La storia di Santa Maria degli Angeli e dei Martiri a Roma è senza uguali, in quanto la sua genesi non è quella di un edificio costruito ex novo, ma di una straordinaria metamorfosi. Questo tempio cristiano non fu edificato infatti da principio, ma nacque dalla geniale intuizione di trasformare un antico complesso monumentale romano, quello delle maestose Terme di Diocleziano. Queste Terme, inaugurate nel 306 d.C., le più sfarzose e immense dell'antica Urbe, erano capaci di accogliere migliaia di persone tra bagni, palestre, giardini e biblioteche.
Successivamente al declino dell'Impero, le Terme rimasero per secoli in abbandono, fu soltanto nel XVI secolo, esattamente nel 1561, che papa Pio IV ebbe l’idea di trasformare il frigidarium (la sala fredda delle terme) e parte del tepidarium in una chiesa dedicata a Maria e a tutti i Martiri cristiani, in ricordo degli schiavi cristiani che, secondo la tradizione, furono impiegati nella costruzione delle stesse Terme.
Michelangelo e la creazione della chiesa
Per realizzare un'impresa così ambiziosa, Pio IV si rivolse a Michelangelo, tra i maggiori geni di tutti i tempi. Già anziano, ma con la sua inconfondibile maestria, il maestro di Caprese si assunse l'incarico di adattare le imponenti strutture termali alle esigenze di un luogo di culto. Il suo intervento fu rivoluzionario nella sua semplicità: invece di demolire e ricostruire come era consuetudine in quel periodo, Buonarroti rispettò e valorizzò la preesistente architettura romana, conservando le svettanti volte, le enormi colonne corinzie originali, la spazialità monumentale, creando una chiesa che è un tributo alla grandezza del passato. La sua geniale intuizione fu quella di limitare le aggiunte e gli stravolgimenti, lasciando che la monumentalità degli spazi romani parlasse da sé.
Luigi Vanvitelli
Nel 1750 l’architetto napoletano Luigi Vanvitelli decorò nello stile dell'epoca il sobrio interno progettato da Michelangelo. Tramite otto colonne in muratura si delimitò una composizione nel passaggio fra il vestibolo e la crociera e tra la crociera stessa e il presbiterio, mentre sulla facciata che prospetta su Piazza dell'Esedra collocò un portale a timpano, architettura tipica della struttura romana termale, raccordato alla chiesa tramite lesene e fasce orizzontali. Inoltre, l’architetto curò anche il trasporto in Basilica delle grandi pale d'altare provenienti da San Pietro, sostituite da copie a mosaico per ragioni conservative in quanto erano minacciate dall'umidità. Santa Maria degli Angeli si trasformò in una straordinaria pinacoteca con opere dal XVI al XVIII secolo, dalla Messa di San Basilio di Pierre Subleyras, al Martirio di San Sebastiano del Domenichino, dal Battesimo di Gesù di Carlo Maratta alla Caduta di Simone Mago di Pompeo Batoni.
Ingresso esterno
I restauri degli inizi del XX secolo eliminarono nel 1911 la facciata del Vanvitelli trasformandola in un nicchione a esedra con due ingressi ad arco, con l'intento di riportare l'aspetto a quello originario. Il 28 febbraio 2006 le vecchie porte lignee furono sostituite con quelle nuove, realizzate in bronzo dallo scultore polacco Igor Mitola (1944-2014).
La porta di destra, ha come tema l'Annunciazione, l'anta sinistra raffigura in alto un angelo, l'anta destra Maria mentre uno sfondo raffigura il mondo. Sulla lunetta vi è una schiera di angeli rappresentati con la sola testa bendata e un corpo di una giovane acefala.
La porta di sinistra, rappresenta la Resurrezione, l'anta di sinistra raffigura la Crocifissione (una figura umana in cui è incavata profondamente la sagoma di una croce); sullo sfondo vi sono una testa bendata e una palma, sulla lunetta delle figure rappresentanti martiri.
Transetto
Il transetto è posto nell'antico frigidarium delle Terme di Diocleziano; subì varie modifiche progettate da Michelangelo, Del Duca e Vanvitelli. Ciascuno dei tre artisti rispettò la struttura originaria della costruzione romana, fra cui le dimensioni originali: l'altezza delle volte a crociera è di 29 metri mentre le colonne, compresa la base del capitello e la trabeazione raggiungono i 17,14 metri, con circonferenza di 5,10 metri. Le pareti sono adornate di paraste e lesene dipinte a imitare il marmo rosso di Cottanello, con delle riquadrature incorniciate in cui vi sono otto quadri originali provenienti dalla basilica di San Pietro e posti in loco nella prima metà del XVIII secolo.
