Il bambino interiore è la parte di noi che esiste fin da prima del nostro concepimento. È quella parte del nostro sé che si è evoluta passando attraverso numerose fasi: la fase neonatale, quella infantile, quella adolescenziale e infine quella giovanile. Il nostro bambino interiore è quel lato di noi che ci ricorda le nostre esperienze d’infanzia, dalle più piacevoli sino alle più struggenti, nonché le nostre paure.

Perchè è tanto importante lavorare sul nostro bambino interiore?

Crescendo, la vita ci porta a sperimentare molteplici situazioni, a fare conoscenza di numerosi sentimenti, e a coltivare tanti obiettivi e desideri. I bambini sono in grado di vivere ogni evento con uno spirito giocoso, entusiasta e di contentezza, dove l’essenza della fanciullezza è racchiusa nell’espressione della creatività. Anche l’adolescenza, periodo di conoscenza di sé ed esplorazione, è un momento significativo spesso caratterizzato da un senso di insicurezza e da desideri sul futuro. Talvolta prima, altre volte più in avanti negli anni, molti individui smettono di giocare sperimentando una realtà “dura” e ben diversa da quella immaginata pochi anni prima.

Smettono di fantasticare su come vorrebbero che fosse la loro esistenza e iniziano ad accettare le esperienze con uno sguardo distaccato e disilluso. La differenza dai bambini che furono è da ricercare nella perdita dell’ingenuità, della speranza e della capacità di prendersi meno sul serio e vivere senza il terrore di sbagliare.

Non fa la differenza in che momento sia avvenuta la frattura, ma in molti sperimentano una sofferenza che li lascierà incapaci di prendersi cura di loro stessi e di quella parte ferita di sé.

Ecco perché in primis riconnettersi con il proprio bambino interiore e successivamente ascoltare i suoi bisogni potrà aiutarci a sbloccare il nostro potenziale, la nostra gioia e la nostra passione.

Come aiutare il proprio bambino interiore

Quando parliamo di “lavorare” sul proprio bambino interiore, si intende prima di tutto divenire consapevoli della sua esistenza e validare il suo punto di vista. In altre parole significa mettersi in ascolto di quei bisogni non valorizzati, e del perché questa parte di noi ci parli proprio in questo momento, ovvero del suo scopo e della funzione che possiede nella nostra esistenza.

Questo lavoro interiore, anche chiamato talvolta “terapia del bambino interiore”, ci permette di divenire i “nuovi genitori” del nostro bambino interiore, dandogli un nuovo senso di sicurezza e amore. In tal modo impareremo dei nuovi modi per sperimentare la vita riuscendo a essere degli esseri umani più flessibili e resilienti. Questo profondo lavoro interiore richiede tempo e impegno e può essere svolto in vari modi.

Sicuramente può essere utile parlare con uno specialista della salute mentale in grado di affiancare e guidare al meglio. Inoltre, oggigiorno abbiamo anche altri strumenti in grado di aiutarci e tra i più gettonati ci sono: workbook, esercizi, podcast e meditazioni.

Alcuni esercizi pratici per lavorare sul proprio bambino interiore

  • Il contatto fisico è uno degli elementi in grado di aiutare il bambino interiore a rilassarsi. Un esercizio utile è quello di abbracciare se stessi, lo si può fare anche nei momenti più delicati, ad esempio quando stiamo piangendo o abbiamo un rilascio emotivo.

È stato provato che il contatto fisico, anche quando si tratta di abbracciare se stessi, è un potente strumento di guarigione interiore. Un esempio di questa pratica ci è dato dall’abbraccio della farfalla, una tecnica di stimolazione in grado di ridurre l’ansia, calmare e aiutare a processare il trauma. Se vuoi approfondire i risultati della ricerca sul cosiddetto butterfly hug, puoi cliccare qui. Per praticarlo si devono semplicemente incrociare le braccia sul petto e tenere gli occhi chiusi o socchiusi. Successivamente bisogna alternare il movimento delle mani simulando il battito d'ali di una farfalla. Mentre si è nella posizione si dovrà semplicemente continuare a respirare profondamente e osservare cosa accade al proprio corpo e alla propria mente senza giudicare i propri pensieri o sentimenti.

