C’era una volta un musicista padovano che divenne una star alla corte dei Romanov. Scrisse alcune delle pagine più affascinanti del balletto. Godette della stima e dell’amicizia di due giganti della musica: Tchaikovski e Mahler. Era in grado di dirigere intere opere senza partitura, completamente a memoria. Il suo nome era Riccardo Drigo.

Riccardo Eugenio Drigo è stato un musicista, compositore e direttore d’orchestra nato a Padova il 30 giugno del 1846. Ha avuto la straordinaria opportunità di contribuire a scrivere la storia del balletto in Russia. Trascorse gran parte della sua via a San Pietroburgo collaborando con il Balletto Imperiale e l’Opera Imperiale. E’ stato Maestro di Cappella ai Teatri Imperiali di San Pietroburgo e direttore della Musica per il Balletto Imperiale del teatro Marinski per cui compose la musica per le coreografie del grande Marius Petipa. In particolare compose lo splendido passo a due del celebre balletto “Le Corsaire” di Adolphe Adam, appunto con le coreografie di Petipa. Come direttore d’orchestra diresse pressoché tutti i debutti di qualsiasi balletto e opere eseguiti sul palcoscenico dei teatri zaristi e venne ritenuto uno dei migliori direttori d’orchestra europei, riscrisse anche della parti de “Il Lago dei Cigni” confortato dalla massima fiducia che in lui riponeva il collega e amico Tchaikovski.

Il direttore dei Teatri Imperiali di San Pietroburgo, il barone Karl Karlovich Kister assistette ad una rappresentazione de “L’elisir d’amore” di Gaetano Donizzetti, da Drigo. Kister fu molto impressionato dal talento di Drigo che diresse l'orchestra senza l'aiuto della partitura. Dopo aver ascoltato anche alcune composizioni del direttore d'orchestra padovano, Kister gli offrì un contratto di sei mesi per dirigere l'Opera Imperiale Italiana a San Pietroburgo.Un aspetto singolare di Drigo che era capace di comporre la musica mentre si montavano le coreografie, un talento che non sfuggì neppure a Gustav Mahler che lo vide dirigere proprio a San Pietroburgo. Riccardo Drigo aveva studiato al Conservatorio di Venezia come allievo di Antonio Buzzolla a sua volta allievo di Gaetano Donizzetti.

Tra le sue opere si ricordano: “Il Talismano” con coreografie di Petipa del 1889, “Il Flauto magico” coreografie di Lev Ivanov, 1893, “Il risveglio di Flora” , coreografie di Petipa, 1894, “I milioni di Arlecchino o Harlequinade” coreografie di Petipa, 1900. “Il lago dei cigni”, revisione e adattamento del 1895 della partitura di Tchaikovski. Il grande musicista russo si fidava solo di Riccardo Drigo per toccare le sue immortali partiture. E racconta lo stesso Drigo nelle sue memorie che il compositore trascorresse intere serate a discutere di musica poiché condividevano lo stesso albergo a San Pietroburgo. Altro episodio straordinario fu quello in cui Gustav Mahler, assistendo a una sua opera diretta da Drigo al Teatro Imperiale si fosse complimentato per la perizia con cui il musicista padovano aveva condotto l’orchestra, encomio mai trasmesso a Drigo dal direttore del teatro ma che comunque arrivò per vie traverse alle orecchie di Drigo.

Il periodo russo fu per il compositore di grandissima soddisfazione professionale ed economica, viveva al Grand Hotel e la sua simpatia gli aveva aperto le porte del mondo artistico e intellettuale dell’epoca. La rivoluzione d’ottobre in Russia che portò alla caduta dello Zar e all’uccisione dell’intera famiglia Romanov, spinse ovviamente Drigo al rientro in Italia, nella sua Padova, dove visse senza più ottenere gli stessi successi e fasti di San Pietroburgo e dove morì il 30 settembre 1930 nella sua casa di via Cappelli, 6. A Padova fu rappresentata la sua ultima opera al teatro Verdi “Il Garofano bianco”.