Artisti di diversa provenienza e nazionalità raccontano, attraverso le loro opere, i mali, le distorsioni e le interpretazioni di un simbolo che, pur essendo un elemento di riconoscimento, può anche rappresentare vacuità, confini e limiti alla libertà.

La mostra non è solo un viaggio tra immagini e tecniche diverse — dalla fotografia al video, dalla pittura al disegno — ma anche un percorso introspettivo che invita a riflettere sul senso di appartenenza, sulla nozione di nazione e sui confini che spesso generano conflitti e divisioni. Motion of a nation, Una mostra che documenta un percorso singolare attraverso non soltanto uno dei simboli della tradizione iconografica, ma anche la nazione, la nozione di nazione, che sono anche appartenenza, ma anche stracci senza significati. Un simbolo di riconoscimento, ma talvolta anche di vacuità.

Le nazioni in quanto tali sono un limite alla libertà, un vincolo, una prigione, un limite, un confine, una giustificazione, un pretesto per generare conflitti politici, economici, guerre senza fine. Come dichiara il curatore Antonio Arévalo Motion of a nation non si presenta come un semplice archivio di immagini, ma come un viaggio audace e ironico nel panorama delle arti contemporanee, dove l’arte diventa strumento di resistenza e proposta culturale”. L’esposizione, che coinvolge 31 artisti e un collettivo, si propone di offrire una chiave di lettura per ricreare uno spazio primordiale di libertà creativa, in cui nuove visioni possano emergere e sfidare le convenzioni. Un’occasione unica per esplorare come simboli e nazioni siano anche strumenti di critica sociale, di memoria e di sperimentazione artistica.