Un articolo pubblicato sulla rivista PLoS ONE riporta uno studio di strumenti fatti di ossa, soprattutto di elefante, risalenti a circa 400.000 anni fa scoperti nell'area di Castel di Guido, una zona di Roma nell'Agro Romano. Un team di ricercatori guidato dalla dottoressa Paola Villa dell'Istituto Italiano di Paleontologia Umana ha esaminato gli strumenti notando che sono stati prodotti con una tecnica sofisticata che divenne comune solo 100.000 anni dopo. Probabilmente gli autori erano Neanderthal che all'epoca vivevano nell'area e usarono in particolare le zanne di un elefante dalle zanne dritte (Palaeoloxodon antiquus), una specie oggi estinta che viveva anche in Europa e venne cacciata dagli umani moderni e forse anche dai Neanderthal.

Castel di Guido è una zona caratterizzata da vari siti archeologici legati soprattutto alla civiltà romana ma quello della Polledrara di Cecanibbio è anche un sito paleontologico dato che vi si trovano sia fossili di animali che ossa e strumenti di ominidi risalenti al periodo Pleistocene. Alcune centinaia di migliaia di anni fa, in quell'area c'era un calanco scavato da un corso d'acqua dove gli elefanti dalle zanne dritte si abbeveravano.

Il Pleistocene è stato caratterizzato da un'alternanza di periodi glaciali e di altri periodi molto più caldi. I cambiamenti climatici vennero accompagnati da cambiamenti nella fauna e l'elefante dalle zanne dritte era una specie tipica dei periodi interglaciali europei. Ciò significa che 400.000 anni fa viveva anche nell'odierna Italia e nel corso degli anni vari fossili sono stati scoperti, anche nell'area romana.

L'area è stata abitata per chissà quanto tempo ben prima dell'arrivo dei primi umani moderni. Un dente è stato attribuito a un bambino della specie Homo heidelbergensis in un giacimento datato a circa 320.000 anni fa. Nel quartiere di Roma di Montesacro, quindi a non grande distanza da Castel di Guido, vennero trovati reperti che includono sia ossa che strumenti attribuiti a quella che potrebbe essere la più antica comunità di questa specie conosciuta in Europa risalente a un'epoca stimata in circa 290.000 anni fa. Insomma, la storia di quell'area è complessa, anche perché altri manufatti sono stati attribuiti a Homo habilis e Homo erectus.

Gli strumenti d'osso di elefante al centro di questo studio sono ancora più antichi dei reperti datati attribuiti a varie specie umane o proto-umane e i ricercatori parlano genericamente di ominidi. Le ricerche degli ultimi anni indicano che i Neanderthal avevano le capacità mentali e manuali per produrre strumenti sofisticati perciò sono i più probabili autori anche di quelli esaminati dal team della dottoressa Paola Villa.

Gli strumenti scoperti sono di vari tipi che vanno da quelli usati come coltelli a quelli usati per trattare la pelle di animali. Si tratta di strumenti sofisticati per l'epoca dato che alcune tecniche di lavorazione delle ossa divennero comuni solo 100.000 anni dopo. Ci è voluto davvero molto tempo prima che quelle tecniche si diffondessero e il motivo non è chiaro. Secondo i ricercatori, è probabile che gli ominidi dei Castel di Guido abbiano approfittato di un'occasionale abbondanza di ossa di elefante.

L'area in cui vennero trovati gli strumenti oggetto di questo studio venne scavata tra il 1979 e il 1991 ma successivamente le zone scavate vennero riempite di sedimenti e nuovi alberi vennero piantati. Per questo motivo, i dati ambientali sono solo quelli raccolti all'epoca. Forse non sarà mai possibile capire chi abbia prodotto quegli strumenti ma almeno sappiamo che 400.000 anni fa l'area romana era abitata da una popolazione con capacità tecniche che per l'epoca erano molto avanzate. In questi casi, rimane la speranza di ulteriori ritrovamenti della stessa epoca che possano aggiungere altre informazioni.