Cappella del Beato Niccolò Albergati
Eretta dall'architetto Clemente Orlandi nel 1746 è collocata sul lato destro del transetto come capocroce, l'accesso è realizzato mediante un arco a sesto ribassato. La volta è a crociera ornata da Giovanni Mezzetti e Antonio Bicchierai. Al centro della volta è rappresentato lo Spirito Santo tra cherubini mentre nelle vele dei dipinti sono presenti dottori della chiesa. Sull'altare è collocato un dipinto di Ercole Graziani dal titolo Un miracolo del beato Niccolò Albergati.
Cappelle del passaggio voltato verso il presbiterio
Cappella di San Giacinto, edificata nel 1608 su incarico di Alessandro Litta. Sull'altare è collocato un dipinto di Giovanni Baglione, ai lati troviamo opere raffiguranti santi tra cui Santa Cecilia e Francesco d’Assisi che riceve le stigmate. Nella volta troviamo Dio e angeli.
Cappella del Salvatore, questa cappella è la più antica della basilica, in quanto è datata al 1574. Appartenuta dapprima alla famiglia De Cinque, poi ai Catalani come attestano i due stemmi ai due lati. Le decorazioni sull'altare raffigurano L'incarnazione di Gesù e L'adorazione dei sette angeli dipinte da Domenico da Modena.
Presbiterio
Si manifesta nella forma progettata dall'architetto Clemente Orlandi, mentre il coro è stato ideato dal Vanvitelli che curò anche la decorazione di tutto l'insieme presbiterale. L'architetto diede forme poligonali all'abside al cui centro si trova l'altare maggiore, analoga a quella da lui stessa progettata per la chiesa della Reggia di Caserta. Il crescendo decorativo venne troncato nel 1867 quando l'altare fu spostato per fare spazio al coro. Quest'ultimo è protetto da un'inferriata metallica decorata con le sigle e le stelle certosine dorate e i cancelli a forma di arpa di Angelo Santini.
I restauri
La Basilica di Santa Maria degli Angeli e dei Martiri è un gioiello che non solo ha resistito, ma che continua a splendere grazie all’ impegno costante e meticoloso dei restauratori. Dietro la sua imponente bellezza, si nasconde una storia affascinante di interventi conservativi e scoperte, un dialogo continuo tra passato e presente per consegnare intatto questo patrimonio alle generazioni future.
Il primo grande "Restauro" fu la visione di Michelangelo. Paradossalmente, infatti, il primo e il più significativo intervento conservativo della basilica non fu il recupero delle rovine, ma la loro geniale trasformazione. Fu nel XVI secolo, precisamente negli anni 1561-1566, che Michelangelo Buonarroti, su incarico di Papa Pio IV, concepì la rivoluzionaria idea di inglobare le imponenti strutture delle Terme di Diocleziano in una chiesa. Lungi dal demolire, Michelangelo operò un recupero conservativo ante litteram, mantenendo intatte le colossali colonne corinzie del frigidarium, le immense volte e l'impianto spaziale romano. Questo non fu un restauro nel senso moderno, ma un atto di sublime conservazione e riuso, che diede nuova vita a un monumento millenario, plasmando la chiesa sulla grandezza dell'antico. Senza questa lungimiranza, la basilica non esisterebbe come la conosciamo oggi.
Dopo gli interventi michelangioleschi dettati dal riuso e dalle necessità del culto, la basilica continuò ad evolversi e si ebbero altri restauri in periodo Barocco e Neoclassico.
Nel XVII e XVIII secolo furono necessarie opere di adattamento e abbellimento per rispondere alle crescenti esigenze liturgiche e al gusto dell'epoca. Artisti e architetti come Carlo Fontana (che realizzò la sontuosa Cappella Cybo) e Luigi Vanvitelli intervennero per armonizzare gli spazi e aggiungere elementi decorativi barocchi e neoclassici. Questi interventi, pur modificando parzialmente l'impronta michelangiolesca, furono a loro volta oggetto di successive manutenzioni e, in alcuni casi, di interventi conservativi mirati a preservare gli apparati decorativi.
Con l'avvento di una moderna sensibilità e consapevolezza per la conservazione del patrimonio artistico, a partire dalla fine dell'Ottocento e per tutto il Novecento, i restauri si fecero più sistematici e scientifici. Le campagne si concentrarono su diversi aspetti.
Consolidamento strutturale
Data l'età e la mole dell'edificio, sono stati necessari interventi periodici per garantire la stabilità delle antiche strutture romane e delle aggiunte successive. Questi lavori hanno spesso riguardato le volte, le pareti e le fondazioni, utilizzando tecniche moderne per consolidare senza alterare l'aspetto originale.
Pulitura degli apparati decorativi
Affreschi, tele, sculture e stucchi accumulano nel tempo polvere, sporco e depositi che sviluppano antiestetiche patine. Numerose campagne di restauro hanno permesso di recuperare la brillantezza originale dei colori e la leggibilità delle opere d'arte, rimuovendo stratificazioni superficiali e vecchie ridipinture. Questo ha riportato alla luce dettagli e sfumature che si erano perse.
