Il linguaggio è una delle caratteristiche più distintive degli esseri umani, che ci permette di comunicare tra noi e di esprimere i nostri pensieri, sentimenti ed emozioni. Ma siamo davvero gli unici esseri viventi dotati di linguaggio? E se esistessero altre forme di vita intelligente in grado di parlare, sia sul nostro pianeta che altrove? E se potessimo creare delle macchine in grado di capire e produrre il linguaggio? Queste sono alcune delle domande che si pongono i ricercatori che si occupano di linguistica, intelligenza artificiale e astrobiologia.

Il linguaggio umano è un sistema complesso e articolato, che si basa su una serie di elementi: i suoni (o i segni), le parole, le regole grammaticali, il significato e il contesto. Il linguaggio umano è anche un fenomeno culturale e sociale, che varia da una comunità all'altra e che si evolve nel tempo. Il linguaggio umano è infine un prodotto dell'evoluzione biologica, che ha dotato il nostro cervello di aree specializzate per l'elaborazione del linguaggio.

Ma il linguaggio umano è davvero unico nel regno animale? Alcuni scienziati ritengono di no, e sostengono che anche altri animali possano avere forme di comunicazione simili al linguaggio. Tra questi animali spiccano i cetacei, come le balene e i delfini, che sono noti per la loro intelligenza e per la loro capacità di produrre suoni complessi e variabili. In particolare, le balene emettono dei veri e propri canti, composti da sequenze di suoni ripetitivi e prevedibili, che possono durare da pochi minuti a diverse ore. Questi canti hanno diverse funzioni: attrarre un partner sessuale, mantenere il contatto sociale ed esplorare l'ambiente.

Ma si può parlare di linguaggio delle balene? Alcuni ricercatori pensano di sì, e stanno cercando di decifrare il significato dei canti delle balene usando l'intelligenza artificiale. Si tratta del Project CETI, un'organizzazione non governativa fondata nel 2017 con lo scopo di usare il machine learning per analizzare le vocalizzazioni dei capodogli, una specie di balena che comunica con dei click simili al codice Morse. L'obiettivo del progetto è quello di individuare le caratteristiche tipiche del linguaggio nei canti dei capodogli, come la presenza di parole, regole grammaticali e strutture gerarchiche. Inoltre, il progetto spera anche di trovare un modo per comunicare direttamente con le balene, stabilendo una sorta di dialogo inter-specie.

Ma se le balene hanno un linguaggio, cosa ci dicono? E cosa potremmo dire loro? Queste sono domande ancora senza risposta, ma che potrebbero avere implicazioni importanti sia dal punto di vista scientifico che etico. Infatti, capire il linguaggio delle balene potrebbe aiutarci a comprendere meglio la loro intelligenza, la loro cultura e la loro ecologia. Inoltre, comunicare con le balene potrebbe farci apprezzare maggiormente il loro valore e la loro dignità, e spingerci a proteggerle dalle minacce che le mettono in pericolo.

Ma le balene non sono gli unici esseri viventi con cui potremmo comunicare in futuro. Infatti, esiste la possibilità che ci siano altre forme di vita intelligente nell'universo, che potrebbero avere un linguaggio diverso dal nostro. Si tratta di una possibilità che affascina da sempre l'immaginazione umana, e che ha dato origine a numerosi progetti scientifici e artistici. Tra questi progetti spicca il SETI, acronimo che sta per Search for Extra-Terrestrial Intelligence, la ricerca di vita intelligente extraterrestre. Il SETI si occupa di monitorare le onde radio provenienti dallo spazio, nella speranza di captare dei segnali artificiali che possano indicare la presenza di una civiltà aliena. Finora, il SETI non ha avuto successo, ma non ha perso la speranza.

Ma se un giorno ricevessimo un messaggio dagli extraterrestri, come potremmo capirlo? E come potremmo rispondere? Queste sono domande che richiedono una riflessione interdisciplinare, che coinvolge la linguistica, l'intelligenza artificiale e l'astrobiologia, l’arte, la filosofia, la sociologia. Alcuni scienziati ritengono che il linguaggio degli extraterrestri possa essere basato su principi universali, come la logica, la matematica e la fisica, che potrebbero facilitare la traduzione e la comprensione. Altri scienziati invece pensano che il linguaggio degli extraterrestri possa essere completamente diverso dal nostro, e che quindi sia impossibile da interpretare e da riprodurre.

Ma se il linguaggio umano e quello degli extraterrestri fossero incompatibili, ci sarebbe un altro modo per comunicare con loro? Forse sì, e forse il modo più semplice e universale per comunicare con altre forme di vita intelligente potrebbe essere quello di usare le immagini. Questa è l'idea alla base del METI, acronimo che sta per Messaging to Extra-Terrestrial Intelligence, il messaggio agli extraterrestri. Il METI è un progetto che si propone di inviare delle immagini nello spazio, usando dei laser ad alta potenza, con lo scopo di attirare l'attenzione degli alieni e di trasmettere loro delle informazioni sulla Terra e sulla vita umana. Le immagini scelte dal METI sono semplici e schematiche, e rappresentano oggetti e concetti facilmente riconoscibili, come il sole, la luna, le stelle, i pianeti, le piante, gli animali e gli esseri umani.

Ma se le immagini sono un modo efficace per comunicare con gli extraterrestri, perché non usarle anche per comunicare con le balene? Questa è una domanda che si è posta una ricercatrice italiana, Elena Papaleo, che ha ideato un progetto chiamato Whale Talk. Il progetto consiste nel proiettare delle immagini sott'acqua, usando dei LED subacquei, con lo scopo di stimolare la curiosità e la reazione delle balene. Le immagini usate da Whale Talk sono astratte e geometriche, e rappresentano forme e colori variabili. L'obiettivo del progetto è quello di creare una sorta di linguaggio visivo condiviso tra umani e balene, basato su associazioni tra immagini e suoni.

In conclusione, il linguaggio è un tema affascinante e sfidante, che ci mette in contatto con altre forme di intelligenza, sia terrestri che extraterrestri. Il linguaggio è anche un mezzo per esplorare il mondo e noi stessi, e per creare nuove relazioni e nuove conoscenze. Il linguaggio è infine un ponte tra umani, macchine e animali, che può aiutarci a superare le barriere e le differenze che ci separano.