  • Il lavoro allo specchio è un’altra pratica utile a modificare le costruzione mentali, i preconcetti e le idee negative che abbiamo su di noi. Gli anni dell’infanzia ci rendono particolarmente inclini ad assorbire quello che sentiamo dagli altri membri familiari, (giudizi, idee sul mondo, paure), pertanto il lavoro allo specchio può aiutarci a migliorare l’idea che abbiamo della nostra persona.

Al mattino o in un momento a tua scelta prova a guardarti allo specchio e ogni giorno pronuncia a te stesso delle frasi di guarigione potenti, ad esempio:

  1. Io valgo
  2. Quello che voglio è importante
  3. Amo e apprezzo me stesso
  4. Mi perdono e scelgo di amarmi.

Decidere di mettersi in ascolto e di pronunciare le parole che davvero servono a te e al tuo bambino interiore ti aiuterà a migliorare la tua narrativa interna.

  • Identifica le tue emozioni scatenanti. Praticare l’autoconsapevolezza e utilizzare l’osservazione introspettiva cercando di comprendere cosa ti rende improvvisamente triste, arrabbiato o spaventato è un altro esercizio potente e trasformativo. Inoltre è un’ottima possibilità per ricordare se qualcosa di simile avvenne anche nella propria infanzia. Poiché può essere difficile accettare le situazioni che ci scatenano delle reazioni più intense e incontrollate è bene rimanere compassionevoli, comprensivi e amabili verso sé e il proprio bambino interiore.

  • Mentre i bambini hanno molte ore di gioco giornaliere, noi adulti abbiamo una grande quantità di doveri e compiti da svolgere e spesso abbiamo difficoltà a ritagliarci del tempo per il gioco. La verità è che molti si sentono in colpa quando, seppur stanchi, si prendono una pausa rilassante e spesso è questa sensazione di colpevolezza che non ci permette di ascoltare i nostri bisogni profondi. Eppure il nostro bambino interiore gioisce moltissimo quando gli dedichiamo dei momenti per fare quello che realmente desidera, che sia colorare un libro, ascoltare la musica, scrivere una storia o guardare un vecchio cartone. La ragione per la quale questo esercizio è così importante è che non solo gioverà al nostro bambino interiore, inoltre aiuterà anche noi stessi a trovare l’ispirazione e a essere nuovamente creativi. Infatti, imparare a prenderci meno sul serio, a sbagliare, cadere e rialzarci ci renderà degli adulti più bilanciati, entusiasti e innamorati della vita. Ci farà essere degli adulti finalmente vivi.

  • L’ultima pratica di cui parleremo, che ti può accompagnare nella riscoperta del tuo bambino interiore, è certamente la meditazione. Ci sono molti studi che hanno approfondito i benefici della meditazione e come essa aiuti le persone a guarire dai traumi avvenuti nel corso della propria vita. Se vuoi leggere di più sui i benefici che la meditazione ha sullo stress e sul trauma, clicca qui. Invece, a proposito del lavoro sul bambino interiore esistono meditazioni specifiche per lavorare sull’argomento, ma in generale meditare ti aiuterà a riconnetterti con la parte più profonda di te, quindi anche pratiche meditative di altro genere possono giovare.

Solo tu sai cosa serve al tuo bambino interiore

In questo articolo abbiamo parlato di come sia possibile lavorare sul proprio bambino interiore e di quanto sia importante farlo, ai fini di una vita felice, leggera e realizzata. Abbiamo visto numerose pratiche che si possono svolgere per migliorare il proprio rapporto con il proprio bambino interiore, ma ricorda che oltre alla terapia e ai vari metodi di cui abbiamo accennato ciò che potrà davvero aiutarti è metterti in ascolto di questa parte di te. Infatti, solo tu potrai trovare la vera chiave per dare spazio alla voce del fanciullo che hai dentro. Pertanto dovrai capire cos’è mancato a quella parte di te e come poterla aiutare a ritrovare la via verso la felicità, la leggerezza e l’amore per la vita.