Restauro di marmi e superfici lapidee
Le pareti, le colonne e i pavimenti in marmo hanno richiesto interventi specifici per riparare fessurazioni, lacune e degrado superficiale, riportando al loro splendore le texture e le venature dei preziosi marmi.
Restauri del Gruppo Pouchain
Nel 1998 la Basilica di Santa Maria degli Angeli e dei Martiri è stata oggetto di importanti interventi di restauro. La Fondazione Nazionale delle Comunicazioni (Fondazione NC) ha erogato nel 1998 un contributo per il restauro di quattro pale d'altare: il Martirio di San Sebastiano del Domenichino, il Battesimo di Gesù di Carlo Maratta, la Presentazione di Maria al Tempio del Romanelli e la Morte di Anania e Safira del Pomarancio.
Il Gruppo Pouchain, attiva nel settore del restauro monumentale dagli anni Sessanta, ha avuto un ruolo significativo in diverse di queste operazioni. È stata coinvolta infatti sia nel restauro statico e strutturale che di opere storiche artistiche presenti all’interno del tempio.
Molti interventi realizzati dalla Pouchain, sono stati realizzati con Progetto e Direzione dei Lavori dell’architetto della Soprintendenza di Roma, Alessandro De Falco.
Successivamente, la Soprintendenza Speciale Archeologia Belle Arti e Paesaggio di Roma ha curato importanti lavori di restauro all'interno della Basilica, con un cantiere allestito nella cappella del Beato Niccolò Albergati. Questi lavori hanno interessato maestose tele che arricchiscono la "pinacoteca" della Basilica, tra cui La predica di San Girolamo di Muziano e la Resurrezione di Tabita di Alfani. L'obiettivo è stato quello di rivedere lo stato conservativo del telaio ligneo e del supporto, consolidare e restaurare gradualmente le superfici pittoriche, restituendo vita e splendore ai colori originali e ai dettagli.
Anche nel XXI secolo, l'impegno per la conservazione di Santa Maria degli Angeli non si è fermato. I restauri recenti hanno beneficiato di tecniche ancora più avanzate e di un approccio multidisciplinare.
Interventi sulla meridiana
La straordinaria meridiana di Francesco Bianchini, capolavoro di ingegneria astronomica, è stata oggetto di specifici interventi di pulitura e verifica della precisione, garantendo il suo funzionamento impeccabile e la leggibilità delle incisioni sul pavimento.
Recupero di dettagli architettonici
Alcuni restauri si sono concentrati su particolari architettonici meno evidenti ma fondamentali per la comprensione dell'opera michelangiolesca, come il recupero delle proporzioni originali e la rimozione di superfetazioni e elementi incongrui aggiunti nel corso dei secoli.
Manutenzione programmata
In questi ultimi anni l'approccio della Soprintendenza di Stato e del Fondo Edifici di Culto (FEC) è sempre più orientato alla prevenzione e alla manutenzione programmata. Questo significa monitorare costantemente lo stato di conservazione della fabbrica e intervenire con piccoli restauri puntuali prima che il degrado diventi critico, assicurando la longevità di questo monumento unico.
Epilogo
Entrare in Santa Maria degli Angeli è un'esperienza sensoriale, un viaggio attraverso i secoli che fonde la grandezza dell'Impero Romano con la magnificenza del Rinascimento e del Barocco, significa in altri termini immergersi in una galleria d'arte. Sebbene l'impronta di Michelangelo sia predominante nella struttura, numerosi artisti hanno contribuito ad arricchire la chiesa nel corso dei secoli, dal Barocco al Neoclassicismo, fino ai nostri giorni.
A differenza di molte chiese che manifestano una facciata maestosa, l'Ingresso principale della basilica è sorprendentemente "discreto", quasi “nascosto”, a voler sottolineare la continuità tra l'antico e il sacro.
Lungo il pavimento del transetto corre la Meridiana di Francesco Bianchini. Commissionata nel 1705 da papa Clemente XI e stata realizzata dall'astronomo e matematico Francesco Bianchini, questa non è solo un orologio solare, ma una vera e propria macchina astronomica, un sottile raggio di luce, proiettato da un foro gnomonico nell'oculus della volta, indica con precisione il mezzogiorno solare e i segni zodiacali del periodo, fungendo anche da calendario astronomico.
La Basilica di Santa Maria degli Angeli e dei Martiri non è solo quindi una meta turistica, è un santuario maestoso di inaspettata bellezza ma anche di pace, un luogo dove la storia millenaria di Roma si fonde con la spiritualità e l'arte più elevata. Un gioiello dell’Urbe che merita di essere scoperto e riscoperto, un luogo dove il passato e il presente dialogano in un'armonia senza tempo.