importante è guardare avanti, sempre più avanti.
George Russell ha deciso di riscrivere la propria storia. Si riparte da qui. L’ultimo giro, una curva mancante. La freccia d’argento vola velocemente verso il traguardo. George Russell ha mantenuto la testa salda, il volante stretto. Il sogno non era poi così grande, forse si rende conto, quando saluta la bandiera a scacchi per primo e viene accolto dai più luminosi fuochi d’artificio. Il pilota britannico vince il Gran Premio di Singapore, e vince anche per il sé di due anni fa; quel George che ha sbagliato. Quel George che ha imparato. Un campione in attesa. Take a bow, George Russell, e raccogli questi meritati allori.















