Non è un caso che molti amanti della montagna si siano avvicinati allo yoga e viceversa. Né che siano nate alcune scuole di trekking e yoga, per lo più all'estero, o che siano più frequenti anche in Italia eventi e weekend dedicati. Queste due discipline in apparenza diverse e lontane condividono infatti numerosi aspetti. Vediamo quali.

Il bisogno di contatto con la natura

Scontato per chi fa trekking o sport di montagna ma non per chi si immagina in una shala1. In realtà anche chi pratica yoga molto presto imparerà ad allargare la sua visione del mondo e a sentire sempre più forte il bisogno di coltivare la dimensione più alta di se stesso. Per farlo il contatto con la natura è uno strumento potentissimo. Lo yoga, infatti, diventa più spesso uno stile di vita e una delle prime cose che si impara a coltivare è un profondo senso di gratitudine che, non a caso, ci richiama al nostro far parte di un universo più grande. Niente come il contatto con la natura ci avvicina in modo immediato al nostro senso di appartenenza al cosmo e allo stato di gratitudine che dalla sua contemplazione deriva. Ecco perché molti amano fare yoga all'aperto. Chiunque abbia praticato immerso nel verde, ai piedi delle montagne o vicino all'acqua (cascata, bagnasciuga o ruscello che sia) sa che potenza acquisisca l'esperienza.

La predisposizione a meditare

Trekking deriva dall'inglese to trek, che significa camminare lentamente o anche fare un lungo viaggio. Chi fa yoga sa che praticare in lentezza è una delle cose più difficili da raggiungere e richiede molta esperienza, ovvero un lungo viaggio. Camminare in mezzo alla natura, inoltre, così come scalare una montagna o immergersi in un bosco può procurare un senso di incanto, maestosità e ammirazione. Allo stesso tempo anche meditare, cantare e ascoltare mantra o il suono dei gong può portarci in cima a vette molto elevate. Per camminatori, scalatori o yogi si tratta infatti di coltivare quel senso di meraviglia, ma anche di sfida a superare noi stessi e i nostri limiti mentali attraverso la pratica e la ripetizione. Passo dopo passo, asana dopo asana, che si tratti di scalare una montagna, arrivare alla fine di un sentiero o praticare yoga lavoriamo tutti sulla nostra forza e attitudine mentale.

L'attenzione all'impatto sull'ambiente

Si parla di etica della scalata o di percorsi di consapevolezza ambientale per gli amanti delle lunghe camminate, ma anche chi pratica yoga impara presto che qualunque azione ha un effetto sull'ambiente circostante. Per questo si lavora tanto a livello di crescita personale anche attraverso la meditazione o l'azione diretta in campo. Dal primo “comandamento” yogico ahimsā (non violenza, non nuocere) alla dieta vegetariana/vegana, fino alle battaglie per l'ambiente e per i diritti umani sono numerose le attività legate all'etica dello yoga che vanno in direzione della salvaguardia del pianeta e del profondo rispetto verso tutte le sue creature, animate o meno che siano.

L'allenamento costante

Mindset da professionisti. Si può fare yoga, trekking o scalare anche solo una volta ogni tanto, ma senza costanza sarebbe un po' come ripartire da zero ogni volta. Tutte queste discipline condividono infatti la predisposizione all'allenamento in vista del miglioramento. Non c'è superamento di se stessi, dei propri limiti mentali prima e fisici poi, che non richieda costanza e disciplina. Così come non c'è possibilità di arrivare in cima a una montagna o alla fine di un cammino senza essersi allenati. Bisogna volerlo certo, ma prima ancora bisogna provarlo per capire quanto affrontare la fatica possa portare con sé anche un piacere assoluto.

L'avere una guida

Difficile senza. Che si tratti di lunghe camminate, imparare a scalare o migliorare nello yoga abbiamo tutti bisogno di un guru, di una guida di riferimento, di qualcuno che prima di noi, avendo già fatto il percorso, possa indicarci la strada, aiutarci a correggerci, a mantenere alto il nostro entusiasmo e a superare gli ostacoli che inevitabilmente incontreremo. Una guida è colui che ci porta alla scoperta di noi stessi oltre che dei luoghi in cui ci immergeremo, è colui che ci insegnerà a osservarci durante tutto il cammino.

Il bisogno di disconnettersi

Per chi fa sport di montagna o lunghe camminate così come per chi fa yoga il momento della pratica o dell'allenamento è una sorta di spazio “sacro” durante il quale dedicarsi a se stessi e in cui ci si possa finalmente disconnettere non solo dallo stress quotidiano, ma anche dall'uso/abuso delle tecnologie. Meditare, entrando in contatto profondo con la natura, con il silenzio, con la nostra mente e le nostre sensazioni è un cammino comune.

I benefici che se ne traggono

A livello di salute queste discipline condividono la realizzazione di una serie di benefici sia fisici che mentali che vanno dal miglioramento delle prestazioni e della salute del corpo a livello cardiocircolatorio e respiratorio in primis, ma anche al miglioramento dell’autostima, grazie al raggiungimento di obiettivi graduali. Numerosi sono anche i benefici a livello di allontanamento da fonti di stress e rilassamento mentale. Non ultimo le due discipline possono sostenersi a vicenda anche in termini di preparazione fisico-tecnica. Ecco perché praticarle insieme potrebbe fare al caso vostro.

1 Shala (sanscrito, “casa”), termine usato in tutto il mondo per indicare il luogo in cui si pratica yoga.