A poco più di mezz’ora da Parigi si trova il grazioso villaggio di Auvers-sur-Oise. Visitare questo luogo è come un tuffo nelle atmosfere degli impressionisti. Molti furono gli artisti che passarono lunghi periodi in questa zona di campagna, interpretando lo scorrere delle stagioni e le variazioni di luce nelle ore del giorno. Nella seconda metà dell‘800, tra i vari pittori che vissero e lavorarono a Auvers-sur-Oise, ci sono Cézanne, Daubigny, Corot, Pissarro e soprattutto Vincent Van Gogh.

Attraversata dall’omonimo fiume Oise, la valle si apre verso la cittadina di Pontoise: lungo questa passeggiata fluviale si trovano alcune delle vedute più suggestive, che è possibile ritrovare nei dipinti di Pissarro e negli scorci di Cézanne. Ma è soprattutto la chiesa di Notre Dame de l'Assomption, ritratta con il suo campanile sbilenco, le finestre ondulanti, i contorni decisi, a riportare alla mente la presenza del grande Van Gogh, che qui trascorse parte della sua vita, e qui è sepolto a fianco del fratello Theo. Dietro alla loro tomba si apre un vasto paesaggio di campagna, dove ancora oggi si può ammirare il famoso campo di grano con corvi neri, ultima opera di Vincent, prima di lasciare la vita. Agli inizi del ‘900 altri artisti continuarono a frequentare Auvers, tra cui Henri Rousseau e l'artista del gruppo COBRA Corneille, sepolto a pochi metri da Van Gogh.

Punto focale di Auvers-sur-Oise è il bellissimo castello tardo-rinascimentale, con spettacolari giardini alla francese. Il parco alberato e i giardini si estendono per circa otto ettari, una vera oasi di pace e di sintonia con il paesaggio circostante. Il castello fu costruito da un banchiere italiano su volere di Maria de’ Medici. Nei secoli vide l’avvicendarsi di vari proprietari. Oggi appartiene alla municipalità del paese, che dopo ampi restauri lo ha restituito alla collettività. Qui vengono organizzati eventi culturali, conferenze, concerti e mostre d’arte.

Nelle sale espositive dello Château di Auvers-sur-Oise è stata da poco inaugurata un’importante mostra dedicata a Théophile Alexandre Steinlen, dal suggestivo titolo The secret gardens. Disegnatore, incisore e pittore di origine svizzera, visse a Parigi, dove collaborava con giornali satirici e altri artisti dell’epoca. Fu proprio la frequentazione con Henri Toulouse-Lautrec a influenzare profondamente la sua arte. Legato all’Impressionismo, ma proiettato verso l’Espressionismo, Théophile fu particolarmente attratto dalla diffusione dell’Art Nouveau. Ne è un esempio, l’opera Le chat noir, “affiche” per un locale di cabaret di Montmartre, divenuta famosa in tutto il mondo per le sue riproduzioni. Steinlen è conosciuto anche come il “Rembrandt dei gatti”: disegnò infatti centinaia di opere con gatti, che ritraeva nelle più impensabili posture.

Tra le sue opere, notevoli sono i dipinti di ritratti e i pannelli decorativi. L’hobby per il giardinaggio e le curiosità per la botanica spingono l’autore a dedicarsi con passione alla rappresentazione del paesaggio, oltre a coltivare un proprio giardino, continua fonte di ispirazione. Ma il disegno fu il suo vero linguaggio, col quale espresse la vita delle strade, di aree abbandonate, degli operai, degli emarginati, delle periferie. Il suo spirito anarchico lo spinse a collaborare come illustratore con settimanali rivoluzionari e a denunciare i soprusi del capitalismo. La sua opera artistica è stata un potente mezzo per descrivere le ingiustizie sociali e per schierarsi contro la guerra.